Elena La Rocca, consigliere M5S del comune di Venezia, si candida in Regione come capolista della circoscrizione di Venezia. Nel suo programma molte proposte fattibili e idee per un rilancio economico e ambientale di tutta la Regione. Famosa per le sue battaglie per l’ambiente e la salute, si confida a www.enordest.it.
Elena La Rocca, consigliera uscente del Comune di Venezia per il Movimento 5 Stelle. Alla fine di questo impegnativo mandato ora si candida per la Regione Veneto. Venezia è la città dove vive e che ama. Come interpreta questa nuova avventura regionale?
“Sono stata per cinque anni consigliera comunale a Venezia, tra le fila dell’opposizione. Ha ragione a definire questo mandato “impegnativo”, sono stati 5 anni veramente intensi durante i quali qui ho portato avanti molte battaglie, ho studiato molto e ho allargato la mia visuale a visione complessiva del mio territorio: ho toccato con mano quanto i problemi e le tematiche locali sono interdipendenti con la Regione. Vorrei rappresentare il nostro territorio, veneziano, che è oggettivamente sottostimato in Regione. Le competenze per poter lavorare in Consiglio Regionale io le ho maturate: ho buttato il cuore oltre l’ostacolo e mi sono di nuovo messa in gioco”.
Come cambia la visione delle priorità dal Comune alla Regione? Venezia, centro storico universale, piccola città, o moderno nucleo metropolitano?
“Venezia è tutte e tre queste cose, è un comune di dimensioni medie in Italia, un piccolo centro storico, ma anche una realtà internazionale e cosmopolita. Io credo che Regione Veneto e Venezia non abbiano mai sfruttato appieno le potenzialità di un piccolo centro cosmopolita innervato una grande realtà produttiva come il Veneto: il reciproco vantaggio di lavorare in sinergia sarebbe enorme”.
Elena La Rocca, dall’acqua granda, alla pandemia, quale ruolo hanno avuto le opposizioni e come giudica l’operato del sindaco?
“L’operato del sindaco è stato disastroso sia da un punto di vista pratico che morale. In queste circostanze drammatiche le persone si rivelano ed il silenzio del sindaco, che in altre occasioni ha esternato fin troppo e male, è stato assordante. Un sindaco non è solo un amministratore (e nemmeno un imprenditore prestato alla politica come vorrebbe far credere qualcuno) ma è anche un autorità morale. Dell’attuale sindaco si ricorderà la passerella in Piazza San Marco dopo l’acqua granda e il mistero della sua sparizione durante il lockdown. La popolazione era in preda all’angoscia per le conseguenze sanitarie ed economiche di una drammatica chiusura forzata e lui non c’era, per calare un velo pietoso sulle grottesche apparizioni in video di alcuni suoi assessori assieme alla statua della Madonna: legittimo appellarsi alla fede, ma da degli amministratori avremmo voluto anche azioni terrene e concrete”.
Qual è la sua battaglia più importante? Abbiamo letto in questo periodo quanto sia problematico per voi il progetto di un ampliamento dell’inceneritore di Fusina.
“Il progetto dell’ampliamento dell’inceneritore di Fusina non è problematico solo per noi, ma per chiunque viva in un amplissimo raggio intorno ad esso. Le emissioni inquinanti sono democratiche, fanno ammalare tutti. Purtroppo le logiche di questa regione sono rivolte ancora all’incenerimento dei rifiuti, considerato più economico e meno dispendioso riguardo al consumo di suolo delle discariche. Trovo incredibile che poco ci sia discostati dalle logiche degli anni ’80. Differenziazione e riciclo devono essere i capisaldi di un settore strategico come quello della gestione dei rifiuti. Stiamo parlando poi di una zona già compromessa da un secolo sversamenti di composti derivanti dall’industria chimica di Porto Marghera. Io lo dico sempre e continuo a ripeterlo: il nostro territorio, il veneziano non può diventare la pattumiera del Veneto”.
Da futuro consigliere regionale quali sono le prerogative e le battaglie del Movimento? Eventualmente si può stilare un elenco di priorità con qualche appunto sui progetti. (lavoro, scuola, ambiente, turismo, cultura, sanità, sicurezza).
“I punti del mio programma sono dieci: partono dall’attività politica che ho svolto e vanno oltre e sono: Ambiente: Il Veneto è la regione più cementificata d’Italia e fra le tre più inquinate d’Europa: pfas, pesticidi, diossine sono una minaccia per la salute di tutti, dobbiamo tutelare il nostro territorio, adesso.
Sanità: Dobbiamo arrestare la privatizzazione dei servizi e la chiusura degli ospedali locali. La sanità privata salvaguarda il profitto di pochi; salvaguardare il sistema sanitario pubblico è nell’interesse di tutti.
Cultura: Sosteniamo la valorizzazione del patrimonio artistico locale, assicuriamo la trasparenza delle nomine. Tuteliamo e incoraggiamo la produzione artistica e artigianale locale.
Agricoltura: No alla monocultura, sì alla biodiversità e alle colture tipiche locali. Creiamo una filiera della canapa, come era fino ad un secolo fa per una nuova fonte di reddito e di impresa.
Turismo: Sosteniamo la promozione di un turismo sostenibile 365 giorni l’anno e tuteliamo il paesaggio, i monumenti, la nostra storia e la nostra cultura. Dobbiamo rafforzare i trasporti pubblici e sviluppare la rete ciclabile veneta.
Welfare e famiglia: Garantiamo il sostegno a tutti i tipi di famiglia, alla maternità e alle donne lavoratrici e dedichiamo progetti per gli anziani, per le famiglie con disabili.
Mafia. Non si vede ma c’è: intensifichiamo gli sforzi e la vigilanza per il suo contrasto, lavoriamo per la creazione di uno sportello legalità.
Imprese. Dobbiamo garantire alle imprese maggiore accessibilità al credito per agevolare la nascita di nuove realtà imprenditoriali. Favoriamo gli investimenti in innovazione e snelliamo la burocrazia. Promuoviamo il telelavoro, la connettività e lo sviluppo della “blue” economy.
Pari opportunità. Applichiamo il principio delle pari opportunità nella sua più ampia estensione: lavoriamo per revisionare il piano regionale antiviolenza, contro le molestie e le discriminazioni sul luogo di lavoro.
Istruzione. Tuteliamo la scuola pubblica, implementiamo i servizi per il diritto allo studio di italiani e stranieri. Creiamo una scuola che non solo educhi, ma che aiuti ciascun ragazzo e ragazza a valorizzare le proprie specifiche qualità, per costruire una società consapevole e capace di percorrere la via della realizzazione personale e sociale”.
Elena La Rocca, quanto è importante il ruolo delle donne in politica e in particolare in questa consultazione?
“Se da un lato nessuno ormai nega l’importanza del ruolo delle donne in politica, sul piano pratico c’è ancora molto da fare. La Regione Veneto, che è un gigante dal punto di vista economico in Italia, non è tra le regioni più all’avanguardia riguardo al ruolo delle donne in politica e non. Credo che la rivoluzione debba essere innanzitutto culturale e sociale: la rappresentanza politica femminile non basta da sola se poi i rappresentanti delle categorie economiche, degli imprenditori, degli apparati amministrativi (mi riferisco al livello apicale) sono uomini. Se il ruolo delle donne in politica deve essere imposto, significa che non c’è un ruolo paritario nella società, perché la politica è l’espressione, la risultanza della società che la esprime e il Veneto non è di certo all’avanguardia da questo punto di vista”.
Elena La Rocca, da consigliere comunale uscente come valuta il grande numero di liste in competizione con Brugnaro? Possono danneggiare l’opposizione o sono un valore aggiunto?
“Il grande numero di liste in competizione non è un fattore né positivo né negativo: rispecchia la grande frammentazione politica della città. Venezia è sempre stato un laboratorio politico e spesso è stata anticipatrice di tendenze nazionali, io in questa frammentazione vedo la crisi dei partiti politici “tradizionali” che non riescono a comunicare più con la loro base, è un dato di fatto. In questo quadro politico trovano spazio tante liste civiche: da un lato ne beneficia il pluralismo, dall’altro è più difficile fare fronte unico perché ognuno deve difendere la propria identità agli occhi del suo elettorato”.
Nella sua biografia scopriamo che oltre alla laurea in Scienze Politiche a pieni voti, ha sempre lavorato: lavapiatti, barista, commessa, assistente di produzione cinematografica e che ha viaggiato in tutto il mondo. Dal 2012 lavora alla Regione, da questo osservatorio privilegiato quale analisi trae per il futuro del Veneto?
“Il Veneto deve crescere: una regione che è un gigante economico, ma un nano dal punto di vista dell’ambiente, della cultura, nelle pari opportunità. Il fatto che dalla fine della Democrazia Cristiana in poi sia sempre stato governato dalle stesse forze politiche: Forza Italia di Galan e Lega di Zaia è stata la sua rovina. C’è un’anossia culturale che si rispecchia nella mancanza di qualsiasi idea di sviluppo ambientale, sociale del Veneto che non sia la semplice amministrazione dell’esistente. Zaia è un amministratore, ma non è uno statista. Si parla tanto di autonomia, ma non c’è nessuna visione per il Veneto per le prossime generazioni.
Cosa fa Elena La Rocca nei momenti liberi? Quali passioni?
“Sarebbe bellissimo avere dei momenti liberi: il poco tempo libero che ho lo dedico naturalmente alla mia famiglia. Ai miei due figli ed al mio compagno ed è sempre troppo poco. Tuttavia, anche se sono stanchissima, non esiste che io vada a letto la sera senza aver letto anche poche pagine di un libro. E’ un rito che mi rimette in pace col mondo, questo piccolo stacco da giornate faticose mi aiuta moltissimo. Poi ci sono la spiaggia il mare, la montagna, una gita in barca. Purtroppo, a causa dell’impegno politico, quest’estate penso di essere riuscita a ricavarmi un pomeriggio in spiaggia solo una volta. Ma un giorno, quando non sarò più in politica mi rifarò”.