“Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro”. Mauro Corona. Citazione doverosa dato che il podio, dominato per molto tempo dallo splendido romanzo di Valérie Perrin “Cambiare l’acqua ai fiori” appartiene questa settimana ad un uomo di montagna. In vetta alla classifica dei libri più letti: “L’ultimo sorso. Vita di Celio” di Mauro Corona.
Corona colpisce
Tinte aspre e forti tratteggiano il profilo di un personaggio che è allo stesso tempo rocciatore, taglialegna, minatore, scalpellino, apicoltore. Chi è veramente Celio?
Intanto vediamo di scoprire insieme i dieci titoli dei libri più graditi dai lettori grazie alla classifica come sempre puntuale della bellissima Libreria Lovat con sede a Villorba (Treviso) e a Trieste.
La classifica
- Corona – L’ultimo sorso – Mondadori
- D’Avenia – L’appello – Mondadori
- Barbero – Dante – Laterza
- Perrin – Cambiare l’acqua ai fiori – E/O
- Follett – Fu sera e fu mattina – Mondadori
- Govoni – Attraverso i nostri occhi – Rizzoli
- Kinney – Diario di una schiappa – Il Castoro
- Di Pietrantonio – Borgo sud – Einaudi
- Calabresi – Quello che non ti dicono – Mondadori
- Manzini – Gli ultimi giorni di quiete – Sellerio
Il signor nessuno di Corona
Per Mauro Corona, Celio è essenzialmente “un signor nessuno” di un paesino delle Alpi, terra di nascita dell’autore, che lo fa rivivere strappandolo dall’oblio. Celio diventa un personaggio vero, pieno di contraddizioni e insofferenze. Misantropo che si rifugia nell’ermetismo del suo dialetto ladino e nell’alcol sino al delirio e alla morte. Nel racconto, Corona si riscopre bambino in simbiosi con l’anziano amico, compagno di bevute e ne condivide la struggente realtà di solitudine che pervade ineluttabilmente ogni cuore di vero montanaro. Riflessione sul potere dell’amicizia, rara e inafferrabile, indispensabile a salvarci dall’indifferenza del mondo. Una storia profonda, intimamente universale, così lontana dalle recenti polemiche che hanno coinvolto Corona in “Cartabianca” condotta da Bianca Berlinguer.
Il secondo gradino
Al secondo posto della classifica Lovat un libro del quale sentiremo molto parlare anche nelle prossime settimane per l’originalità del racconto: “L’appello” di Alessandro D’Avenia.
È la storia di un supplente di Scienze chiamato a seguire la classe durante gli esami di maturità, una classe-ghetto molto problematica, borderline. Già così è un compito arduo, ma il protagonista si trova a fronteggiare una difficoltà apparentemente incolmabile. È diventato cieco e non potendo vedere i volti degli alunni si chiede se sarà capace di insegnare.
Allora si inventa un nuovo modo di fare l’appello, convinto che per salvare il mondo occorra salvare ogni nome. Non attende semplicemente il banale: presente!
La sua strategia consegnerà ad ogni ragazzo e ragazza, una dignità nuova tessendo la tela di una relazione speciale tra maestro e discepolo. Un insegnante cieco che riesce a vedere perfettamente i profili dei suoi alunni salvandoli dall’isolamento.
Alessandro D’Avenia è dottore di ricerca in Lettere classiche, insegnante al Liceo e sceneggiatore. Molto noto al grande pubblico per il suo romanzo d’esordio: “Bianca come il latte, rossa come il sangue” dal quale è stato tratto l’omonimo film diretto da Giacomo Campiotti. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo.