“Il Covid ha cambiato per sempre il modo di fare impresa, dobbiamo rendercene conto e rivedere tutti i nostri processi di produzione e vendita”. Il presidente di Confartigianato Imprese Padova Roberto Boschetto spiega a éNordEst la situazione economica che stanno affrontando le piccole imprese.
Presidente Boschetto come sta reagendo l’economia padovana?
“Dopo il termine del lockdown per il Covid, solo a luglio si è tornati ad una qualche normalità: le attività sono ripartite però a macchia di leopardo. Alcune sono partite bene, ma la stragrande maggioranza ha registrato un calo dei fatturati del 30-50%”.

Qual è la situazione nei diversi settori dell’artigianato ora che il covid ha cambiato il modo di fare impresa?
“La metalmeccanica sta lavorando al 30 al 50% in meno. Meglio va l’impresa legata alla filiera della salute. Ma la grande maggioranza è legata al mercato tedesco, che stenta a ripartire post Covid. La Germania ha ancora problemi e preferisce giustamente aiutare le aziende locali in questo momento. Chi lavora con l’estero ha anche il problema che i commerciali possono girare meno. La filiera della casa prosegue con piccoli lavori, in attesa di capire come si evolverà la questione relativa all’Ecobonus 110%”.
L’Ecobonus può essere la soluzione per il settore dell’edilizia?
“Il Covid ha cambiato modo di fare impresa. L’edilizia sta cercando di ripartire, ma nuove costruzioni sono ancora poche. Ecobonus 110%, dopo mesi di discussione deve ancora partire: è stata una grande pubblicità del governo attuale. Ad oggi non sappiamo bene con certezza sul lato pratico cosa e come si potrà fare: la cessione del credito è ancora un punto interrogativo. Manca ancora la normativa completa e quindi la gente aspetta. Ad esempio i pittori sono tutti fermi e anche il settore dei serramenti, tutti stanno attendendo e hanno fermato molti lavori”.

E intanto i grande player si stanno muovendo.
“La preoccupazione è che su questo tipo di lavori si inseriscano le multinazionali, che propongo nei condomini pacchetti chiavi in mano. E poi vanno sul mercato a cercare artigiani al ribasso, costretti a lavorare per un basso guadagno. Altro problema è che possano nascere aziende improvvisate, che offrono lavori di qualità bassa e vanno a danneggiare il mercato”.
Gli interventi economici del governo hanno aiutato?
“Il governo non sta aiutando le imprese: nessuno ha bisogno dei 600 euro, ma servono politiche che aiutino il lavoro. Dobbiamo far lavorare i nostri dipendenti per riattivare l’economia con i consumi interni. I dipendenti formati negli anni sono la parte più importante delle nostre aziende: perderli perché costretti a licenziarli è molto dura per noi”.

Quali prospettive per i prossimi mesi dopo che il Covid ha cambiato il modo di fare impresa?
“Viviamo nell’incertezza. La preoccupazione è per la ripresa del lavoro a settembre, le commesse non sono molte. Gli alberghi di Abano Terme, che danno molto lavoro per il settore alimentare e artigiani è bloccato. Ogni albergo a febbraio dava lavoro al settore edilizio per gli ammodernamenti, l’anno prossimo non lo faranno, ed è una fetta importante di lavori che non ci sarà. La crisi si ripercuoterà anche l’anno prossimo, certamente nel primo semestre. Tutto questo se l’epidemia verrà governata bene, altrimenti peggiorerà ulteriormente la situazione economica di tutti”.