Nel prato che circonda Ca’ del Ciliegio, un cartello dice già tutto: Vietato calpestare i sogni. Siamo a Rugolo, frazione di Sarmede, nel trevigiano; un piccolo centro arroccato sulle pendici della montagna, immerso nella natura. Da queste parti venne a vivere nel 1968 l’illustratore praghese di libri per bambini Štěpán Zavřel che s’inventò nel 1983 la Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia e successivamente, dal 1988, fece nascere anche la Scuola. Da allora, Sarmede è chiamata il paese delle fiabe: più di settanta gli affreschi ed i dipinti che costellano case e strade, realizzati da artisti, illustratori ed allievi.
A Ca’ del Ciliegio

Tuttavia, a Ca’ del Ciliegio, non solo si rispettano i sogni, ma si lavora per realizzarne di bellissimi. Come vivere insieme, per esempio; come rispettarsi. Vi ha sede dal 2014 l’associazione Borgo dei Chiari ONLUS che, dalla sua formazione, si è distinta come contenitore di progetti per il sociale. Tra tutti, uno molto interessante: PROABA. Inizialmente, l’intento era quello di finanziare una parte degli interventi di analisi comportamentale applicata di alcune famiglie con difficoltà economiche. Il termine ABA (che in inglese suona Applied Behaviour Analysis), sta per “Analisi applicata del comportamento” e si è rivelata la formula di una terapia molto utile per il trattamento delle persone con autismo, specie se iniziata nell’infanzia.
Ca’ del Ciliegio e l’autismo

La prima applicazione dell’ABA ai casi di autismo risale ormai al 1960, ad opera dello psicologo norvegese Lovaas, che sperimentò con successo la diminuzione di comportamenti disfunzionali nei pazienti, attraverso l’intervento comportamentale, specie se attivato precocemente e in maniera intensiva: il cambiamento è possibile, sosteneva Lovaas, purché i piccoli siano trattati con un approccio adeguato. Semplificando al massimo, quindi, l’ABA mira a ridurre le abitudini comportamentali problematiche e disfunzionali attraverso la costruzione di rituali adattativi; a tutt’oggi è considerato il più efficace intervento educativo scientificamente validato per la riabilitazione delle persone con autismo.
I corsi di formazione

L’impegno dell’associazione Borgo dei Chiari (www.abdc.it), nel realizzare sul territorio corsi di formazione sull’ABA, così come supportare esperienze estive di Summer School per ragazzi autistici tra Padova e Venezia, è stato sicuramente fondamentale dal 2014 in poi. Tuttavia, è dal 2018 che ha preso forma un progetto unico: il Residential PROABA Summer Camp, una settimana di residenza per ragazzi con autismo presso la sede stessa di Ca’ del Ciliegio a Sarmede.
La sfida

La sfida che gli organizzatori si sono posti è stata, da subito, grande: partiti nel biennio 2018-2019, con la presenza di soli ragazzi autistici, nel 2021 viene introdotta una novità significativa, che vede per la prima volta la compresenza di giovanissimi autistici e ragazzi normodotati (il termine corretto è “a sviluppo tipico”). L’esperienza si rivela a tal punto felice che viene ripetuta con la medesima formula anche nell’edizione estiva 2022. Diciannove quest’anno i partecipanti, tredici con autismo e sei no, invitati ad una condivisione di vita quotidiana e di conoscenza reciproca. Una piccola grande rivoluzione; più che un sogno, una concreta possibilità di cambiamento.
I responsabili

Responsabili dell’iniziativa, due professioniste del settore come Marta Andreetta, psicologa e analista comportamentale certificata BCBA (una specializzazione post-laurea in analisi del comportamento) e Cristina Cavaliere, assistente analista comportamentale BCaBA, coadiuvate da Gianni Ulgelmo, architetto e gestore del B&B Ca’ del Ciliegio. Intorno, uno staff motivato ed entusiasta di operatori, soci dell’associazione, simpatizzanti.
A Ca’ del Ciliegio si tirano le somme

Chiusa da poco più di un mese l’edizione di quest’anno, Andreetta tira le somme e rilancia: «Dal 2020 la quasi totalità del costo dei progetti PROABA – spiega – è finanziata dalle entrate dell’attività del Bed and Breakfast Ca’ del Ciliegio, anche se in passato ci sono stati il lavoro volontario dei soci, erogazioni liberali, iniziative di raccolta fondi durante le feste associative, crowdfunding e corsi di formazione. Oggi tuttavia – aggiunge – abbiamo progetti importanti per il futuro.
L’idea è quella di organizzare weekend durante tutto l’anno, con l’obiettivo primario di dare continuità all’esperienza del campo estivo oltre, ed è fondamentale, favorire ulteriori occasioni di apprendimento relative ad aspetti sociali, di autonomia, anche occupazionali. Il primo fine settimana si è appena concretizzato l’1 e il 2 ottobre, le prossime date in cantiere sono 18-20 novembre, 20-22 gennaio dell’anno prossimo, 17-19 marzo». Imparare a vivere insieme, condividere spazi e tempi, per capire reciprocamente i codici: il sistema migliore per comprendere l’altro comincia, necessariamente, dai gesti quotidiani, e tutti possono avere qualcosa di bello da imparare.
Non si calpestano i sogni, si costruisce insieme

Nella testimonianza di Cristina Cavaliere, intuiamo tutta la forza della ricetta: «La finalità della residenza, certo, è prima di tutto potenziare le competenze sociali dei ragazzi, in un percorso che incrementi l’abilità di conversazione o la condivisione della attività, ma anche aumenti le autonomie personali e, perché no, domestiche. Un processo d’indipendenza. Ecco come la routine che abbiamo impostato vale per tutti, autistici e non: dalla colazione al riassetto delle proprie camere, dai laboratori alle uscite di gruppo, alle lezioni.
Nei laboratori, poi, si mettono in gioco capacità diversificate, dalla serigrafia alla cucina, dal kokedama (l’arte di coltivare piante senza vaso) ai murales, dal disegno digitale al restauro di mobili. A lezione, sempre tutti insieme, abbiamo trattato argomenti come i talent e lo sport, amicizia ed affettività; abbiamo anche, con risultati sorprendenti, parlato di autismo. Certo, le difficoltà non mancano: forse la principale è quella di dormire fuori casa, lontani dai genitori, così come gestire una valigia».
Ca’ del Ciliegio e la continuità
L’idea di dare continuità all’esperienza, commentano Andreetta e Cavaliere, va soprattutto nella direzione di quello che viene definito vocational skill training (inserimento lavorativo dei ragazzi), da applicarsi sia all’interno dei laboratori di Rugolo che in possibilità esterne di stages, tirocini, lavori veri e propri: «Anche in questo caso – commentano – ci sono dei prerequisiti da rispettare: confermare di aver capito il compito che viene assegnato, per esempio; rimanere sull’attività da svolgere o comunicare di aver terminato; rispondere in modo adeguato alle eventuali correzioni». Così, a Ca’ del Ciliegio sono previsti eventi gestiti da artisti e professionisti, con l’idea di dare avvio in futuro a vere e proprie linee produttive di artigianato artistico, in cui possano essere impiegati ragazzi e adulti con disabilità. Il progetto prevede anche l’inclusione di ragazzi neurotipici (cioè non appartenenti allo spettro autistico) di pari età: «Perché si cresce solo insieme – ribadisce Marta Andreetta – conoscendosi».
Di esperienze come questa ce ne vorrebbero tante. Condividiamola il più possibile, è la migliore delle armi. Un’arma di civiltà.
Associazione Borgo dei Chiari ONLUS, Ca’ del Ciliegio, Rugolo di Sarmede (TV)