Esattamente 150 anni fa nel novembre del 1872, dal giorno 4 al giorno 16, all’ “Istituto industriale e professionale e istituto reale di marina mercantile” (questa la dicitura completa) con sede all’ex convento di suore di S.Giovanni Laterano nel sestiere di Castello, nasceva la prima società di ginnastica italiana, poi intestata al suo mitico divulgatore Costantino Reyer.
Nell’aula magna di allora, ancora esistente, c’era un gran trambusto
Reyer assieme al suo inseparabile amico Pietro Gallo, entrambi insegnanti nella stessa scuola, avevano riunito su disposizione del dirigente scolastico Demetrio Busoni, presidente del prestigioso Ateneo Veneto, il salotto culturale di Venezia, le massime autorità cittadine.
150 anni fa
C’era il sindaco di Venezia Antonio Fornoni, senatore e industriale (sua madre Elisabetta Breda era proprietaria del Cotonificio Veneziano), c’era il direttore della Gazzetta di Venezia, Guglielmo Berchet, c’era un altro senatore veneziano, il medico Antonio Berti, che diventerà successivamente presidente della Federazione di ginnastica d’Italia. Verrà firmato l’atto della Società di ginnastica veneziana, con sede al piano terra di Palazzo Diego a Cannaregio. È una data importante per Venezia: sarà la prima società sportiva italiana. L’idea era nata al primo congresso dei “ginnasiarchi”, così si chiamavano i primi prof di educazione fisica. Tra loro il bolognese Emilio Baumann che sarà in futuro tra i fondatori della Virtus Bologna.
Si chiamava già la “scuola veneto-bolognese” per via del loro indirizzo etico-politico
Lo sport e la ginnastica dovevano avere finalità psico-pedagogiche e non marziali. Sembra poco ma non lo è. La ginnastica doveva essere fatta anche per le bambine. Al contrario della cosiddetta “scuola torinese”, dalle spiccate tendenze militaresche. Sembra oggi ovvio ma non lo era all’epoca. Pensate che nel 1907, restando in tema di record sportivi veneziani, al “7^ concorso ginnico nazionale” svolto a Sant’Elena, allora isola verde, la maestra senese Ida Pesciolini, proporrà il primo incontro di “palla al cesto”, novità americana, sport si diceva modello sponsor: “molto adatto alle ragazze” che esordiranno con orribili mutandoni neri fino al ginocchio.
150 anni fa si inizia con la ginnastica
Pietro Gallo, vicentino, e Costantino Reyer, austriaco di Graz e di Trieste, erano diventati amici per la pelle, al corso di maestri di ginnastica di Torino del 1861 con la neonata unità italiana. Gallo e Reyer con il titolo di ginnasiarchi si trasferiranno successivamente a Venezia nel glorioso liceo Marco Foscarini. Non stanno mai fermi. Fondano una rivista sportiva e poi organizzano nella stessa scuola nel 1876 il secondo Congresso e concorso ginnastico internazionale. Per saperne di più basta leggere l’esauriente volume della Marsilio Editori: “Costantino Reyer e Pietro Gallo – Le origini degli sport moderni a Venezia”, di Alessandro Rizzardini e Giorgio Crovato, anno 2017.
L’istituto
Tornando all’istituto dove è nata la Società Reyer, oggi sede professionale alberghiero Andrea Barbarigo, nel 1882 su volontà del senatore Pompeo Molmenti, si chiamerà Paolo Sarpi. Ci saranno studenti illustri che arrivano da ogni parte d’Italia. Lo scrittore Emilio Salgari, torinese, lo frequenta ma con scarsi risultati scolastici e non terminerà gli studi. Peggio ancora, e siamo nel 1909 la sorte del diplomando capitano di marina mercantile, Rodolfo Valentino, il mitico attore americano. Non è adatto alla navigazione “per insufficienza toracica e lieve strabismo”. Insomma non si guardava in faccia a nessuno.
150 anni fa Venezia nello sport farà da battistrada in Italia
Nel 1874 il Comune rende obbligatoria la ginnastica nelle scuole. Solo nel 1878 la direttiva diventerà nazionale. Nel 1920 alla ginnastica si aggiungono altri sport, tra cui il basket. Nasce così il mito della Misericordia, edificio cinquecentesco di Jacopo Sansovino, trasformato da caserma a palazzetto dello sport, nel 1914. Dieci anni dopo al primo piano sarà pronto il campo da pallacanestro. A piano terra il pugilato.
Ma questa è un’altra fantastica storia durata fino al 1976. Rimane ancora sulla porta laterale d’accesso una mitica e romantica scritta: “Palasport della Misericordia”.
La storia siamo noi.