Capita abbastanza spesso che qualcuno/a mi chieda: “Ma lei, che scrive anche di fantascienza, crede ci siano altri mondi?” Oppure: “Dobbiamo credere agli Alieni?”
Diciamo, in premessa: che ci siano di queste curiosità non è banale, basta alzare gli occhi al cielo, prima di andare a dormire, e respirare davanti all’infinito, annunciato dal palpito delle stelle. Nessuno resta insensibile a quello spettacolo, anzi, dopo lo sbarco sulla Luna (1969) è più “normale” sentirsi al mondo…
Però la curiosità nasconde un pensiero da filosofi: siamo soli nell’universo? La scienza scopre di continuo altri pianeti (i cosiddetti mondi extra sistema solare) e fra miliardi di soli forse uno di loro ha aiutato la vita a nascere; chissà, poi, in quali forme… Già nel ‘500 l’eroico filosofo Giordano Bruno è stato fra i primi a ipotizzare la molteplicità di mondi viventi nel grembo della Creazione. L’hanno bruciato.
A proposito di mondi alieni, c’è stato anche, in letteratura questa volta, chi ha cercato di indovinare la spiritualità degli Alieni, se, per esempio, – ove esistano – abbiano una religione, e magari un Libro come qui sulla Terra lo hanno le tre principali religioni dell’umanità. Un autore italiano, di cui non faccio il nome, ha scritto un racconto in cui si parla di un’astronave che vaga nel cosmo portando a bordo un Profeta e dodici seguaci che vanno alla ricerca di creature cui predicare e, possibilmente, da convertire: missionari dello spazio…
La fantascienza – rispondo – non è una scienza ma un genere letterario, è poesia degli spazi siderali, e a suo modo crea, cioè inventa, pianeti abitati da creature diverse dall’Homo terrestre. Nella mia immaginazione, ho trovato e scritto di mondi remoti e vicini, di spazi senza fine… compreso il cuore degli uomini. La fantasia ha la forza di spostare la linea degli orizzonti della conoscenza, noti anche come “confini della realtà” e allora ci troverai l’universo vertiginosamente tecnologico di un Isaac Asimov ma anche i fumetti di un visionario Sidney Jordan e la poesia dell’inimitabile Ray Bradbury.
Comunque, è lecito sognare che la tecnologia spaziale possa realizzare un giorno navi adatte a navigare nel grande oceano che è il Cosmo: gli uomini andranno alla ricerca di altri esseri intelligenti, fratelli cosmici, e soprattutto – essendo la Terra diventata inabitabile – cercheranno pianeti da colonizzare e rifondare l’umanità. Eterni migranti!
La giustizia al guinzaglio
Ah le parole, ne siamo pieni: una bulimia che non facilita i rapporti umani. Non ci pensiamo, o non abbastanza quanto ci legano, di giorno e perfino nel sonno, trasfigurate dal sogno. A volte ci avvolgono come una rete – anzi una Rete…. – altre volte ne basta una sola per turbarci. In queste settimane è accaduto con la parola guinzaglio che, nella versione ungherese applicato a una persona ci è stata propinata in modo inatteso e crudele. Sì, quelle fotografie di Ilaria Salis in ceppi, catene ai polsi e tenuta per il collo da una carceriera con il guinzaglio, come fosse una belva criminale o un animale da circo equestre! Ma tutti vediamo una persona, una giovane donna degradata come nel più cupo medioevo: siamo arrivati all’Inquisizione di Orban!?
Quell’ignobile trattamento di un essere umano, e in pieno ventunesimo secolo, quali crimini avrà commesso? Lo chiediamo perché dicono che non è una terrorista, non è un’assassina, non è una rapitrice di bambini… Ma, dicono, ha aggredito un nazifascista durante una manifestazione.
Tanta ferocia statale, tanta grottesca teatralità nel cuore dell’Europa, palesemente sproporzionata alla gravità del reato, ci offende come uomini e donne di questa “patria allargata” che è l’Unione Europea.
Diciamo che la giustizia, a Budapest, si è dimostrata succube di un potere autarchico che ha voluto umiliare e offendere una donna italiana, un’europea, ma ha ottenuto l’effetto contrario: il vero guinzaglio quegli aguzzini lo hanno stretto simbolicamente al loro collo: chi voleva degradare si è degradato agli occhi del mondo.
Visione di Venezia
(poesia)
a C. B.
Come nei teleri antichi tu appari,
proiettata sullo schermo del cielo
emergi dalle acque arcane
e dai vapori rosa del mattino.
La tua forte fragilità, ossimoro
di poeta, ti è d’invidia al mondo
che per te combatte l’aggressivo
mare verde non più domato
dai tuoi mercanti, i rozzi demiurghi
che ti hanno creata capolavoro.
Ah sposa dell’aprile inquieto
la tua voce di sirena dilaga
nell’alba su tutta la Terra:
l’appello è per noi. Eccoci, Madre.
Anonimo ‘24
La giustizia – o l’ingiustizia … argomento infinito. Non saprei dove cominciare a ragionare. Mi verrebbe semplicemente da dire che – non esiste, qui in terra.
Miliardo più, miliardo meno , dal big ben sono passati quattordici miliardi di anni ed io , ignorante , spero che altrove ci sia un altro tipo di sapiens . Non mi rassegno all’ idea che in questo puntino di sabbia , tra tutte le galassie , ci siano ancora persone che pensano di risolvere i problemi con la guerra. Approfitto della Vostra ospitalità, perché desidero ringraziare Sindaco , Prefetto , Governatore , forze dell’ ordine , volontari e Vaticano per la bellissima accoglienza a Papa Francesco . È stata una bellissima giornata .
A proposito di Papa Francesco, mi ha commosso che la prima visita l’ ha fatta proprio alla Giudecca, al carcere femminile . Il mio amico anonimo e la Sua Musa Ispiratrice conoscono bene quel posto e vi hanno lavorato tanto . Attraverso il giornale , voglio ringraziarli tanto tanto tanto .
Vi prego di correggere il mio svarione di ieri e di scrivere ” big bang ” che gli scienziati affermano sia stato l’ origine dell’ universo. Grazie