Conobbi la Lollo nei primi anni ‘70, quando ero in cronaca al Messaggero. Era nel pieno della bellezza e del sex appeal a 45 anni ma cominciava a diradare la sua presenza al cinema. Era ancora richiesta da registi e produttori di Hollywood e di tutto il mondo quando scopri la vocazione per la fotografia e poi per la scultura. A presentarmela una sera fu Nino Manfredi e simpatizzammo subito perché apprezzai la sua nuova passione per la cultura mentre abbandonava quella più popolare per il cinema. Da allora la intervistai spesso. Era lei ad avvertirmi quando aveva novità da comunicare.
Il mio rapporto con la Lollo


Mi divertiva il cruccio con cui mi raccontava di essere sempre arrivata seconda o terza a qualsiasi concorso di bellezza. Nella vita, invece è stata la sola – assieme a Sofia Loren, di cui non fu mai amica – ad arrivare a Hollywood e recitare assieme ad attori come David Niven, Marcello Mastroianni, Humphrey Bogart, Anthony Quinn, Burt Lancaster e tanti altri, e diretta dai più grandi registi.
La Lollo fotografa

Un giorno – alla vigilia di Natale del 1976 – consigliai al principe Vittorio Massimo, di cui ero buon amico, che stava per sposare l’attrice brasiliana Josepha Soares, dopo il divorzio da Down Adams, di affidare a Gina Lollobrigida il servizio fotografico delle nozze e del ricevimento.
Ciò che non ti aspetti

Mi recai diverse volte nella sua bella villa di via Appia Antica. Trovavo strano di non avvertire mai la presenza di un uomo, mentre le altre attrici, anche meno famose e affascinanti di lei ne collezionavano. Avevano la casa piena di fiori dei loro ammiratori. Mi confidò – e, infatti, non ne scrissi mai – che neppure del marito, Mirko Skofic, medico sloveno, era innamorata. Lo sposò per avere un figlio. Dopo una brutta esperienza a 15 anni con un calciatore che l’aveva stuprata, aveva paura degli uomini.
Le foto del principe romano con la bella e giovane brasiliana convolati a nozze fecero il giro del mondo e laurearono la Lollo come fotografa

Da allora molti personaggi famosi le chiesero di immortalarli. Fui io a suggerirle di andare a Cuba e fotografare Fidel Castro, allora personaggio importante della guerra fredda tra USA e URSS. Fu un successo planetario. Poi, fu la volta di Harry Kissinger, Grace Kelly, Indirà Gandhi, Maria Callas, Sean Connery e tanti altri. È stata la sua seconda vita di successo, seppure meno chiassona, forse più della prima. Non era necessaria la bellezza che se ne stava andando, ma la sensibilità e il talento puro.
Poi, 30 anni fa, da un giorno all’altro, senza motivo, non la rividi più

Lessi dei dissidi col figlio, la nuora e il nipote. Seppi di una sua relazione con un uomo che aveva la metà dei suoi anni e della sua candidatura alle elezioni politiche. Capii che era subentrata la solitudine nella sua vita. Non ebbe successo perché non c’era arte in ciò che faceva. Non c’era nemmeno più lei.