Zigzaghiamo come sempre, anche come da nostro cognome. Siamo di Reggio Emilia e allora incominciamo per comodità con la conferenza stampa del ds Roberto Goretti che è stato un buon calciatore, anche del Perugia, la sua città. Rivela la strategia di Pafundi, il talento dell’Udinese. “Ci ha tenuto in standby per troppi giorni, voleva evidentemente l’estero dall’inizio. E’ andato in Svizzera”. E parliamo del 16enne che Mancini convocò in nazionale senza che avesse mai debuttato in serie A.
A Goretti chiediamo la professione di ds, declinata alla propria provincia, al sud e al nord, quasi non risponde
Continuiamo sul mercato con due situazioni classiche. L’attaccante Pettinari era stato dichiarato da cedere, da Nesta, adesso è rimasto. “Erano 5 giocatori vendibili, Pettinari ha chiesto di allenarsi a parte, a fine calcio mercato è rimasto. Ora dovrà pedalare più degli altri per riconquistare la fiducia”. Insomma, un calciatore arrivato ad agosto non rientra già più nei piani ma non si trovano acquirenti.
Con le nostre domande sempre slegate dall’attualità passiamo al mito, Alessandro Nesta, allenatore
“Il mio vice – racconta – era l’unico non ex calciatore di vaglia al corso di Coverciano, ha letture uniche”. Letture di gioco, di tattica, di anticipazioni di soluzioni, ovviamente. E magari anche di cultura, perchè no?
Ancora Nesta: “Ho smesso a 39 anni. In India giocai solo 3 partite, resti due settimane, con Marco Materazzi che era giocatore, con il numero 10, e anche tecnico. Non fu una buona esperienza”.
Nesta ha avuto alcuni grandi proprietari e presidenti, i Cragnotti alla Lazio, padre e figlio, Berlusconi al Milan, padre e figlia, Santopadre da tecnico al Perugia, Saputo in Canada, Stirpe al Frosinone. Fra questi, azzardiamo il parallelo con Romano Amadei, il patron di Immergas e della Reggiana. Firmò l’unica promozione e salvezza in serie A del Modena da mezzo secolo a questa parte. Al 90′ era in serie B, con il Brescello, la squadra del paese di Peppone e don Camillo, 4200 abitanti, beffati da Ezio Glerean, il teorizzatore del calcio olandese, 3-3-4, con il Cittadella. Sì, il leggendario Citta, per la seconda volta in B.
“Amadei è diverso perchè mai parla di formazione, non interviene mai, entra in spogliatoio per magari abbassare la tensione. Stirpe è fin troppo presente”. Per non parlare di Berlusconi, che parlava del 4-3 e fantasia, definizione di Adriano Galliani, ora al Monza.
E’ scomparso Kurt Hamrim, la leggenda svedese
Ci fa ripensare alla storia della Fiorentina, i tanti trofei viola negli anni ’60 e ’70, pensare a quando nel 1957 la Fiorentina raggiunse la finale di coppa dei Campioni, persa di misura con il Real Madrid di DiStefano e Puskas. Da allora è stata fra i campioni appena due volte, con Giovanni Trapattoni e poi con Cesare Prandelli.
Senza dimenticare la Svezia vicecampione mondiale nel 1958, con l’uccellino, appunto.
Da una nostra intervista ad Hamrim quando compì 80 anni
Un metro e 70 di classe e velocità, è stato bandiera della Fiorentina con cui vinse l’unico trofeo europeo dei viola, la coppa delle Coppe.
Abita a Firenze, dietro a Coverciano, dunque vicino al settore tecnico della Federcalcio. Si racconta accanto alla moglie Marianne, che in Svezia lavorò come fornaia e gli ha dato 5 figli.
Kurt, oggi in chi si rivede?
“Mi piace Dybala, l’argentino del Palermo. Credo mi somigli, ultimamente mi ha fatto divertire più di tutti, nel vederlo giocare, nelle sintesi”.
E’ un paragone impegnativo, considerato che lei è stato anche vicecampione del mondo, con gli svedesi, nel ’58.
“Però a me piace veramente. In passato il giocatore che mi assomigliava di più era Paolino Rossi”.
Fra i suoi primati c’è il fairplay…
“In carriera non sono mai stato espulso e neppure ammonito. Anche per questo non amo i giocatori fallosi”.
Restiamo in Emilia, con il nostro racconto, video – la ripresa è della società
Parliamo del Bologna. A Odgaard, attaccante nuovo acquisto, chiediamo di studi e Danimarca. Curiosamente, non ha alcun idolo fra i connazionali. “La mia generazione è cresciuta nel mito di Ronaldinho”. Ha lasciato la Scandinavia presto, al punto da interrompere gli studi.
Più generoso nelle parole l’ad Claudio Fenucci al quale chiediamo del decennio di Joey Saputo, patron canadese.
“Ci sono state difficoltà, adesso inseguiamo la vera Europa”. Ovvero il quarto posto. Sensazione mia è che i rossoblù arriveranno soltanto a sfiorare i due obiettivi europei. Ne parlavamo anche con Thiago Motta, brasiliano con avi polesani. Per finire settimi, dovrebbero arrivare davanti a due fra Lazio, Napoli, Roma, Fiorentina e Atalanta, molto improbabile.
“Il presidente ha il Montreal, in Canada, gli basta, non imiterà il Manchester City che ha una decina di club, nè l’Udinese, che ha ceduto il Granada, in Spagna, e mantiene solo il Watford. Si potrebbe fare la seconda squadra, ma poi preferiremmo acquistare quote di altri club, magari in categoria inferiore”.
Le 8 super stagioni per l’Atalanta, grazie a Giampiero Gasperini, l’esaltazione del Genoa con il mite Alberto Gilardino e del Bologna per Thiago Motta, altro personaggio molto composto, fanno riflettere sulle grandi tifoserie e sull’incidenza delle vittorie sulla qualità della vita dei tifosi, degli abitanti.
Immaginate la gioia che provoca essere friulani, dal ’95, con la serie A ininterrotta, qualcosa di incredibile, rispetto, per esempio, alla serie A che manca da Trieste dal primo dopoguerra, a Gorizia non c’è mai stata, tantomeno a Pordenone. Che pure con Attilio Tesser arrivò alla semifinale playoff, in serie B.
In serie B, Il Bari esonera ancora
Dopo Mignani, sconfitto in finale playoff, via anche Pasquale Marino, tecnico che generalmente gioca molto bene. Temo che il figlio di De Laurentiis somigli un po’ al padre, nell’impulvisità. Ma il problema è che quest’anno la rosa è inferiore a quella beffata dal Cagliari allo scadere, da Pavoletti, in finale per la serie A.
Anche Inzaghi
E a proposito di esoneri, ecco all’ultimo momento quello di Pippo Inzaghi dalla panchina della Salernitana. La differenza tra Filippo Inzaghi, allenatore a cui la serie A va larga, ma ne ho visti di peggiori, e Davide Nicola, artefice di 2 miracoli clamorosi e comunque di una salvezza dignitosa al Genoa.
La Salernitana è destinata a staccarsi. Continuano a scegliere gli allenatori per il nome che portano, per il passato da calciatore. Filippo ha fatto molto bene, alla Reggina, al Benevento e al Venezia, in B – a Venezia anche in C -, ma in A con il Bologna è stato disastroso. Dopo di lui, Mihajlovic e Thiago Motta hanno fatto infinitamente meglio e con una rosa non così forte. A Benevento girone d’andata super, ultimo terzo di campionato disastroso.
Ma quando Nicola compie un capolavoro, è lui da tenere, anche se l’anno successivo fosse retrocesso. Idem, a Crotone.
In serie D, siamo stati a Lentigione, per l’1-0 del Carpi
Minel Sabotic resta a lungo a terra, c’è urgenza di soccorsi, l’ambulanza non riesce a entrare. comunque muove le gambe, il peggio passa in fretta, resta la paura collettiva.
Raccontiamo in video noi e il Romano Amadei di cui sopra.
Il figlio Alfredo, invece, dice: “Quando papà non ci sarà più, non continuerò a investire nel calcio”.
Amadei padre e figlio sono gentiluomini, come pochi, nello sport
Un arbitro di 15 anni è stato colpito al volto dal padre di un calciatore al termine di una partita del campionato regionale Under 14. A Gargallo, nell’Alto Novarese, dopo Gozzano e Città di Baveno , il padre di un giocatore della squadra di casa, approfittando del fatto che il cancello era rimasto aperto, si è introdotto nella zona adiacente agli spogliatoi colpendo al volto il giovanissimo dell’Aia di Novara. L’arbitro ha chiamato i Carabinieri per poter lasciare il campo in sicurezza, lo schiaffeggiatore è stato identificato: ha procurato una contusione con prognosi di 5 giorni. Vergognoso.
Basket, il videoaffrescone, da Reggio, con Dino Meneghin, Bob Morse, Orazio Rustichelli. Il film, splendido, la serata fra palasport e comune.
Volley, la hall of fame
Michele Pasinato, padovano di Cittadella, la vedova Silvia: “Grazie per avermi fatto conoscere un mondo fantastico”. Carlo Gobbi alla memoria. Ricordati anche Gianfranco Briani e Beppone Brusi. Lilli Bernardi, la regina di Ravenna. Aristo Isola, grande parmigiano, come dirigente. Dionisio Lequaglie per il beach, il videoaffrescone.
Tuffi, l’argento mondiale dai 3 metri per Lorenzo Marsaglia, romano, e per Giovanni Tocci, cosentino
Le prospettive olimpiche degli sport natatori. I pass olimpici. Nel nuoto di fondo, qualificati Acerenza 7/o e Verani 8/o. Che però lascia a Paltrinieri: “Un onore cedergli il posto”. Anche nei tuffi, Sarah Jodoin di Maria, 4^ e Maia Biginelli, 18^, rappresenteranno l’Italia dalla piattaforma a Parigi.