Quando si parla e si scrive di maratona è quasi d’obbligo fare una passo indietro nel tempo e tuffarsi nella storia antica che ci ricorda dell’incredibile impresa compiuta dall’emerodromo (messaggero che percorre grandi distanze) Filippide o Fidippide. Il quale con tanto di armatura addosso percorse a piedi la corsa di 42 chilometri che separavano Maratona da Atene per andare ad annunciare la vittoria degli ateniesi guidati da Milziade sulle truppe persiane.
Corsa e Plutarco
Questa era la versione scritta da Plutarco. Poi altre ce ne state come quella di Erodoto che addirittura parlava di una distanza di oltre duecento chilometri percorsa sempre dallo stesso Filippide. In tempi più recenti e precisamente nel 1908 durante le Olimpiadi di Londra, grande fu l’impresa dell’emiliano Dorando Petri che a due passi dall’oro olimpico venne sorretto da un giudice di gara. Di conseguenza squalificato e privato della medaglia d’oro.
La corsa e Bordin
Ma restando ai nostri “amarcord” sportivi del triveneto non possiamo dimenticare in ambito maratona la straordinaria vittoria del geometra vicentino Gelindo Bordin, che s’impose nel 1988 a Seul. L’atleta nato a Longare il 2 aprile del 1959, iniziò timidamente la sua carriera agonistica dapprima tra le fila del Gruppo sportivo Montegalda. Poi piano passò alla Fiamma Vicenza fino ad approdare al GAAC Verona con i dirigenti Dario Bergamini e Sergio Pennacchioni che diedero vita poi alla Paf Verona squadra con la quale Bordin assieme a Francesco Panetta, Salvatore Bettiol, Loris Pimazzoni vinse praticamente tutte le più importanti competizioni di corsa su strada e campestre.
Gli inizi di Bordin
L’atleta vicentino ebbe come primo tecnico Giancarlo Dalla Pria. Poi passò sotto la guida di Gianni Ghidini e successivamente il sodalizio vincente con il professor Luciano Gigliotti. Uno tra i massimi esperti di maratona del mondo. Dando un’occhiata alla carriera di Bordin si nota subito un titolo italiano allievi conquistato nel 1976 nella maratonina. E già due anni dopo nel 1978 entra a far parte della nazionale azzurra juniores.
Un sogno che sfuma?
Dai vent’anni in poi è un susseguirsi di vittorie in particolare ottenute nella corsa campestre (tra l’altro in carriera vanta successi sul Campaccio, Vallagarina e altre corse famose come la Montefortiana e la Scarpa d’Oro di Vigevano). Poi ad un certo punto iniziarono dei problemi fisici che gli procuravano degli strani svenimenti durante le gare e decise di smettere. Periodo in cui si separò a soli ventiquattro anni dalla moglie. Lasciò temporaneamente l’attività agonistica e riprese a fare il geometra, riprendendo a fumare ed ingrassare.
Gigliotti e un sogno: il ritorno
All’improvviso l’incontro con il professor Gigliotti che decise di prenderlo sotto la sua “ala”, mettendo sui in chiaro dei punti fondamentali, visto e considerato le grandi potenzialità di Bordin. Nel 1984 fece il suo esordio sulla maratona a Milano e vinse agevolmente con il discreto tempo di 2h13’20”. Nel 1985 si piazzò al settimo posto in Coppa Europa e l’anno successivo arrivò il primo trionfo europeo vincendo la maratona a Stoccarda, dove al termine di una lotta “fratricida” superò l’altro vicentino Orlando Pizzolato che nel 1984 e 1985 aveva vinto la maratona di New York.
La corsa della maratona arriva con il 1988
Al successo europeo fece seguito il bronzo mondiale conquistato in casa a Roma in una giornata dettata dal caldo torrido. E si arriva all’anno di grazia targato 1988. Bordin ha ventinove anni, l’esperienza e l’età giusta per essere protagonista a quell’olimpiade che vedeva alla partenza dei “calibri” come il keniota Wakihuri e il gibutiano Salah.
La gara è subito molto emozionante e tirata allo spasimo. Bordin non si fa prendere dal panico e tiene il ritmo del gruppo di testa fino al venticinquesimo chilometro. A quel punto Wakihuri e Salah decidono di aumentare l’andatura e l’azzurro sembra dare l’idea di non poter tenere il loro passo. Però reagisce e riesce a rintuzzare il distacco a circa tre chilometri dall’arrivo. Salah, nel frattempo, con un altro allungo era riuscito a staccare Wakihuri. Bordin con un’andatura molto sicura riuscì a superare lo stremato keniota e si lanciò all’inseguimento di Salah superandolo ad un chilometro dall’arrivo. L’ingresso nello stadio di Seul fu un trionfo per lui. Tagliò il traguardo in preda ai crampi e s’inginocchiò a baciare il terreno della pista coreana. Una vittoria d’altri tempi, scolpita nel volto dell’atleta vicentina che la fatica lo rese ancor più assimilabile ad un antico guerriero greco.
Corsa come compagna di vita
I successi di Bordin continuarono e addirittura nel 1990 fu protagonista di uno storico tris che lo vide primo al traguardo di tre maratone su tre disputate: Boston, il bis europeo a Spalato e per finire a Venezia. Tra l’altro a Boston vinse con il tempo di 2h08’19” che all’epoca era miglior prestazione italiana e quarta ancora oggi di tutti i tempi. Nel 1992 ha tentato di difendere a Barcellona l’oro olimpico conquistato a Seul ma dovette fermarsi per una lesione al menisco dovuta ad un banale incidente con un altro atleta durante la gara. Da sottolineare nel suo palmares oltre cinquanta vittorie in corse si strada e campestri nazionali e internazionali e anche un terzo posto nella maratona di New-york nel 1989 e una vittoria nella maratona di Roma nel 1987.