Tre professori hanno scritto un libro destinato a incuriosire, se non a sorprendere, il popolo dei lettori perché la loro opera è concepita come un manuale di filosofia che parte… dalla fantascienza: Star Wars e la filosofia è il libro e gli autori sono Matteo Saudino con Lucilla G. Moliterno e Stefano Tancredi (Vallardi editore). Se è vero che nessuno nasce filosofo ma che tutti possiamo imparare a filosofare, allora questa è l’occasione per provarci o, per molti, di riprendere confidenza con i testi sudati un dì: la mediazione delle creature aliene e dei personaggi fiabeschi può favorire il coscienzioso e piacevole ripasso delle grandi idee del pensiero umano attraverso i secoli.

In fondo, però, questi professori con la loro giocosa didattica che ha spremuto i grandi concetti del pensiero da una saga spaziale, mirano a catturare i giovani, partendo dal presupposto che, per la loro età abbiano sicuramente più confidenza con i personaggi centrali della famosa saga cinematografica di George Lucas.
E viene in mente una parola a volte equivocata: divulgazione. Chi divulga, promuove la conoscenza usando un linguaggio semplice e chiaro: ma non semplicizza, cioè non banalizza. Una volta si diceva che divulgare significava “spezzare il pane della scienza”, cioè condividere un sapere particolare, di nicchia o, peggio, di casta. Oggi diremmo che si tratta di comunicare in modo democratico.

Come vecchio lettore-autore di narrativa fantastica, l’Anonimo si è tuffato in Star Wars e la filosofia con affettuosa curiosità, soffermandosi, per dichiarata simpatia, sulla coppia Yoda-Socrate. La distanza di secoli fra i due personaggi non li separa ma anzi le qualità dell’alieno servono agli autori per rievocare la grande lezione di Socrate, morto per non tradire la libertà di filosofare. Indimenticabile: io so di non sapere; conosci te stesso, come ti dice l’oracolo; la verità è come un dèmone – scintilla divina – che pulsa dentro di noi, nelle profondità dell’essere; non isolarti ma esci fra la gente, perché la vita è condivisione; pratica la virtù e la ragione, rifletti sulle cose che stanno “in cielo e sottoterra”, ecc. Da qui, nel libro si squaderna un panorama temporale che arriva all’attualità nella quale siamo invischiati: l’intelligenza artificiale partendo dai famosi droidi C-3PO e R2-D2 e dalla “coscienza robotica”.
Insomma, la vita si impara, purché lo si faccia sempre con “profondissimo impegno, e serissima mente”(pensiero di Yoda). A proposito, un grande intellettuale come Nicola Gardini, docente a Oxford, ha detto: “Per me studiare vuol dire leggere un libro, ma anche osservare un paesaggio o ascoltare un’amica, e vederci altro da quello che appare” (Studiare per amore, Garzanti: sottolineatura mia).
Nel fango dell’umanità
(citazione d’autore)

“…… Si comincia con la spezia del sarcasmo (quanti sono i motti o le barzellette antifemminili) e poi, piano piano, superiorità, disprezzo, ma anche una segreta e inconscia paura precipitano nella violenza che spesso colpisce proprio tra le pareti domestiche. Si dirà che anche la Bibbia ha battute misogine. È vero, come ci sono pure pagine violente. Ma proprio così si vuole dimostrare che Dio stesso sceglie di insediarsi nel fango dell’umanità per estrarre lentamente alcune creature che maneggiano la loro libertà come un ordigno, solo per colpire e distruggere. Lungo, purtroppo, è ancora il cammino della redenzione dalla violenza, lungo quanto la storia.”
Gianfranco Ravasi: Le anime delle donne nel volume Le parole del mattino, Mondadori 2011
Quello che siamo

(poesia)
Passa e trapassa il tempo,
ci attraversa anima e corpo
e lascia le scorie del vissuto
che il vento della storia
disperde
***
È scritto che l’uomo è fatto
di carne e di respiro
cioè di tempo compresso:
quello che siamo viene
dal passato
***
Noi siamo, e siamo stati,
se anche saremo non so
c’è solo buio sullo schermo
specializzato in destini
dell’umano
***
Quel che siamo lo dicono
i monumenti e la parola:
come fiori di campo ci nutre
un fertilizzante speciale:
chiamalo amore.
Anonimo ‘24