“Non abbiamo ancora niente di nera?” Il radio giornale serale andava in onda verso le 19.30 in concomitanza con quello televisivo di Antenna Tre. Le redazione di Radio Treviso Alfa si trovava al primo piano del grattacielo di via Pisa a Treviso (al 19° c’era la redazione della tivu’). Il direttore era Alberto De Stefano che da decenni “masticava” cronaca nera e aveva le agende piene di appunti, il frutto di vent’anni trascorsi da cronista a raccontare le vicende nelle aule dei tribunali e delle Procure. In quella redazione un giovane che definire un “vulcano” sarebbe riduttivo. Giovanni Chiades, classe 1965, lo ammiravamo per la capacità di trovare notizie di cronaca, tanto da essere apprezzato da un giornalista navigato quale appunto De Stefano. E il radio giornale iniziava in apertura con la notizia di nera.
Chi era Giovanni
Giovanni ci ha lasciato l’altro giorno nell’ospedale di Treviso dove era stato trasferito dalla casa di cura di Casier dove era ricoverato da anni. Ce lo ricordiamo con quel suo vocione, 190 cm di altezza, un dominatore. Era facile litigare con lui ma era altresì facile riappacificarsi, perché Giovanni in realtà era sincero e voleva bene alle persone.
Era un generoso, amava la compagnia e le serate a bere un buon bicchiere. Iniziò giovanissimo la carriera del giornalista quando le radio locali erano il mezzo più usato per ascoltare un calcio all’epoca non ancora “preda” della PayTv. Negli anni ’80 inizia a collaborare con il quotidiano La Tribuna di Treviso, seguendo soprattutto il Treviso calcio (sua amatissima squadra) dove tra cronaca della partita, tabellini, pagelle e voti nell’edizione del lunedì aveva un sua pagina interamente firmata.
Giovanni e il giornalismo
Amava il lavoro del cronista, sapeva stare con la gente anche al di fuori del block notes. Negli anni ’90 Chiades va alla Nuova Vicenza, quindi al Gazzettino. Nel 1996 riuscirà a scovare e intervistare un evasore trevigiano che aveva beni a Santo Domingo recandosi di persona nell’isola del Centro America.
La passione per l’enogastronomia
Importante e considerevole la sua dedizione all’enogastronomia tanto che diventerà direttore del magazine “Papageno”. Costante la sua presenza alla tradizionale serata dei grappaioli che si teneva a Gaiarine nella distilleria di Italo Maschio dove venivano premiate illustri firme del giornalismo nazionale. Moltissime le serate enogastronomiche in giro per il Triveneto dove venivano promossi al meglio i prodotti tipici locali. In qualche modo aveva anticipato certe tendenze del settore, spalancato pagine alla cucina tradizionale, messo in evidenza come di lì a poco gli chef avrebbero invaso i media non accontentandosi più delle cucine.
Giovanni, giornalista e amante dello sport
Faceva anche parte della squadra di calcio dei giornalisti veneti, dove giocava da centravanti sempre pronto al tiro e all’azione di sfondamento. Fu moderatore a convegni, alla consegna di premi e presentazione di libri in prestigiosi eventi. Purtroppo quell’incidente stradale nel febbraio 2007 cambiò la sua vita. Lo salvarono per miracolo, ma poi per lui il resto degli anni si rivelarono un alternarsi di speranze e sofferenze. Ma Giovanni era forte e nonostante gli interventi riuscì a proseguire la sua vita e mantenere i contatti con gli amici e i colleghi. Non raramente usciva per partecipare alle tavolate che gli amici organizzavano in suo onore.
Il mio ricordo
Andai a trovarlo nelle strutture di Scorzè e Casier, aveva fatto passi da gigante nei movimenti. Aveva sempre tante idee e si ricordava buona parte della sua vita di cronista. Partecipava attivamente alla stesura del giornale della casa di cura, scriveva poesie e una piccola raccolta era stata anche pubblicata di recente. Si era rifugiato nella fede alla quale aveva dedicato le sue ultime pagine. Pativa la solitudine dopo che la pandemia aveva bloccato ogni visita alla struttura. Gli mancavano la moglie Cristina e le due figlie. Spesso parlava con gli amici al telefono, raccontava le sue idee, che voleva continuare a scrivere, che gli sarebbe piaciuto un giorno aprire un agriturismo. I sogni erano la sua grande difesa. Si presentava e ti ricordava tutte le cose che aveva fatto insieme a te.
E siamo sicuri che anche da lassù la sua penna non si fermerà. E nemmeno le sue proposte per iniziare al meglio …il radio giornale
Grazie Lorenzo, a distanza di tempo, quanto hai scritto ancora è vivo e limpido