Parlare di libri, scrittori e libreria è un’infinita piacevole avventura. Controllando tra le mie agende letterarie ho scoperto casualmente che il 13 dicembre, Santa Lucia, nasceva a Venezia Carlo Gozzi, lo scrittore drammaturgo celebre anche per la polemica accesa con Carlo Goldoni sulle novità introdotte nel teatro dal suo celebre competitor. La fiaba teatrale “L’amore delle tre melarance” è un manifesto contro la riforma goldoniana. Sempre lui, è l’autore di Turandot commedia che Giacomo Puccini renderà immortale con la sua musica. Carlo Gozzi nasce nel 1720 compie quindi trecento anni.
Dopo questa settecentesca divagazione, andiamo a controllare la classifica dei libri più venduti in una settimana che segna il passaggio dalle giornate più corte dell’anno all’arrivo della luce e speriamo sia così anche per l’uscita dalla pandemia che tanto sta condizionando le nostre vite.
Il medagliere in libreria
Ma vediamo il medagliere con il gradimento del pubblico grazie alla puntuale elaborazione della Libreria Lovat, uno spazio bellissimo con sede a Villorba (Treviso) e Trieste.
- Perrin – Cambiare l’acqua ai fiori – E/O
- Gramellini – C’era una volta adesso – Longanesi
- Barbero – Dante – Laterza
- Cazzullo – A riveder le stelle – Mondadori
- Carrisi – Io sono l’abisso – Longanesi
- Kinney – Diario di una schiappa – Il Castoro
- Allende – Le donne dell’anima – Feltrinelli
- Saviano – Gridalo – Bompiani
- Rowling – L’Ickabog – Salani
- Angela – L’ultimo giorno di Roma – Harper Collins.
In libreria ancora Perrin
Naturalmente non possiamo che complimentarci con Valérie Perrin, per il successo strepitoso del suo “Cambiare l’acqua ai fiori” fenomeno letterario del quale abbiamo parlato molto nelle scorse settimane.
L’entrata di Gramellini
A colpire la nostra attenzione è la seconda posizione di Massimo Gramellini, giornalista e scrittore di grande sensibilità con il suo ultimo lavoro: “C’era una volta adesso”.
Il suo romanzo autobiografico: “Fai bei sogni” uscito nel 2012, è stato in vetta alle classifiche per molto tempo e tradotto in ventidue Paesi, diventando anche un film diretto da Marco Bellocchio. Uno struggente racconto del percorso interiore per superare il dolore e il senso di abbandono in seguito alla morte della madre, quando lui aveva nove anni. Una verità su questa tragica morte che lui scoprirà solo in età adulta leggendo un ritaglio di giornale.
Il romanzo
“C’era una volta adesso”, affronta con originalità questo 2020 segnato dal virus, una narrazione nella quale emerge la straordinaria empatia dell’autore, storia di sentimenti e speranze. “Sono diventato grande da piccolo, scrive Gramellini, quando un virus mi costrinse a chiudermi in casa con una persona che detestavo…Non ero solo. Tutto il mondo affrontava la stessa prova. Qualcuno ne approfittò per cambiare. Qualcun altro non ci riuscì.
Strepitoso anche l’incipit: “All’inizio il virus non mi stava del tutto antipatico. Gli riconoscevo il merito di aver fatto saltare la festa del mio compleanno. Mia madre l’aveva annullata nel timore che il contagio si potesse infilare dentro la ciotola dei popcorn”.
Arriva Alberto Angela dalla Tv
Sentiremo parlare molto anche dell’ultimo lavoro firmato Alberto Angela entrato in classifica proprio questa settimana: “L’ultimo giorno di Roma – Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio”.
Ecco cosa racconta Alberto Angela: “Quando si pensa ai protagonisti dell’antica Roma, la mente corre subito a Cesare, Augusto, Traiano, Costantino…ma non si nomina mai un altro grande interprete di primo piano della sua storia. Eppure esso cambiò gli eventi futuri come e forse più di quelli, perché non solo forgiò un’intera capitale ma, indirettamente, influenzò anche la storia dell’Occidente, con ripercussioni, forse, persino su quella mondiale. Si tratta del Grande incendio di Roma”.
Insomma, scopriremo che senza questo devastante incendio non ci sarebbero testimonianze artistiche come il Colosseo o la Cappella Sistina.
Chiudendo la libreria
Concludiamo la passeggiata letteraria con una citazione che avevo sentito nel film “Marigold Hotel” e che Gramellini utilizza nel suo libro attribuendola a John Lennon. È bellissima e adatta a ricordare il grande cantautore a quarant’anni dalla scomparsa. Era l’8 dicembre del 1980, Lennon stava rincasando con la moglie nel Dakota Building sulla 72a strada nell’Upper West Side a New York, quando uno squilibrato lo uccise colpendolo alle spalle con cinque colpi di pistola.
Sono andata anch’io in pellegrinaggio davanti alla sua abitazione qualche anno fa, l’emozione è sempre viva. Augurandovi buon viaggio in libreria e buona lettura, ecco la citazione.
“Alla fine tutto andrà bene. E se non va bene significa che non è ancora la fine”.