Federico Maria Sardelli è un profondo conoscitore di Antonio Vivaldi e uno dei maggiori esperti e appassionati del grande compositore, tanto da avergli dedicato diversi studi, esecuzioni e messe in scena. Le sue ricerche lo hanno portato a narrare, nel fortunato romanzo L’affare Vivaldi pubblicato da Sellerio (2015), la rocambolesca storia del ritrovamento dei manoscritti delle sue musiche. Sardelli ha dato alle stampe, sempre per Sellerio, un nuovo libro dal titolo Lucietta. Organista di Vivaldi, che unisce le due forme di scrittura, narrativa e saggistica, per dare il giusto risalto a una figura che la Storia ha dimenticato: una delle figlie della Pietà, l’istituzione veneziana che accoglieva le trovatelle e formava le più dotate nell’arte del canto e nello studio della musica e dei vari strumenti.
Sardelli, nel 2021, ha ricostruito in un saggio – lui finissimo pittore e incisore oltre che musicista – i tratti somatici del Prete Rosso (Il volto di Vivaldi, Sellerio) attraverso l’analisi dei dipinti e stampe che lo ritraggono e della sua biografia.
Lucietta e Vivaldi, due vite legate
In un arco temporale che va dal 1677-78 (nascita di Lucietta e di Vivaldi) fino al 1757 (anno in cui lei muore) si dipanano due vite che scorrono parallele e spesso si incrociano creando uno speciale sodalizio che ha come collante la musica. Nel volume si alternano capitoli narrativi (Fatti immaginati) e capitoli a impronta saggistica (Fatti documentati). I primi mettono in scena i momenti salienti della biografia dei due protagonisti, mentre i secondi approfondiscono molti aspetti del contesto storico in cui essi sono vissuti: la Venezia sei-settecentesca, le condizioni di vita delle “putte” della Pietà, il regime alimentare a cui erano sottoposte, le rigide gerarchie che regolavano la loro esistenza, i piccoli privilegi di cui godevano le “figlie di coro” rispetto alla miseria delle “figlie di casa” destinate ai lavori manuali.
La pietà di Lucietta per un fragile Vivaldi
Il lettore segue il dipanarsi di queste due esistenze che si specchiano l’una nell’altra: Lucietta cresce nell’ambiente asfittico e umiliante dell’orfanotrofio ma trova nella musica un modo per esprimersi e darsi un senso, Vivaldi, gracile e malaticcio, diventa prete e compositore apprezzato e famoso a livello internazionale. Tra loro si crea un’alchimia, una profonda e speciale comprensione che durerà per sempre.
L’ambiente femminile della Pietà viene descritto nei minimi dettagli. Con le gelosie, le invidie, le privazioni, le miserie, le umiliazioni e le poche soddisfazioni a cui erano sottoposte le orfane. A questo luogo soffocante e angusto si contrappone la luminosità e lo sfarzo della vita in villa. A Oriago, a cui Lucietta può accedere per brevi periodi a causa delle sue precarie condizioni di salute. La villeggiatura le viene prescritta dal medico e questo le apre un mondo completamente diverso. In queste pagine Sardelli si diverte, in un susseguirsi scoppiettante di dialoghi godibilissimi, a dare prova del suo fine umorismo: gli “a parte” di sapore goldoniano svelano l’ipocrisia di dame e cicisbei e anche l’imbarazzo di una povera ragazza catapultata in una realtà sconosciuta.
Il commento dell’autore
L’autore ha affermato in un’intervista che ha voluto raccontare la vita di Lucietta perché la storia della musica barocca è stata fatta anche da queste persone ormai dimenticate. Ritenendo giusto «rendere loro merito e farle rivivere, ricucendo il filo che si era spezzato della loro memoria». Il suo intento – più che appartenere alla “storia delle donne” o alla “storia al femminile” come sostiene nelle Note sulle fonti a conclusione del libro – è quello di far luce sulla discriminazione determinata dalle condizioni sociali. Perché per le donne potenti le fonti documentarie non mancano. Mentre sono quelle appartenenti alla classe dei diseredati che vengono dimenticate e di cui non si trova quasi traccia negli archivi.
Federico Maria Sardelli ha condotto una rigorosa ricerca d’archivio per ricostruire la vita di Lucietta. Ma, come afferma egli stesso, ha anche un debito di riconoscenza verso la storica Micky White, che ha studiato a lungo le “figlie di coro” della Pietà e ne ha scritto sulla rivista “Informazioni e studi vivaldiani”.
Lucietta e Vivaldi e la “loro” Venezia
Il libro di Sardelli è ricco di dettagli sul mondo settecentesco veneziano: dagli abiti sfarzosi delle nobildonne paragonati al saio delle putte, alle ricette dei raffinati cibi serviti alla tavola dei Priuli che ospitano Lucietta in villa, alle atroci tecniche chirurgiche che essa deve sopportare nel tentativo di evitare la cecità. Molto spazio è dedicato naturalmente alla musica, alle lezioni di strumento, alla costruzione e ampliamento degli organi a cui si applicheranno le agili dita di Lucietta, e anche alla limpida scrittura di Vivaldi sulle partiture.
Un plauso particolare va poi all’abilità con cui l‘autore, toscano, si destreggia con il dialetto veneziano. Senza imprecisioni e/o stonature, in una resa totalmente credibile e anch’essa musicale.
Chi è lo scrittore
Federico Maria Sardelli è saggista, direttore d’orchestra, compositore, pittore, scrittore e autore satirico. Dirige nelle maggiori istituzioni concertistiche ed è protagonista della rinascita vivaldiana dei nostri tempi. Membro dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, è responsabile del catalogo vivaldiano. Fra i suoi libri, il Catalogo delle concordanze vivaldiane (2012). Per Sellerio, L’affare Vivaldi (2015), vincitore del Premio Comisso per la Narrativa e del Prix Pelleas, Il volto di Vivaldi (2021).
Federico Maria Sardelli, Lucietta. Organista di Vivaldi, Palermo, Sellerio editore, 2023.
Ho letto con intéresse ” L’ affare Vivaldi” in quanto interessato alle vicende legate alla vita di Giacomo Durazzo, ambascitore dell’ Impero d’Asburgo a Venezia con villa e teatro a Mestre, allé Barche sul canal Salso. Grande collezionista di opére d’ arte, di libri antichi e incisioni. Fui lui ad acquistare e possedere númerosi manoscritti di opére vivaldiane.
L’affare Vivaldi è un’accurata ricostruzione storica, ma anche un romanzo di piacevolissima lettura. Mi fa piacere che tu l’abbia apprezzato.