Siamo stati al funerale di Lea Pericoli, detta la divina, a Milano, all’addio di una diva del tennis, popolare giocatrice negli anni ’50 e ’60, la regina in Italia e non soltanto in Italia, e soprattutto, dopo, notista di costume, giornalista, commentatrice televisiva. Scrisse a lungo di tennis su Il Giornale, dalla direzione di Indro Montanelli, sino alla direzione di Vittorio Feltri. Venne valorizzata in particolare da Marco Pietro Lombardo Giassetti e da Elia Pagnoni, presenti al rito. Da non sottovalutare il suo ruolo nello svecchiare il modo di vestirsi delle tennisti, famose le sue divise persino ardite per i tempi, elegantissime e originali.
Pochi personaggi per la divina

Non moltissimi i personaggi presenti alle esequie, in parte anche perché tanti coetanei della Pericoli non ci sono più e alcuni sono novantenni con qualche problema a spostarsi da una città all’altra. Tra i presenti il figlio di Nicola Pietrangeli con la moglie, il direttore di sportsenators.it Vincenzo Martucci, firma di tennis e non solo su Il Messaggero e Il Gazzettino, Flavia Pennetta che abbiamo intervistato. Domande nostre anche alla più piccola delle sorelle di Lea, molto somigliante alla grande atleta.
Bella la cerimonia, conclusa con l’esecuzione della famosa canzone My way che ben la rappresenta: certo la Pericoli ha vissuto la sua avventura sportiva e umana alla sua maniera.
Presenti i giornalisti
Presenti, naturalmente, il presidente federale Angelo Binaghi, con Supertennis tv, Sky con Alessandro Lupi, Mediaset con Federico Mastria, Rai con una giornalista della Tgr Lombardia.
Ci siamo soffermati, in video, anche con una vicina di casa di Lea, da 40 anni.
In realtà ci attendevamo molti più personaggi del tennis, forse alcuni non li abbiamo riconosciuti o non sono potuti venire.
Certamente siamo stati gli unici ad arrivare da lontano, a parte le persone della federazione, da Roma.