Emanuele Fiano, contestato a Ca’Foscari e costretto a non parlare da alcuni studenti del Fronte Gioventù Comunista (Fgc) tornerà all’ateneo veneziano il 4 novembre. Confidiamo in un clima di pacifico confronto e chiarimento. Il fatto del 27 ottobre scorso, però, ha avuto un’eco di stampa internazionale anche per la figura dell’ex onorevole Pd, molto critico nei confronti di Netanyahu, favorevole alla creazione dei due Stati e dell’autonomia palestinese. Fiano vive sotto scorta da 15 anni. Alla faccia della tolleranza!
Fiano deluso e umiliato

Deluso ed umiliato, ha voluto ricordare che la sua famiglia venne deportata, e che nel 1938 a suo padre Nedo, allora tredicenne, venne impedito di parlare a scuola, in quanto ebreo. “Quello di chi ha contestato – ha riferito in tv Fiano – è stato un atteggiamento fascista”. Lo striscione dei contestatori del Collettivo Sumud (che in lingua araba significa resistenza) era chiarissimo: “Fuori i sionisti dalle Università”. Dare del sionista ad un ebreo mi sembra ridicolo. É come dare del capitalista a Trump. Ogni tanto la storia del ‘900 dovrebbe essere riletta.
Ok la contestazione ma si deve agire anche con tolleranza e rispetto

Tuttavia sono passati in secondo ordine due momenti della contestazione: i simboli della P38, con la mano usata a mo’ di pistola, slogan usato negli anni bui del terrorismo delle Brigate rosse, e la presenza di alcune studentesse con hijab, ovvero mussulmane, una delle quali, sorridente, con la mano alzata modello P38. La cosa dovrebbe far riflettere. Durante il nazismo, il mondo mussulmano era dalla parte di Hitler, per via dell’odio coloniale verso inglesi e francesi.
Alcuni fatti di cronaca di questi giorni invitano a rivedere il nostro modo europeo, tollerante e perbenista

Alcuni esempi. La foto diffusa a Milano, con gli emigrati che stendono la biancheria e le mutande nella porta del Duomo, ovvero nel sagrato. Lo straniero che fa la pipì sull’altare in chiesa. La moschea (abusiva) fatta chiudere dal Comune a Mestre e le relative e sonore proteste. E ancora: la notizia che in una scuola in una via centrale ci sono state 61 iscrizioni di cui solo uno studente italiano. La proposta del Friuli Venezia Giulia di proibire l’uso dei burqa e del hijab. E via di seguito.
Attenzione! Tolleranza non vuol dire accettare passivamente tutto

In Europa oggi vivono circa 30 milioni di mussulmani. Francia, Belgio, Austria, Danimarca, Olanda, Svezia hanno proibito in pubblico l’uso dei burqa. La Svizzera addirittura con un referendum. Perfino l’Egitto e il Marocco hanno vietato l’ingresso nelle scuole alle ragazze totalmente velate. Mi viene in mente un fatto curioso e se vogliamo divertente, che mi é successo a Mestre dentro un tram. Ci sono tre donne mussulmane sedute, totalmente vestite di nero e coperte dai burqa e con i guanti neri (segni di totale integralismo religioso). Passa il controllore: “Biglietti, abbonamenti, tessere!”. Le tre signore esibiscono subito gli abbonamenti con foto. “E io come faccio a riconoscervi?”, dice sorridente e bonario il controllore Actv. “Dagli occhi!”, la pronta risposta.
Se dalla tolleranza si passa all’intolleranza. Bisogna anche rispettare le regole del Paese in cui ci si trova

In Italia oggi vivono circa 2 milioni di mussulmani. Ci sono problemi con le donne che vogliono emanciparsi e vivere all’occidentale. Ma non possono. Bambine segregate in casa perché non devono entrare nelle scuole miste. Le loro tradizioni non lo permettono. Ci sono molte mense scolastiche che vengono invitate a rispettare il cibi secondo le regole halal. L’ultimo caso polemico é stato l’iman della moschea di Bologna. Ha ricordato che nel sacro Corano c’è scritto che Roma diventerà mussulmana. Poi si è smentito ed è stato scacciato.

















































































