Un artista è davvero universale quando incanta lo spettatore armonizzando le alchimie del colore con la narrazione. Le opere pittoriche di Franco Renzulli hanno questa energia, si muovono nell’aria con fantasmagoriche esplosioni di luce accompagnate da titoli surreali e poetici come “Una nuvola stesa ad asciugare”, “Inesauribile metamorfosi di una nuvola sopra la chiesa della Salute”, “Chrysler – una città che si unisce al cielo”. Si è inaugurata in questi giorni alla Bevilacqua La Masa la grande antologica: Franco Renzulli. Opere, 1963-2020, curata da Stefano Cecchetto in collaborazione con Vera Polacek Renzulli.
Renzulli cittadino del mondo

Negli spazi espositivi della Fondazione, in Piazza San Marco, un prezioso allestimento composto da circa 80 opere, che testimoniano il percorso umano e artistico del maestro veneziano: dipinti, disegni, sculture e serigrafie realizzate in collaborazione con Fiorenzo Fallani. L’itinerario è impreziosito da un focus sui taccuini e le Ferule (strepitose annotazioni tratte dai quotidiani, storie minime che a volte sfuggono all’attenzione del lettore). Franco Renzulli (Venezia, 1945-2020) è stato un cittadino del mondo, con l’aura bizantina del suo stile da maestro del colore sembra abbia sparso polvere d’oro in ogni luogo che ha visitato. Un protagonista della cultura internazionale come racconta il curatore della mostra Stefano Cecchetto: “Franco Renzulli ha percorso una vita densa, ricca di amicizie, di viaggi e di incontri che hanno saldamente contaminato la sua esperienza pittorica. Dagli Stati Uniti all’Africa, dalla Danimarca all’Austria e poi Praga e ancora New York, un itinerario che lo porterà a riconoscersi dentro ad altre culture, in un caleidoscopio di suggestioni visive”.
Opere in movimento


È davvero così, le opere di Renzulli appaiono sempre in movimento pronte a trasmettere l’energia abbagliante della bellezza, un tocco magico che ha caratterizzato il panorama artistico del secondo Novecento veneziano, con importanti partecipazioni espositive in Italia e all’estero. Ogni pezzo esposto è una sorpresa che riempie di emozione. Uno stile originale e innovativo che scardina ogni tentativo di classificazione. Da grande appassionato di navigazione, Renzulli sfida le correnti e si libra nell’aria come le nuvole, pezzo forte della sua poetica espressiva. La mostra che rimarrà aperta sino al 20 aprile, è stata presentata al pubblico con interventi di Stefano Cecchetto, Roberto Zamberlan e Vera Polacek Renzulli, Veronica per chi la conosce da sempre. Grazie al suo certosino lavoro ha raccolto l’immenso materiale che compone il catalogo, un vero e proprio libro arricchito da documenti e splendide fotografie, come quella di Franco e Veronica in Piazza San Marco. Sembra l’incipit di una storia da romanzo e in effetti lo è.
Il lavoro di Veronica

Veronica Renzulli si è laureata in Slavistica e Storia a Monaco di Baviera. Ha frequentato la Scuola interpreti e traduttori all’Università di Trieste, parla Ceco, Inglese, Italiano, Russo e Tedesco. Ma il suo arrivo nella città lagunare nasce come un segno del destino. Giunge a Venezia nell’agosto del 1974. La sua camera non è ancora pronta, così a pochi passi dall’albergo si ferma davanti a una galleria e trova timidamente il coraggio di entrare. La galleria in questione era la Santo Stefano, quella dei mitici Aristide e Uccia Zamberlan. Aristide l’accoglie gentilmente e poco dopo vede passare l’amico pittore Franco Renzulli che sembra avere molta fretta. Il dialogo tra i due è leggendario: “Potresti mostrare a Veronica Venezia?” Risposta secca: “no”. Si sposano l’anno successivo a Tønder in Danimarca. Alla fermata del treno, prima di scendere il controllore chiede agli sposi: siete sicuri di voler scendere qui? È andata bene, scrive Veronica, sono stati quarantacinque anni di vita insieme.
Il ritrovo degli artisti


L’antologica della Bevilacqua La Masa è imperdibile, rappresenta un pezzo importante di storia veneziana, ai tempi in cui la città lagunare generava cultura a livello internazionale. Non tutti conoscono il significato che ha avuto l’Isola della Giudecca negli anni Sessanta. Luogo della classe operaia, dei portuali marittimi e di presenze leggendarie come Mariano Fortuny, Luigi Nono e Nuria Schönberg. Letterati, pittori, musicisti, un firmamento intellettuale difficile da replicare ai giorni nostri. Come la vicenda legata agli studi d’artista alla Casa dei Tre Oci denominata a quel tempo “La casa dei pittori”. Progettata nel 1912 da Mario de Maria è stata per decenni la dimora di famiglia ospitando, oltre agli atelier di Mario e Astolfo de Maria, quelli di altri artisti come Ilse Bernheimer, René Brô, Bobo Ferruzzi, Gregorio Sciltian, Friedensreich Hundertwasser e lo stesso Franco Renzulli. Ogni studio era uno spazio polivalente, luogo d’incontro, produzione e ricerca. Un confronto diretto tra gli artisti con esposizioni personali. La più bella finestra affacciata sul Bacino di San Marco e sul mondo. Qui la pittura del maestro trova nuova linfa e vigore e un respiro luministico che caratterizza tutta l’opera. I suoi dipinti si trovano ora in prestigiose collezioni straniere e italiane, come la collezione Deana per il ristorante La Colomba e quella di Alessandro e Domenico Stanziani per Il Colombo. Ha esposto in prestigiose gallerie internazionali, tra le altre: Venezia, Roma, Milano, New York, Praga, Stoccolma.
Le alchimie di Renzulli

Le alchimie cangianti della luce di Venezia non sono casuali, Franco Renzulli preparava da solo i colori (olio, uova, aglio) un artista rinascimentale aperto a ogni sperimentazione. La sua genialità luminescente avvolge anche New York con la strepitosa serie di opere dedicate ai simboli della città: Empire State Building, Ponte di Brooklyn, Chrysler, Flatiron Building (capolavoro assoluto). C’è anche “Ground zero” in memoria delle Twin Tower, struggente simbolo dello skyline di Manhattan. Racconta Veronica che il loro studio newyorkese si affacciava proprio sulle Torri Gemelle. Sono tantissime le suggestioni di questa mostra antologica.

Mentre osserviamo attentamente le opere con le fantastiche didascalie, all’improvviso arriva una “Tempesta di neve sul canale della Giudecca”, incandescenti pennellate, rosso, arancio e oro. È una tempesta che scalda il cuore.
FRANCO RENZULLI OPERE, 1963-2020

22 febbraio – 20 aprile 2025
Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa
Venezia, Galleria di Piazza San Marco, 71/C
da mercoledì a domenica
11.00 – 18.00
ingresso libero
Dott.ssa Elisabetta grazie per averci fatto conoscere un artista così importante e ricco di forme e colori. Mi stupisco come Venezia e lo stesso Veneto, rispetto ad altre Regioni italiane, abbia una così alta concentrazione di personaggi della Cultura: pittori, scrittori, musicisti, cantanti, artisti del vetro ecc. Forse c’è un dna nascosto, non scritto nel codice genetico, che si manifesta in ogni suo abitante. Mi è piaciuto molto il breve racconto biografico di Franco e Veronica, due cittadini del mondo, però legati a Venezia. La galleria della Fondazione Bevilacqua La Masa offre a Franco Renzulli sia un luogo straordinario, una vetrina che si affaccia sulla più bella piazza del mondo, sia molto spazio dove collocare ben ottanta opere che raccontano la vita artistica del pittore veneziano. Non sono un esperto d’arte, però questi colori rendono gli oggetti non definiti completamente, le forme raffigurate, più belli. Per esempio l’albero, il palazzo che vedo nelle foto a corredo dell’articolo, sembrano avere un’anima dinamica, non solo un ruolo definito dal loro stato, ma anche altro.
Articolo molto bello e completo che rende omaggio all’artista ed alla sua musa.