Oggi più che mai dal mondo della sanità è richiesta la massima qualità a livello di servizi, a livello scientifico e tecnologico. Per ottenere certi risultati, è necessario un lavoro sinergico tra le aziende sanitarie e il territorio di riferimento. In questo modo si raggiungono massimi livelli di innovazione come nel caso del progetto multidisciplinare realizzato all’Ospedale San Bortolo di Vicenza. Si tratta del primo in Italia ad adottare su vasta scala la stampa 3D come procedura standard per la preparazione di tutti gli interventi dei chirurghi a elevata complessità. Questo è stato possibile grazie a un gruppo di aziende del territorio, di Confindustria di Vicenza e della Fondazione San Bortolo.
I chirurghi e la nuova tecnologia
Questa tecnologia verrà adottata da 10 reparti di chirurgia: Cardiochirurgia, Chirurgia Maxillo Facciale, Chirurgia Generale, Chirurgia Pediatrica, Chirurgia Vascolare, Ginecologia, Neurochirurgia, Neuroradiologia, Otorinolaringoiatria e Urologia. L’aspetto interessante è quello di trovarsi di fatto di fronte a un numero potenzialmente illimitato di modelli. «Il progetto ha più obiettivi. Ma sicuramente uno dei più rilevanti per il nostro lavoro sta nel rinforzare il rapporto con il paziente, un rapporto che nel tempo è andato via via “sciogliendosi”» . Dichiara il dottor Paolo Magagna, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia della Aorta Toracica e coordinatore del progetto.
«Questo progetto ci permette di riconsolidare questo rapporto. Perché questi modelli ci permetto di costruire, giusto per fare un esempio, non un’aorta qualunque ma l’aorta del paziente stesso con le sue forme, le sue caratteristiche, avvicinandoci a livello anatomico e tessutale specifici. E ci permette di mettere a fuoco insieme le eventuali complicanze. Ecco che non si parla più di un professionista che opera su una persona, ma si attiva un coinvolgimento che ci mette nella stessa “squadra”. Oltre quindi ad un avanzamento tecnologico senza precedenti, stiamo parlando di un forte rinforzo a livello umano e di compliance medica. Questo vale anche per i familiari del paziente che hanno una possibilità di comprensione maggiore e va a toccare un altro tema importante. Quello del consenso informato la cui raccolta risulta più consapevole di fronte alla forza di un modello tridimensionale».
I vantaggi per i chirurghi
I vantaggi sono molteplici, aggiunge il dottor Salvatore Barra, Direttore Sanitario dell’ULSS 8 Berica. «I chirurghi possono vedere più chiaramente aree e situazioni che sarebbero difficili da identificare con la sola diagnostica per immagini. In questo modo possono studiare meglio l’intervento e decidere con maggiore cognizione di causa la metodica più adatta. Con il modello 3D infatti possiamo osservare in modo tangibile l’anatomia del paziente, l’origine e l’angolazione dei principali vasi sanguigni, la sede e l’origine delle lesioni».
La realizzazione dei modelli
I modelli sono stati realizzati grazie a due aziende non medicali vicentine convolte nel progetto. La Stefanplast SpA di Villaganzerla e Sisma SpA di Piovene Rocchette che hanno messo a disposizione le proprie attrezzature per la stampa dei modelli necessari. Realizzabili in un arco temporale che va dalle 5 alle 72 ore. Valle Autotrasporti ha garantito un contributo economico. Il tutto con il sostegno della Fondazione San Bortolo e il supporto di Confindustria Vicenza, che ha promosso il progetto tra le imprese associate.
L’aiuto di Confindustria
Commenta Luciano Vescovi di Confindustria Vicenza: « E’ l’Umano a rendere possibile tutto questo. Quello che possiamo fare per contribuire per la buona riuscita e continuazione di progetti di eccellenza, è ridurre al minimo il gap tra industrie e istituzioni favorendo un lavoro sinergico per dare vita a innovazioni come quella cui assistiamo oggi».
Tutto questo è possibile grazie al lavoro di un team di specialisti nelle tecnologie di stampa 3D, esterni all’ospedale, composto da Carlo Campana (3D Printer Surgery), Luciano Ghiotto e l’ingegnere biomedico Leonardo Costa. Complessivamente, al San Bortolo sono già stati realizzati 30 modelli 3D stampati con questa procedura, per altrettanti pazienti portando quindi la sanità veneta a livelli di eccellenza e di avanguardia.