Il mondo dello spettacolo e della musica, costretto a nuove chiusure, trascinando con sé oltre 327mila lavoratori, non si arrende. La creatività non conosce limiti. Il mondo della musica ha la vita un po’ più “semplice” potendo contare sulle piattaforme già rodate negli anni che nel tempo risultano accessibili anche agli artisti emergenti. Spotify la fa da padrone seguita da YouTubeMusic e AmazonMusic. Ma ormai si guarda il futuro: grazie al digitale i concerti si spostano anche sull’online tenendo conto che l’”experience” del concerto live è insostituibile, gli artisti non si limitano a questo. Sono numerose le piattaforme che permettono ai gruppi musicali di esibirsi online come per esempio: Facebook Live, YouTube Dal Vivo, Instagram Live e IG TV, Periscope, Twitch, Livestream, ViewStub.
La musica ribelle

Alcuni esempi tutti italiani sono il concerto dei Negramaro per promuovere il loro nuovo album “Contatto” o ancora il concerto dell’Orchestra a Plettro che è stato ospitato il 15 di novembre nel Teatro Antico di Taormina e trasmesso in diretta live streaming sul sito dell’Ansa. In questo modo si è riuscito, con l’apprezzamento del pubblico “virtuale”, a valorizzare i siti monumentali siciliani. Ancora, in attesa di tornare in scena, diffondere valore e riscoprire gli intramontabili italiani, una produzione Sky Arte, al via il 18 novembre sarà 33 Giri – Italian Masters, realizzata da Except, ogni mercoledì alle 21.15 (canale 120 e 400 di Sky). Dopo verranno riscoperti 8 album che hanno segnato la storia della musica italiana. Otto dischi indimenticabili diventati pietre miliari della nostra discografia quali: Ligabue, CSI, Alice, Edoardo Bennato, Lucio Battisti, Carmen Consoli, Ornella Vanoni e Pino Daniele.
Liquida?

Se da un lato i giganti della musica rimangono in grado di ispirare le nuove generazioni, assistiamo a un cambio di paradigma in quella che è la distribuzione e la produzione musicale. In linea con il mondo social, si potrebbe parlare di “insta-produzioni” come alcuni “insta-album”. Se fino a qualche decennio fa, l’industria musicale imponeva un numero specifico di pezzi per produrre un album, come fosse un vero e proprio tomo all’interno dell’enciclopedia che è la storia di una determinata band o artista, ora questo non è più necessario. Prendendo in prestito il termine dal noto sociologo Bauman, si potrebbe parlare di “musica liquida”? In tal senso il prefisso “insta” indicherebbe proprio una produzione più fluida di musica in grado quindi di essere resa subito disponibile al grande pubblico.
Insomma i generi aumento, le influenze del passato rimangono, aumenta la produzione (confidando di mantenere sempre un certo livello di qualità) e la fantasia pure. Che un concerto si svolga da un tetto della città in stile Beatles o su una piattaforma online, l’imperativo rimane: deve comunque essere in grado di incantare ed educare. La musica ha il grande potere di influenzare un gran numero di persone e, oggi più che mai, ne sentiamo un gran bisogno.