Pittrice astratta e informale, musicista e giornalista professionista. Fondatrice de “Il Cantiere delle Donne”, intervistare l’artista padovana Antonella Benanzato è ogni volta un viaggio sorprendente. Tutto vibra nel suo Universo, una sperimentazione tra musica e colore ricca di suggestioni. Una lunga attività espositiva con personali in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Ora anche un’uscita discografica, hai pubblicato “Beril – L’attimo prima del tempo” disponibile sulle principali piattaforme streaming.

“Il progetto Beril nasce durante il lockdown, quel periodo oscuro che ci ha confinato nelle nostre abitazioni, spaventati e incapaci di immaginare il nostro futuro. Avevo già scritto delle canzoni negli anni e altre ne sono nate proprio tra il 2020 e il 2021. L’incertezza del momento ma anche avere ritrovato una parte di me che avevo sempre lasciato in disparte, quella musicale, forse perché la più intima, mi hanno sospinto verso l’urgenza di farmi conoscere anche nella veste di cantautrice”.
Continui a stupirci Antonella, le atmosfere di questa creazione musicale sono bellissime. Puoi raccontare come è nata l’idea partendo dal nome con il quale ti presenti al pubblico ricco di significati misteriosi: Beril.

“L’idea di arrivare a un disco è nata dall’incontro con Veronica Marchi, cantautrice finalista di una delle edizioni di X Factor, che a Verona ha fondato un’etichetta discografica tutta al femminile, Maieutica Dischi. Le ho fatto ascoltare dei demo registrati con pianoforte e voce e da lì grazie alla sua supervisione, ha deciso di produrre il mio disco. All’interno ci sono pezzi in italiano e pezzi in inglese che avevo scritto in precedenza. Ad arricchire il tutto hanno contribuito gli splendidi arrangiamenti di Mirko di Cataldo, musicista e chitarrista. Ho scelto un nome d’arte, appunto Beril, per differenziare l’attività pittorica da quella musicale. Il nome viene da una serie di romanzi per ragazzi scritti da Mario Chiereghin, il nonno di mio marito. Beril è un folletto che abita un bosco magico in cui dirime le trame che ogni giorno nascono tra gli abitanti: coccinelle, rospi, ragni e risolve sparizioni e gialli. Una sorta di folletto detective. Siccome anch’io ho raccontato il mio mondo, il mio giardino segreto, prendere il nome di Beril mi sembrava una buona idea. Poi devo dire che ho adorato la seria dei romanzi su Beril”.
Otto tracce, testi e musica di Antonella Benanzato insieme a Veronica Marchi e arrangiamenti del musicista Mirko di Cataldo. Grazie all’unione di questi talenti “Beril” viaggia oltre la musica trasformandosi in manifesto artistico, dal suono all’arte visiva. Puoi descriverci i brani e alcune caratteristiche?

“Sì l’alchimia che è sorta tra noi è stata magica e ha portato a un risultato di cui sono molto soddisfatta. L’ho definito un manifesto artistico perché l’ambito pittorico era già noto e anche il fatto che le mie opere nascano a partire da una composizione musicale, mancava questo ultimo ma fondamentale tassello, ossia quello della forma canzone che ho finalmente potuto esprimere compiutamente. Sono otto tracce, 5 in italiano e 3 in inglese. Il titolo dell’album è ‘L’attimo prima del tempo’ e in copertina c’è una mia opera realizzata in digitale. Sono tutte canzoni che richiamano la mia intimità e la mia osservazione degli altri, un racconto che faccio in prima persona ma che è spesso rivolto al mio sguardo sull’esterno. ‘Se io sapessi’, ad esempio è un brano il cui testo è stato scritto in spiaggia mentre osservavo le persone, alcune di queste lo sanno.

È una riflessione sull’esteriorità, siamo sempre catturati da ciò che appare vincente quando invece è l’inapparenza che si rivela davvero importante. Ci lasciamo affascinare dalla superficie mentre la verità alberga sempre nei dettagli più insignificanti. ‘Vita’ invece racconta il momento della pandemia, persone che non sono riuscite a salutarsi nel momento più importante e definitivo, questo mi ha molto rattristato all’epoca. ‘Paracadute’ è una canzone d’amore, una confessione a chi si ama e non si vorrebbe mai perdere, ‘ Alla finestra’ è un invito a farsi un po’ di lato e al piacere di osservare senza essere dalla giusta distanza”.
Per l’occasione hai realizzato un’opera davvero stupenda che accompagna graficamente il progetto. Ho visto anche le varie ipotesi cromatiche per la copertina, tutte incantevoli.

“Grazie, inizialmente avevo pensato di mettere delle foto in bianco e nero che avevo scattato, poi però il desiderio di colore ha prevalso. Avevo realizzato delle opere su tavoletta digitale e tra le varie versioni cromatiche ho pensato che quella sui toni del blu si sposava al progetto. Si parla molto di amore, di cielo…”
Ci sono dei pezzi che hanno un valore particolarmente simbolico per te?

“Sicuramente ‘L’attimo prima del tempo’, è una sorta di manifesto etico che rappresenta la mia personale priorità nell’umano. Infatti a un certo punto parlo di scala musicale e metto in cima le persone che soffrono e in fondo i mediocri che non hanno visione e abbassano l’autostima e l’entusiasmo di chi vorrebbe fare. Purtroppo di queste soggettività gotiche è pieno il mondo”.
Qual è il modo migliore per ascoltare e anche “vedere” questo progetto?

“Per ascoltare bene un disco e coglierne gli aspetti anche nascosti, la cosa migliore è la cuffia. Al di là di questo dato tecnico, direi che il mio disco si può ascoltare immaginando di vedere ciò che io ho visto. Essendo una pittrice l’immagine è molto importante e anche i miei testi operano per immagini, la musica è l’elemento che le genera spontaneamente. Il mio disco è stato candidato al Premio Tenco, incrociamo le dita, non si sa mai!”.
Foto Barbara Pigazzi
Dott.ssa Elisabetta grazie a Lei conosco già l’artista Antonella Benanzato. L’abbiamo vista come pittrice, poi come musicista, adesso abbiamo anche un disco, forse uno di una produzione più ampia. Mi ricordo che nei precedenti articoli si parlava dell’unione tra arte pittorica e musica, adesso parliamo anche di arte in digitale, una evoluzione tecnologica legata ai tempi. Leggendo la bella intervista appare la forza e la ricca creatività di Antonella Benanzato, c’è attenzione per la frugalità, per la marginalità, si usa questo termine ricco di significato <>, ma poi questo mondo diventa ricco di valori. L’artista si rivolge alle persone in difficoltà che diventano interessanti e importanti. Simpatico il ruolo del folletto Beril, saranno favole bellissime, anche nel bosco ci sono gialli da risolvere.