L’agrivoltaico è ormai una tecnologia cruciale per il mondo agricolo accanto alla produzione primaria di cibo. Confagricoltura Venezia sostiene questa importante transizione e per questo intende prendere, ogni qual volta sarà necessario, una posizione netta e chiara, come nel caso del progetto che prevede l’installazione di pannelli solari in 18 ettari di terreni agricoli a ovest di Ca’ Solaro (in zona stazione di servizio Bazzera sud). Il progetto, presentato quest’estate in Regione da Lightsource Bp, una delle più importanti multinazionali del settore, coinvolge i terreni di proprietà della Fondazione Querini Stampalia. L’impianto potrebbe portare una potenza in immissione di 16mila kilowatt.
Il progetto è stato di recente criticato da Deborah Onisto, consigliera di Forza Italia, con motivazioni che ci hanno spinto a intervenire soprattutto per informare tutti i cittadini e quelli maggiormente preoccupati per gli effetti sul paesaggio, persone sensibili che hanno a cuore il futuro e che per questo siamo certi apprezzeranno la condivisione della nostra riflessione e delle nostre linee di indirizzo.
Accelerare su sovranità alimentare e fonti energetiche alternative
“In un periodo storico caratterizzato da cambiamenti climatici epocali e da conflitti internazionali, di cui purtroppo non si vede ancora la fine, l’Italia deve accelerare sulla sovranità alimentare ed energetica: due fronti su cui il settore primario ha tutte le carte in regola per essere protagonista – esordisce Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia. Per questo motivo è importante che si spinga sulla produzione di fonti energetiche alternative, come nel veneziano. Conciliare la produzione energetica con quella agricola, mantenendo entrambe profittevoli, non è per nulla banale, ma è una nuova sfida per noi produttori agricoli: per questo ci aspettiamo un contributo importante dalla ricerca, che ci deve fornire tutte le indicazioni per far coesistere la produzione di energia rinnovabile e l’agricoltura storica veneziana”.
Impianto agrivoltaico, strategico per sostenibilità economica e ambientale
Il Ministero ha approvato, su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che andranno a disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi.
Il GSE, nelle regole operative, ha posto dettagli tecnici e amministrativi estremamente precisi sia per quanto riguarda la fase autorizzativa sia per quanto concerne i meccanismi di controllo e monitoraggio della sussistenza del collegamento funzionale tra l’attività primaria di produzione agricola e quella di produzione di energia elettrica: sarà compito degli enti deputati monitorare quanto indicato nel regolamento operativo in modo tale da impedire forme di speculazione che potrebbero attrarre a queste opportunità, entità che nulla hanno a che vedere con le imprese agricole.
Confagricoltura Venezia intende dare un contributo tecnico per quanto riguarda la bontà di queste tipologie di impianto, che non può che vederci guardare con estremo interesse queste proposte che possono dare una valida alternativa, sia economica che di sostenibilità ambientale, agli imprenditori agricoli.
Innovazione tecnologica fondamentale come argine contro la crisi del settore
Anche Emanuele Boetto, direttore di Confagricoltura Venezia, sottolinea la necessità di fornire nuovi impulsi allo sviluppo del settore: “Vogliamo ricordare che le difficoltà economiche che attanagliano il settore primario, in particolar modo dopo la pandemia Covid 19 e acuite ulteriormente dal conflitto bellico in Ucraina, stanno mettendo a dura prova la tenuta economica delle aziende agricole e il contributo scientifico, innovativo in ambito tecnologico, può dare un supporto essenziale per arginare il rischio di marginalità economica che coinvolge le aziende agricole oggi, soprattutto rilanciando il ruolo multifunzionale che è riconosciuto all’agricoltura da molte norme comunitarie e nazionali”.
Pur comprendendo le preoccupazioni della comunità, auspichiamo che ci sia un dibattito neutrale, aperto e costruttivo, sulla questione agrivoltaico; un dibattito che possa portare l’attenzione sulle opportunità che tali soluzioni progettuali offrono grazie a una gestione attenta e altamente professionale e a un impegno serio e informato.
Assoluto interesse per il nuovo fotovoltaico come opportunità per le aziende
Per il presidente di Confagricoltura Venezia, Stefano Tromboni: “La nostra è una posizione fuori dal coro, ce ne rendiamo conto, ma mai come ora, serve entrare nel merito tecnico di queste proposte. Dal punto di vista tecnico, noi siamo favorevoli a queste soluzioni progettuali e all’impostazione normativa che permette alle aziende agricole di far coesistere la produzione primaria con la produzione di energia elettrica.
Lo sviluppo di nuovo fotovoltaico in ambito agricolo è un progetto di assoluto interesse per la nostra organizzazione e per le imprese che rappresenta, perché si pone l’obiettivo di combinare la produzione di energia con le attività agricole. Occorre garantire una nuova spinta a soluzioni agro fotovoltaiche innovative nelle quali c’è forte interazione tra la produzione agricola e quella energetica anche attraverso uso di suoli agricoli. Con i dovuti accorgimenti, un nuovo sviluppo è possibile e vantaggioso, perché non sottrae suolo alle coltivazioni, anzi, consente alle imprese di diversificare ed integrare nuove produzioni.”
Produzione energie green a braccetto con agricoltura digitale e di precisione
“Il modello che sosteniamo prevede sistemi avanzati, dove la produzione di energia green coesiste con l’attività agricola, che valorizza strumenti digitali e di precisione – aggiunge Boetto, direttore di Confagricoltura Venezia. Questo tipo di impianti, dimostrano la stretta sinergia che ci può essere tra la produzione di cibo e quella di energia: due mondi sempre più connessi e che in futuro lo saranno ancora di più.”
Agrivoltaico necessario anche per evitare svendita del settore primario
“L’agrivoltaico, va in questa direzione a nostro avviso – conclude il presidente Tromboni – ma per evitare le speculazioni, che potrebbero attrarre a questo strumento entità che nulla hanno a che vedere con il comparto agricolo, la questione energetica e di produzione primaria di cibo (la tanto discussa sovranità alimentare) devono andare di pari passo, altrimenti otterremo il risultato contrario rischiando di “svendere” i comparti del settore primario che oggi risultano più in difficoltà dopo il conflitto in Ucraina, a entità esterne al mondo agricolo e questo non dobbiamo permetterlo perché sarebbe un punto di non ritorno!”