Da martedì 20 maggio il grande Nino Benvenuti (nato Giovanni a Isola d’Istria nel 1938) “ritroverà” i suoi grandi rivali-amici, lo statunitense Emile Griffith e l’argentino Carlos Monzon e con loro anche il toscanaccio Sandro Mazzinghi, altro grande rivale e un po’ meno amico. Contro lo statunitense conquistò il titolo mondiale dei pesi medi nel 1967 al Madison Square Garden, poi lo perse nella rivincita, fino a riconquistarlo nel terzo incredibile match disputato nel marzo del 1968 sempre al Madison Square Garden. La carriera di Benvenuti arrivò all’apice, ma Monzon ne decretò la fine battendolo nel novembre del 1970 a Roma per ko alla dodicesima ripresa e successivamente nella rivincita a Montecarlo sempre per ko alla terza ripresa dopo che il manager Amaduzzi decise di gettare la spugna.
Nino Benvenuti e i grandi match

Due momenti che in maniera diversa racchiudono l’incredibile carriera di questo campione, diventato un’icona non solo per il mondo dello sport. Basti pensare che nel 1967 per il primo incontro con Griffith circa venti milioni di italiani stettero ad ascoltare in piena notte la radiocronaca del famoso giornalista Paolo Valenti (poi per anni conduttore della trasmissione Novantesimo Minuto ideata in coppia con Maurizio Barendson). La mattina successiva nei bar di Roma si parlava solo ed esclusivamente di quell’avvenimento (sono stato testimone di questo, all’epoca avevo otto anni ed ero a Roma con i miei genitori).
La storia di Nino Benvenuti

Giovanni “Nino” Benvenuti è stato senza ombra di dubbio il più famoso e popolare pugile italiano di tutti i tempi, senza nulla togliere a Primo Carnera, Duilio Loi e altri pugili che hanno reso grande la boxe azzurra. Non a caso va detto che da dilettante disputò 109 incontri perdendone soltanto uno e andando a vincere la medaglia d’oro nei Giochi Olimpici a Roma nella categoria dei pesi welter, conquistando anche la famosa coppa Val Barker che veniva assegnata al miglior pugile del torneo, venendo preferito addirittura a Cassius Marcellus Clay che vinse l’oro nei mediomassimi. Per inciso va detto che in quel torneo Benvenuti doveva combattere nella sua vera categoria che era quella dei superwelter, ma la federazione pugilistica italiana gli chiese di “rientrare” in quella dei welter per portare in gara anche il lombardo Carmelo Bossi che nei superwelter vinse l’argento.
L’Olimpiade

In quella olimpiade la squadra azzurra di pugilato trionfò su tutti andando a vincere ben tre medaglie d’oro, tre d’argento e una di bronzo. Per l’appunto oro Benvenuti nei welter, Francesco Musso nei piuma, Francesco De Piccoli nei massimi. Argento Primo Zamparini nei gallo, Sandro Lopopolo nei leggeri e Carmelo Bossi nei superwelter e infine bronzo Giulio Saraudi nei mediomassimi. Proprio il mestrino Francesco De Piccoli ricorda così il suo grande amico Nino Benvenuti: “Quando io e Nino siamo arrivati nel villaggio olimpico, siamo stati messi in camera assieme e andavamo ad allenarci nella palestra della Marina Militare.

Un giorno dopo gli allenamenti siamo rientrati in camera e ci siamo accorti che proprio di fronte all’ingresso della nostra stanza c’era appesa una gigantografia di Vittorio Tamagnini , che aveva vinto la medaglia d’oro nella categoria dei pesi piuma alle olimpiadi di Amsterdam nel 1928 (nel prosieguo della carriera Tamagnini diventò campione europeo nei professionisti nella categoria dei pesi leggeri). Guardai Nino con gli occhi lucidi e gli dissi: “ Chissà se anche noi riusciremo a vincere la medaglia d’oro”. E Nino sorridendo mi rispose che sicuramente quella foto di Tamagnini ci avrebbe portato fortuna e fu così. Poi con Nino abbiamo fatto tante serate assieme da professionisti soprattutto a Roma e in altre città importanti riempiendo sempre i palazzetti. La sua scomparsa è un grande dolore per me, un pezzo di vita che se ne va, tanti ricordi, ciao Nino!”.
Il ricordo di De Piccoli

Un ricordo struggente quello di De Piccoli che ha percorso parallelamente la carriera di Benvenuti. Il salto nel professionismo fu subito esaltante per il pugile “istriano”, che vinse in meno di tre anni una trentina d’incontri nella categoria dei pesi medi, al punto che andò a disputare l’incontro per il titolo italiano contro Tommaso Truppi e vinse per k.o. all’undicesima ripresa. Nel mese di settembre del 1963 il toscano Sandro Mazzinghi conquistò il titolo mondiale contro lo statunitense Ralph Dupas. Non essendo mai stati amici, Benvenuti decise di scendere nella categoria dei superwelter per tentare di strappare la corona mondiale di quella categoria al suo grande rivale.

Purtroppo nel gennaio del 1964 la moglie di Mazzinghi morì in un incidente d’auto e Mazzinghi riportò una frattura della scatola cranica. Il 18 giugno del 1965 nello stadio San Siro di Milano finalmente i due pugili si affrontarono. La vittoria andò a Benvenuti che s’impose per k.o. alla sesta ripresa grazie ad un fulminante montante destro. Anche se il suo colpo “micidiale” era il gancio sinistro. Nel dicembre del 1965 ci fu la rivincita (nel frattempo Benvenuti aveva conquistato anche il titolo europeo dei medi battendo lo spagnolo Luis Folledo) disputata nel palazzo dello sport di Roma e vinse ancora Benvenuti ai punti al termine di quindici riprese ricche di colpi di scena. Questa rivalità tra i due grandi pugili fu spesso accomunata a quella di Coppi e Bartali nel ciclismo.
Nino Benvenuti contro Emile Griffith

La carriera di Benvenuti proseguì fino al famoso primo incontro con Emile Griffith, del quale abbiamo scritto in apertura. Nel mezzo subì una strana sconfitta contro il coreano Ki-Soo Kim che gli tolse la corona mondiale dei superwelter. Detto di Mazzinghi, Griffith e Monzon, la medaglia d’oro olimpica, i titoli europei, gli oltre duecento incontri disputati tra il dilettantismo e il professionismo. E dato da non sottovalutare il fatto che solo il francese Marcel Cerdan prima di lui era riuscito a vincere la corona mondiale dei pesi medi negli Stati Uniti venendo da un paese europeo (per la cronaca Cerdan, amante della cantante Edith Piaf, morì in un incidente aereo).
Uno dei più grandi campioni

Tutto questo la dice lunga sulla grandezza e soprattutto sulla popolarità ottenuta e mantenuta nel corso degli anni da Benvenuti. Rientra in quel novero di grandi campioni come per l’appunto Fausto Coppi per il ciclismo, Valentino Mazzola per il calcio. Klaus Dibiasi per i tuffi, Valentina Vezzali per la scherma. Pietro Mennea e Livio Berruti per l’atletica, Giacomo Agostini per il motociclismo, Alberto Tomba e Gustavo Thoeni per lo sci. E chi più ne ha più ne metta, Mangiarotti per la scherma e ultima ma non ultima la nostra Federica Pellegrini nel nuoto.
Nino Benvenuti e il cinema
Ebbe anche il tempo per dedicarsi al cinema dove diversi anni fa fu protagonista con Giuliano Gemma (suo grande amico) di un western intitolato “Vivi o preferibilmente morti”. Era entrato di diritto nella famosa “Hall of fame” del pugilato. Ora entra di diritto in un’altra grande stanza dove sicuramente oltre ai già citati Mazzinghi, Griffith e Monzon, troverà anche Cassius Clay/Mohammad Alì. Con il quale guarderanno assieme le immagini delle Olimpiadi di Roma dove furono grandi protagonisti e da dove partì la loro grande carriera sportiva. Benvenuti in quell’occasione risultò il migliore “pound for pound”.