A causa della pandemia le imprese venete hanno investito meno nel 2020. Il clima di incertezza sull’evoluzione della crisi sanitaria, il calo della domanda interna ed estera e le conseguenti difficoltà finanziarie hanno disincentivato gli imprenditori ad effettuare investimenti. L’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto ha evidenziato come nel 2020 il 42,2% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha effettuato investimenti materiali e immateriali. Si tratta di una quota inferiore di 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente (quando era pari al 51,9%). Inoltre, sono state impiegate il 2,9% di risorse in meno rispetto al 2019.
Pozza (Unioncamere): “Imprese, brusca frenata investimenti a causa della pandemia”
«Gli investimenti sono il motore non solo per la ripartenza dell’economia – spiega Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto -. Ma anche per lo sviluppo e la crescita del nostro tessuto economico. Nel 2020 si registra una brusca frenata degli investimenti e dietro i numeri ci sono i timori degli imprenditori che non vedono la luce alla fine del tunnel dell’emergenza causata dalla pandemia. Purtroppo questo, però, rischia di avere degli effetti estremamente negativi sul tessuto economico e sociale. Meno investimenti significano meno crescita, meno occupazione, meno opportunità per i giovani. E soprattutto perdita di competitività per il sistema nel suo complesso”.
“A questo quadro si aggiunge, purtroppo, il ritardo della campagna vaccinale – prosegue Pozza -. Si tratta di una partita che non ci coinvolge solo a livello nazionale, ma che riguarda l’Unione Europea con Stati che vanno per contro proprio, aziende che non rispettano i termini e approvvigionamenti che scarseggiano. È necessario un cambio di passo ed una presa di posizione forte in grado di difendere gli interessi dei singoli Stati”.
La propensione ad investire ha riguardato principalmente le imprese di maggiori dimensioni (73%) e del comparto alimentare e bevande(54,7%), gomma e plastica (53,9%) e della produzione di metalli e prodotti in metallo (46,2%). Minor propensione all’investimento invece nelle piccole imprese (37%) e nel comparto tessile, abbigliamento e calzature (34%) e nei mezzi di trasporto (28%). Per quest’ultimo settore la quota si riduce dal 2019 di quasi 20 punti percentuali. Miglior inclinazione agli investimenti per i beni intermedi (44%) rispetto ai beni di investimento (40,6%) e di consumo (40,5%).
Imprese pagano la pandemia
Nel 2020 gli imprenditori che hanno investito dichiarano di aver utilizzato il 2,9% in meno di risorse rispetto all’anno prima. Variazioni pesantemente negative accusate dal settore tessile, abbigliamento e calzature (-29,7%) e marmo, vetro e ceramica (-24,1%). Tendenza positiva si è registrata invece per macchine elettriche ed elettroniche (+21%), legno e mobile (+9,6%) e metalli e prodotti in metallo (+1,9%). Le medio-grandi imprese hanno segnalato una diminuzione delle risorse (-6,4%), mentre le piccole imprese un maggior utilizzo (+10,4%).
Gli investimenti delle imprese manifatturiere si sono concentrati principalmente nel miglioramento dei processi produttivi, con l’83% che ha dichiarato investimenti nell’acquisto di macchinari e impianti e il 41,7% nell’automazione d’ufficio. Cresce al 37,6% la quota di imprese che ha investito in fabbricati per la produzione e uffici, complice anche l’obbligo di adeguamento normativo dei locali e delle strutture operative. Aumenta al 36,3% la quota di aziende che hanno scelto di investire in ricerca e sviluppo, e al 28% quelle che hanno puntato sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico. Diminuiscono invece al 31,7% le imprese che hanno investito sulla formazione e sulle risorse umane.
Investimento medio del 9,3% del fatturato
Nel 2020 le imprese manifatturiere del Veneto hanno investito mediamente il 9,3% del fatturato aziendale maturato nell’anno, quota in aumento rispetto al 3,9% del 2019. Questo risultato è presumibilmente influenzato da livelli di fatturato inferiori rispetto a quelli raggiunti negli anni precedenti.
Si prevede che la propensione ad investire non migliorerà nel corso del 2021. La quota di imprenditori che presume di fare investimenti quest’anno si stima si assesterà al 40,2% (diminuendo dal 41,9% delle previsioni dell’indagine 2019). Mentre ci si attende un aumento degli investimenti su base annua del +14,5% (era +5,1% l’anno precedente). Tra le imprese che nel 2021 si attendono una diminuzione degli investimenti il 41,6% dichiara di non aver esigenza di nuovi investimenti (era il 50,2%). In aumento la quota di imprese che dichiara la mancanza di risorse finanziarie (12,5%, era 8,6%). E quella degli imprenditori che lamentano difficoltà dovute alle incertezze di mercato (27,1%, era 21,3%). Il 18,8% dichiara di aver programmato gli investimenti negli anni successivi, quota stabile rispetto al 2020 (era 19,9%).