In occasione della scorsa puntata de “La Voce di E’nordest” all’ultimo siamo riusciti a creare un collegamento dove ha partecipato alla trasmissione Filomena Lamberti in diretta telefonica da Salerno, il suo intervento ha rafforzato il tema della puntata che annunciava l’iniziativa ideata e curata dalla personal coach nordik workout, Flavia Brazzoduro, ideatrice della camminata #amoresenzalividi, prevista per domenica 12 novembre prossimo.
Il racconto di Filomena
Sulla scia di questo mese dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne il racconto di Filomena ci ha reso maggiormente consapevoli della tragicità di alcuni fatti, che ascoltiamo e vediamo in televisione e sembrano non arrivarci mai vicini, invece Filomena tocca le nostre corde più intime e il suo racconto si fa vivo e ci entriamo dentro.
Sono le 4 del mattino del 28 maggio del 2012 quando Filomena Lamberti, a Salerno, sta dormendo nel suo letto. I suoi sono sempre stati sonni agitati accanto ad un marito aggressivo e minaccioso, che ha sopportato per i figli e la mancanza di una vera indipendenza economica. Dopo trent’anni di matrimonio con un marito molto violento decise di separarsi. I tre figli maschi sono ormai diventati grandi, possono andare per la loro strada. «Mentre dormo – racconta Filomena che oggi ha 64 anni – mi si avvicina e mi bussa sulla spalla. Urla: guarda che ti do. Su viso e corpo mi versa una bottiglia di acido solforico».
È la prima donna, in Italia, aggredita e sfigurata in questo modo
Il volto inizia a colare, bruciavano la fronte, gli occhi, il naso, il mento, il collo, i capelli, il braccio, i fianchi, le gambe. La sua conquista è oggi quella di essere una donna libera che ha ricominciato a vivere. Sta sempre un po’ meglio. Anche se, come è evidente, quel gesto su di lei si vede.
E dopo di lei molte altre donne sono state massacrate dall’acido, come Jessica Notaro, Lucia Annibali, Domenica Foti, Maria Chiara Tonelli, Lucia Cainelli da uno sconosciuto e Reshma Queshi sfigurata da un gruppo di uomini tra cui il cognato. Tante storie come quelle di Filomena, dove soprattutto ex compagni sono arrivati a deturparle e in altri casi ben oltre, come in questo solo 2023, 80 donne, sono state vittime di atti di femminicidio.
E’ cambiato qualcosa dal 2012 ad oggi?
“Per fortuna, oggi i colpevoli vengono puniti nel modo giusto. Mio marito è stato condannato solo a diciotto mesi per lesioni gravi in famiglia. Ne ha scontati alla fine quindici per buona condotta. Meno di un mese dopo l’aggressione il processo per direttissima era concluso. Ci fu il rito abbreviato e patteggiamento. Io ero ancora in terapia intensiva. Non sono stata mai vista, né ascoltata da nessuno, nemmeno dall’avvocata di fiducia che nominai».
Quando suo marito è uscito dal carcere come ha commentato il fatto?
«Ha detto: lo rifarei, di fronte alle telecamere de Le Iene».
Lei racconta il suo matrimonio come una storia di scenate e violenza. Perché è rimasta?
«Abusava di superalcolici, diventava aggressivo. Io ero convinta, come tante altre, di poter fare la crocerossina e di cambiarlo. Macché. Erano solo botte e insulti. Sola contro un mostro. Un grande amore si trasformava sempre più in odio, poi avevo i bambini e lavoravo con lui, non ero indipendente e questa è una piaga importante, poiché loro si sentono più forti nelle decisioni e nel tenere la donna sottomessa».
Lavoravate insieme, per questo ha aspettato tanto per la separazione, vero?
«Avevamo una pescheria insieme. Temevo di trovarmi senza disponibilità economica. A un certo punto, però, non ce l’ho fatta più. È iniziata la mia ribellione. Lui mi minacciava dicendomi: se te ne vai, ti metterò su una sedia rotelle, ti spezzo le gambe.»
Durante il calvario durato anni e più di trenta interventi come ha reagito nel corso degli anni, lo racconta nel suo libro “Un’Altra Vita”
«Parole non ne potevo dire appena accaduto, visto come ero ridotta. Quando sono arrivata al Centro grandi ustionati al Cardarelli di Napoli, come ho scritto nel mio libro “Un’altra vita” che porto in giro per l’Italia , edito dall’associazione a cui appartengo “Spaziodonna” di Salerno, ho pensato: sono una donna libera, finalmente, giro l’Italia per raccontare la mia storia ed il prossimo 17 novembre dalle 2045 sarò a Fossò (VE) nel vostro Veneto.”
Filomena è riuscita a recuperare parte della mobilità nonostante il forte danno sul suo corpo?
«Ho un braccio più corto dell’altro perché le cicatrici me lo hanno fatto ritirare. Il viso e il collo sono sempre meno elastici. Ma i trattamenti sono costosi e non me li posso permettere».
Non fanno parte della terapia?
«No, nel nostro Paese le cicatrici non sono considerate malattia ma solo estetica. Ho dovuto rinunciare a molte cure. Le cicatrici degenerano e peggiorano».
Il sistema sanitario copre gli interventi e salva la vita ma il dopo è a carico del paziente?
«Esatto. Io sono stata ultimamente aiutata dall’associazione “Women for women” di Donatella Gimigliano che mi ha dato l’opportunità di usufruire della metodologia Biodermogenesi per la rigenerazione tissutale. Sono stata inserita nel progetto RigeneraDerma che offre gratuitamente a 500 persone, che non possono permettersela, la cura per le cicatrici. Le donne che hanno subito violenza in testa».
Filomena, ora sta meglio?
«Questa terapia mi sta permettendo di riacquistare la sensibilità. Avverto la consistenza delle guance. Sento di nuovo il vento in faccia. Non me lo ricordavo più. Anche questo cancella un’aggressione con l’acido. Come ricordo sempre ai ragazzi quando vado a parlare nelle scuole».
Passa molto tempo a parlare con i giovani
«Sì, mi faccio vedere. Mica posso star chiusa in casa perché ho il viso devastato. Con loro porto avanti la mia battaglia. Vado sempre nelle scuole e parlo con i ragazzi, racconto la mia storia, cerco di seminare, ma tutto nasce dalla famiglia, è nel nucleo famigliare che volte nascono
Certe dinamiche, e le donne devono imparare anche a loro volta a fare delle scelte e ad aver coraggio e non sottomettersi, una volta è uno schiaffo, poi un calcio, poi spintoni, poi aggressioni, minacce, fino ad epiloghi sempre più tragici e la cronaca ogni giorno ci racconta”
Per quasi trentotto anni sopportò violenze e angherie da parte di un marito violento, come molte tante altre donne, quando poi decise di dire basta, chiedendo la separazione, lo stesso l’ha sfregiata irrimediabilmente con l’acido solforico. Da allora Filomena Lamberti, 60enne mamma di Salerno, entrò ed uscì dagli ospedali per interventi ricostruttivi. “La mia vita è sempre più dura, ma me la tengo stretta: è troppo preziosa”.
Filomena e il libro
Filomena Lamberti sarà ospite della serata dal titolo “Incontro sul tema della Violenza sulle Donne” e presenterà il suo libro “Un’altra vita” l’evento come già annunciato si terrà venerdì 17 novembre prossimo a partire dalle ore 20.45 Ca’ Qualtiero a Fossò in provincia di Venezia. All’evento interverranno: il capitano Martina Perazzolo, comandante della Compagnia Carabinieri di Chioggia e Roberto Piccione, sostituto procuratore della Repubblica di Venezia.
L’incontro è organizzato dall’Associazione International Police Association delegazione Veneto in collaborazione con il Comune di Fossò Assessorato alle Parità di Genere e con Estia centro anti-violenza di Venezia.
La camminata per Filomena
Ricordiamo che sono ancora aperte le iscrizioni per partecipare alla camminata #amoresenzalividi ideata dalla personal trainer Flavia Brazzoduro, presso il Parco San Giuliano prevista per domenica 12 novembre, con partenza alle ore 9.30, il ritrovo alle 9.00 in zona Porta Gialla, vicino pattinodromo. Si consiglia di indossare a simbolo della tematica un accessorio di color rosso, per la partecipazione è richiesto un piccolo contributo minimo di 5 euro, che sarà raccolto per essere donato al Centro Antiviolenza del Comune di Venezia. Questa camminata ha la particolarità di attivare una connessione virtuale attraverso un collegamento diretto con altri numerosi gruppi sparsi in tutta Italia per fare rete e raccogliere foni per i vari centri antiviolenza.
Si ricorda che il numero massimo di partecipanti è di un massimo di 100 persone ed è aperta a tutti, donne, uomini e bambini.