In occasione della 79° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia incontriamo una delle protagoniste, la giovane Claudia Conte. Attrice, scrittrice, imprenditrice culturale impegnata nel sociale. Una donna a 360°. Nata ad Aquino, un paesino storico della Ciociaria di poche migliaia di anime, ha studiato alla New York Film Academy e ora, tra un aereo e l’altro, vive a Roma. Noi di enordest.it l’abbiamo intervistata in esclusiva per scoprire la donna che c’è dietro questa splendida imprenditrice.
Chi è davvero Claudia Conte dietro l’immagine dell’anchorwoman, dell’attrice e della scrittrice?
“Io sono una persona semplice amante delle piccole cose. Mi piace il gelato e andare in motorino d’estate. Amo il mare e il karaoke con gli amici. Sono positiva, credo che la vita ti sorride se la guardi sorridendo. Sono una donna libera e molto determinata. Ho ricevuto tanti no nella vita, ma sono sempre andata avanti per la mia strada. Ho scelto di fare l’imprenditrice perché amo le nuove sfide. Quando ho l’entusiasmo di una nuova idea o di un nuovo progetto investo anima e corpo, ci metto tutta me stessa finché non viene alla luce. Come se fosse un figlio. Lo seguo passo dopo passo in ogni sua fase. Amo la vita e cerco di celebrare ogni giorno, anzi ogni minuto perché è un miracolo, un dono di Dio.
Viste le sue iniziative si legge nel suo animo un’attenzione particolare per le donne. Seconde Lei quanto è importante il ruolo della donna?
“Non sono una ostinata femminista. Per me le donne sono al pari dell’uomo. Prima di tutto contano la professionalità e il merito senza pregiudizi. Purtroppo l’Italia è ancora molto misogina ed è gerontografica. Noi dobbiamo cercare di valorizzare le nostre giovani eccellenze. In America a 30 anni si ricoprono già ruoli importanti. Io mi reputo una persona fortunata. Voglio lottare per un mondo più equo e giusto ma senza essere impositiva. Non riuscirei mai a fare una campagna aggressiva contro qualcuno per imporre le mie idee. Per cambiare il mondo ci vuole passione, un briciolo di follia e questo fuoco che mi arde dentro.”
Imprenditrice, impegnata nel sociale, volto famoso. Come coniuga Claudia Conte tutto questo con la sua vita privata?
“Per realizzare tutti i propri progetti che ho in mente ci vuole molto impegno e concentrazione. qualcosa rischi di lasciare indietro. A volte bisogna fare delle rinunce. Appena posso torno dalla mia famiglia che è il faro della vita. È una certezza, una tranquillità. Spesso coinvolgo le persone a me care nel mio lavoro e li porto con me. Mi avvalgo del loro consiglio per prendere le decisioni, le scelte importanti. Li coinvolgo perché è bello stare insieme e condividere emozioni che il mio lavoro mi regala.
Parliamo di lei. Come è nata la sua carriera?
“Day by day. Giorno dopo giorno. Come ho scritto in uno dei miei libri (ndr Il vino e le rose per Armando Curcio Editore) la felicità non è un programma di vita ma un fuori programma. Un tempo ero un’atleta a livelli agonistici. Poi un infortunio blocca la mia carriera sportiva e arriva quella borsa di studio a New York. Mi formo nella recitazione e arrivano i primi contratti. Poi la passione per lo scrivere dove la penna è la prosecuzione della mia mano che va a riempire un foglio di riflessioni ed emozioni. E alla fine mi laureo in giurisprudenza e in me nasce il fuoco del management tanto che, studiando, provando e riprovando, ora sono a capo di un’impresa culturale “Far from shallow”, una società benefit: società di Cultura sostenibile con cui porto avanti i miei progetti culturali seguendo i 17 obiettivi dell’agenda ONU 2030 di Sviluppo Sostenibile”
Diritti per le donne ma per il lavoro che svolge lei anche libertà di stampa e di parola. Qual è il giudizio di Claudia Conte?
“Questa edizione del premio è dedicata alla produttrice e giornalista turca Cigdem Mater, condannata a 18 anni di carcere insieme ad altri attivisti per le proteste antigovernative di Gezi Park del 2013. Insieme a Cigdem Mater, WiCA vuole ricordare tutte le donne che in questo momento non possono fare udire la propria voce perché vittime di regimi autoritari o in condizioni drammatiche. Sarò anche un’idealista (ma senza illusioni! Kennedy docet!) ma la mia è una lotta dovuta al desiderio di cambiare le cose. E il miglior modo di lottare è farlo attraverso la cultura. Quindi parlare di donne è fondamentale. Spesso si fa in modo superficiale, non accompagnando le parole ai fatti. Basti pensare alla violenza sulle donne. I femminicidi non si fermano, le donne continuano a venire uccise, sembra un problema senza soluzione. Ma pensiamo anche al salary gap dove la diseguaglianza è tangibile in termini salariali e pensionistici, alla non tutela delle donne in gravidanza che porta un paese come l’Italia ad avere bassa percentuale di nuovi nati. Siamo ancora intrappolati in un antico retaggio del patriarcato che permette giudizi e pregiudizi persino su ciò che una donna indossa. Sono le competenze a dover contare. L’uguaglianza e le pari opportunità devono essere al centro di tutte le politiche nazionali ed europee. C’è ancora molto da fare per potenziare l’ imprenditoria femminile. Si può, per esempio, intervenire sulla formazione, incoraggiando bambine e ragazze ad acquisire le STEM (competenze in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), in modo da riuscire a superare gli stereotipi di genere. Ma anche sviluppare normative che agevolino l’imprenditoria femminile.
Ci parli del premio
“Alla Mostra del Cinema di Venezia sono producer e volto di Women in Cinema Award, il prestigioso premio internazionale con il patrocinio del Ministero della Cultura che promuove il talento femminile e la gender parity nel cinema con uno sguardo al sociale. La quinta edizione di Women in Cinema Award si terrà il prossimo 6 settembre all’hotel Excelsior del Lido di Venezia. Grazie alla collaborazione con l’Ambasciata Ucraina in Italia, premieremo l’attrice ucraina Darya Tregubova per esprimere simbolicamente solidarietà e vicinanza a tutte le donne che dal 24 febbraio stanno vivendo l’orrore della guerra.
Abbiamo l’obbligo morale di non lasciare sole le donne che in questo momento sono più in difficoltà. Donne costrette a lasciare il proprio paese, che proteggono i loro bambini e gli anziani con il dolore nel cuore di non rivedere i loro mariti, padri, fratelli. Il mondo della cultura non conosce odio, ma esprime solidarietà e speranza di pace. Il premio alla carriera sarà dato alla stilista Anna Fendi, 89 anni con una Maison che ha scritto anche la storia della moda del cinema. Sono onorata di conferirle questo riconoscimento e di indossare un suo abito, scelto proprio insieme a lei.
Claudia Conte e l’attesa per la premiazione di Malika Ayane, una delle cantanti più amate e stimate del panorama musicale italiano. Perché lei?
“Noi premiamo il merito. E lei è la dimostrazione dei valori di cui parlavamo prima. È una cantautrice, ma anche violoncellista. Ha partecipato molte volte a Sanremo con ottimi risultati e ha una grande passione per il cinema. Malika è una grande interprete ed è la dimostrazione che si possono raggiungere risultati importanti con caparbietà e capacità. Inoltre era stata già alla Mostra del cinema di Venezia nella giuria di un premio collaterale per premiare la miglior colonna sonora. Per cui chi meglio di lei a rappresentare il premio?”