Arturo Guerrieri, il protagonista del nuovo romanzo di Lorenza Stroppa, da pochi giorni in libreria, edito da Mondadori, è un insegnante di storia dell’arte e disegno alle scuole medie. Vive in una città di provincia friulana, Pordenone, nella casa dei nonni, dove è cresciuto dopo la morte dei genitori. È un uomo ferito, che soffre anche per l’abbandono della moglie. La cassetta delle lettere per i cari estinti, così si intitola il libro, affronta un tema importante come l’elaborazione del lutto, in un mondo come il nostro, dove la morte e la malattia, sono gli ultimi tabù rimasti. Arturo trascorre il suo tempo libero a costruire e inventare oggetti strampalati, realizzati con materiali di recupero probabilmente destinati alle discariche, che lui restituisce a nuova vita. Tra gli altri, decide di creare una cassetta delle lettere particolare per il caro estinto, da lasciare nella chiesa della sua parrocchia, complice il prete.
Chiunque lo desideri può inserirci una lettera destinata a qualcuno che non c’è più: una possibilità di parlargli ancora, di dirgli ciò che in vita, magari, non ha avuto il coraggio di confessare. Il suo amore, il suo rimpianto, ma anche la sua rabbia, a volte l’odio covato per anni o per una vita intera.
Caro estinto….

Sulla cassetta sono riportate le regole a cui sarà sottoposta: «Imbucate qui le lettere per i vostri cari; non è obbligatorio firmarsi; non serve il francobollo; le buste saranno distrutte senza essere aperte; non riceverete risposta; scrivete con il cuore» (p. 11).
Arturo sarà il custode anonimo di questo manufatto, ma non riuscirà a mantenere la promessa di distruggere le buste senza aprirle. Ogni giorno andrà a controllare il contenuto della cassetta e si porterà a casa quei dolenti messaggi. Li distruggerà, sì, ma solo dopo averli letti.
Come il più giovane dei protagonisti del film Harold & Maude (1971), Arturo ha anche l’abitudine di andare ai funerali di persone che non conosce, e di osservare le reazioni dei parenti e degli amici dei defunti. Sente la necessità di una sorta di vicinanza con la morte, con la quale sa di dover fare i conti, in qualche modo. Per lui sono una specie di esercizio di meditazione.
La riflessione

«Dicono che la morte risolva, appiani i conflitti. Forse succede a chi è già di là, ma per chi resta è diverso. A me sembra», riflette nel prologo, l’unico capitolo scritto in prima persona, mentre il resto della narrazione procede in terza persona, testi delle lettere riportate in corsivo a parte, «che siano più i casi in cui la morte apre, anziché chiudere. Ai dubbi, al dolore, alle domande. La morte lascia irrisolte le relazioni» (p. 10).
Perché si pensa sempre di avere tempo, mentre perdiamo le persone care senza essere mai preparati e senza avere modo, troppo spesso, di parlarsi veramente.
La parrocchia rappresenta una comunità che ruota attorno alla chiesa, al patronato e alla scuola media dove insegna Arturo, che si rivela presto, pagina dopo pagina, molto attento ai suoi studenti, perché è convinto che sia un ruolo non solo importante nella vita dei ragazzi, ma anche molto delicato. Così come gli piace aggiustare gli oggetti, prova ad aggiustare anche le loro vite. Perché è «fatto così, Arturo, come con le sue riparazioni creative: se trova un ostacolo non si limita ad aggirarlo, vuole comprenderlo, sviscerarlo» (p. 161).
Le lettere per il caro estinto
Così farà con Gabriele Breda, un suo allievo problematico e con Clara, la figlia di un anziano parrocchiano, giunta in città da Treviso per il suo funerale e per decidere cosa fare della sua casa.
Le lettere che vengono lasciate nella cassetta danno modo ad Arturo di venire a conoscenza dei pensieri più intimi, nascosti e inconfessabili di Clara, così come divengono rivelatori anche i disegni che Gabriele gli consegna come compiti da valutare. Entrambi stanno affrontando, ognuno per ragioni diverse, conflitti che li dilaniano nel profondo.
Questo materiale incandescente viene trattato da Lorenza Stroppa con grande delicatezza, attraverso una prosa limpida ed evocativa di atmosfere a tratti colme di tenera empatia, ma anche dure e drammatiche, entrando quasi in punta di piedi nelle vite dei personaggi che popolano le sue pagine. Non solo i due citati, ma anche Mariana, la panettiera, una donna che sta crescendo da sola tre bambini e che Don Mario, il parroco, cerca di aiutare con discrezione.
Il caro estinto e tante storie da raccontare
Un intreccio di vite che pian piano si comprende quanto, in modo inaspettato, siano legate, fino ad arrivare ad un finale sorprendente, che non riveleremo.
Chi ha letto il romanzo precedente di Lorenza Stroppa (qui la recensione: https://www.enordest.it/2022/06/05/ma-cosa-ci-dice-il-mare/) vi troverà un tema comune: l’attenzione per gli oggetti, per una loro rinascita. Si ricorderà come Corinna e Arthur (un richiamo anche nel nome del nuovo protagonista), due dei personaggi principali, avessero creato in una grotta una specie di museo dove conservare i reperti recuperati dal mare. E troverà anche la stessa sottile ricerca psicologica nel delineare lo sviluppo e il mutamento che le vicende determinano in Clara, Gabriele e Arturo.
Nella nota finale l’autrice rende merito al romanzo che ha ispirato la sua storia, Lux, di Eleonora Marangoni (Vicenza, Neri Pozza, 2021). «Gli scrittori», afferma a p. 253, «sono ladri di idee, di voci, di personaggi, di storie… in perenne ascolto del mondo, pronti a immagazzinare nel proprio archivio personale un’immagine, una frase, un oggetto o una persona che brillano più degli altri».
Spunti che poi vengono restituiti secondo un filtro personale, sviluppati dopo aver incontrato e fatto emergere uno stimolo che proviene dal profondo, chiedendo con urgenza di diventare una storia nuova, originale.
L’autrice

Lorenza Stroppa è di Pordenone. Lavora come editor in una casa editrice veneta, tiene corsi di editoria e di scrittura e occasionalmente traduce libri. Ha pubblicato con Sperling & Kupfer la trilogia Dark Heaven, scritta a quattro mani con Flavia Pecorari, e nel 2017 il romanzo La città portata dalle acque per Bottega Errante. Nel 2020 esce per Mondadori Da qualche parte starò fermo ad aspettare te, nel 2022 Cosa mi dice il mare (Bottega Errante edizioni), nel 2025, per Mondadori, è uscito Cassetta delle lettere per i cari estinti.
Lorenza Stroppa, La cassetta delle lettere per i cari estinti. Romanzo, Milano, Mondadori, 2025.
Grazie, parole precise per una lettura del mio libro preziosa e sensibile.
🙂