I loro tavolini sono spesso un luogo per incontri di vario genere, sentimentali o d’affari, per esempio. Ci si dà appuntamento lì per due chiacchiere con gli amici. Per passare del tempo in compagnia. Oppure, come nel caso della scrittura, un posto a sedere rappresenta, pur nella possibile confusione di uno spazio pubblico, una sorta di oasi, di isola, dove estraniarsi, rimanere soli con le proprie ossessioni. Infatti molti scrittori li hanno eletti a luogo privilegiato di lavoro: Charles Bukowski e Luciano Bianciardi, per esempio, ma anche J. K. Rowling. Stiamo parlando dei bar, ovviamente, oggetto di un delizioso libretto che Paolo Ciampi ha voluto dedicare a questa realtà tanto familiare a tutti noi, che tuttavia si può riscoprire attraverso un vero e proprio viaggio, proposto nella collana dell’editore Ediciclo “ “Piccola filosofia di viaggio”, appunto.
Non è solo un bar ma un posto di incontro
La terapia del bar. Piccole storie di luoghi resistenti, baristi filosofi e varia umanità, di Paolo Ciampi, appena uscito in libreria, si rivolge direttamente al lettore usando la seconda persona singolare che però si può anche intendere come una forma riflessiva, come svela lo stesso autore.
“Tu sei il tu che sono io, il tu che se n’è andato al bar mentre io ero inchiodato al computer, il tu che non avrebbe perso tempo così, tanto lo stava serenamente perdendo al bar. Il tu sono io e che non vedo l’ora di raggiungere” (p. 92).
Perché, se è vero che questo luogo ha molto a che vedere con il bisogno di incontrare persone, è strettamente legato anche al bisogno di essere ritrovato e anche di ritrovarsi, magari in solitudine.
Il bar che abbatte le barriere
Nelle ipotesi che vengono fatte in merito alla sua etimologia, una fa risalire questa parola monosillabica ad una contrazione di “barriere”, cioè sbarra. Nelle prime colonie americane una sbarra indicava la parte riservata alla vendita degli alcolici in osterie e taverne (p. 15). Un’altra ipotesi fa invece riferimento alla parola “barred”, vale a dire sbarrato: tali erano certi locali durante il proibizionismo. Pertanto il significato evocherebbe un luogo chiuso, separato, segnato da una specie di confine. A Firenze, poi, nel 1898 si inaugurò il primo locale dove il caffè si beveva in piedi: era un Banco A Ristoro il cui acronimo è, guarda caso, BAR (p.19).
Posti giusti per gente giusta
Viaggiando in rete si possono scoprire quelli più curiosi e spettacolari: li possiamo trovare a Bankok, Hong Kong, Las Vegas, Bali, Santorini, Quebec City, per dirne solo alcuni. Ma questi, come dice Ciampi, sono “posti giusti per gente giusta” (p. 23). Se vogliamo invece conoscere abitudini e gusti degli avventori di una città o, meglio, di un paese, allora dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sui più ordinari Bar Centrale o Bar Sport. Ogni località ne ha almeno uno. Osservare ciò che avviene al loro interno è come condurre uno studio sociologico. Per esempio: questi locali si possono suddividere nelle due categorie: “bar di passaggio” e “solito bar”. Stefano Benni, invece, nel suo romanzo Bar Sport, conia una diversa collocazione: Bar Peso (i bar di una volta) e Bar Fico. Un’altra categoria è invece l’American Bar, dove si consumano in prevalenza cocktail.
Non è solo un bar quello che ha un’anima
Tra le pagine di questo libro moltissimi sono i riferimenti musicali, letterari e cinematografici: Luciano Ligabue, Francesco Guccini, Marco Malvandi, Giorgio Gaber, Franceco Nuti, Vinicio Capossela, Gino Paoli, Vasco Rossi ci hanno lasciato ognuno a modo suo delle immagini e delle atmosfere indimenticabili.
Ciampi non trascura ovviamente la figura costante che anima il bar: il barista, confidente, psicologo, maître à penser. E ci ricorda anche che i giochi qui trovano forse una delle ambientazioni più naturali: le carte, il flipper, il biliardo, e ora, purtroppo anche le slot machine.
Questo libro è davvero un viaggio che ci spinge anche a ricordare i bar della nostra vita, con i loro personaggi curiosi, gli incontri che vi abbiamo fatto, i momenti che vi abbiamo vissuto.
L’autore
Polo Ciampi. Giornalista e scrittore fiorentino, ha all’attivo oltre venti libri con diversi riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali. Tra i suoi editori Vallecchi, Giuntina, Mursia, Clichy. Per Ediciclo è già uscito con L’Olanda è un fiore. In bicicletta con Van Gogh e con Tre uomini a piedi. Nel 2017 ha vinto il premio Albatros – Città di Palestrina della giuria degli studenti e il premio per la divulgazione scientifica “Li omini boni desiderano sapere” assegnato dalla città di Leonardo da Vinci. È molto attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura e partecipa a numerose iniziative nelle scuole. Ha due blog, ilibrisonoviaggi.blogspot.it e passieparole.blog.
Paolo Ciampi, La terapia del bar. Piccole storie di luoghi resistenti, baristi filosofi e varia umanità, Portogruaro, Ediciclo editore, 2023.