Dovendo definire con un solo aggettivo l’esperienza di vita di Costanza, la protagonista principale del nuovo romanzo di Ginevra Lamberti, Tutti dormono nella valle (Marsilio, 2022), non si potrebbe che usare la parola: densa. Densa di persone, perché questa storia è piuttosto affollata, tanto da consigliare all’editore (o forse all’autrice) di aprire il libro con una sintesi genealogica delle due famiglie che attraverso i decenni si incrociano: quella di Costanza e quella di Claudio. Non ne conosciamo i cognomi, per una precisa scelta, perché come è scritto alla fine dei ringraziamenti, a pag. 223 non numerata, “i cognomi vogliono dire che appartieni a qualcuno”.
Un valle attraversata dalla storia
Densa di avvenimenti: dal 1940 al 2013 si attraversa la storia d’Italia che segna molte vite nel profondo. Vite difficili e complicate, sofferte, dolorose. Percorsi che si intersecano, si perdono per poi ritrovarsi. Fughe e ritorni, disperazione e speranze. Paure e fiducia mal riposta. Ma anche amicizie più forti di tutto, salvifiche e incrollabili, come quella tra Costanza e Livia; amori tossici, come quello tra Costanza e Claudio; matrimoni grigi e tristi come quello tra Augusta e Tiziano, i genitori di Costanza, o riparatori come quello tra Livia e Brando.
Densa di sentimenti a volte espressi, a volte soffocati, a volte negati, ma sempre vissuti in carne viva. Densa di scelte, spesso sbagliate, di disavventure che possono anche risolversi quasi per miracolo, ma che in qualche caso riservano conseguenze pesanti.
Una valle veneta
Costanza nasce in un paesino della mezza montagna veneta e abita in una casa gialla affacciata su una valle. La madre nutre per lei un “affetto tisico e consunto” che avrebbe preferito riversare su una bambola che non ha mai potuto farsi regalare o comprare per sé, e il padre guarda l’esistenza “con occhi severi”.
Le caratteristiche
L’ambiente in cui cresce ha tutte le caratteristiche aspre e quasi primitive del mondo contadino che, dopo secoli, in pochi anni, è stato disgregato dal consumismo e dall’omologazione profetizzata da Pasolini.
L’adolescenza le rende insopportabile continuare a vivere in questo villaggio asfittico, mentre attorno a lei scoppiano gli anni ‘70, con la vita randagia, i concerti, l’autostop, le notti in tenda sulla spiaggia, le chitarre e i falò, le canne prima e l’eroina poi.
L’addio alla valle
Insofferente, lascia la scuola. La ricerca di un lavoro la porta a Milano e in Germania, a “fare cose e vedere gente”. Ma il vero incontro, quello determinante per la sua vita, lo scopriamo a metà romanzo: quando viene sorpresa nella casa gialla, una volta tornata dal suo girovagare, da un blitz della squadra Narcotici, che arresta Claudio. E nel raccontarlo a Livia, l’amica sempre rimasta in paese, le dice: “E adesso devo spiegarti chi è Claudio”. E qui comincia un’altra storia, che ha visto Costanza trasferirsi a Roma.
Un libro che coinvolge
Un romanzo denso, si diceva, anche per l’attenzione che richiede al lettore, un lettore al quale non è permesso distrarsi mai, inseguendo i molti salti cronologici che Ginevra Lamberti ha sapientemente intrecciato in un montaggio complesso ma efficacissimo nel mantenere alta la tensione.
Una valle come una metropoli
Tensione che raggiunge il suo apice nel seguire Claudio mentre scende all’inferno, prigioniero dell’eroina, con i diversi tentativi di disintossicazione in comunità (San Patrignano non è mai nominata ma è riconoscibilissima) e con scellerati traffici che lo portano anche in un carcere indiano dal quale vorrebbe scappare coinvolgendo Costanza, sempre dalla sua parte, nonostante tutte le bugie, i tradimenti, le meschinità che si ritrova a subire.
La valle e una collina. Un omaggio a De André
Il lettore rimane avvinto non soltanto dal dipanarsi di queste vite fino all’epilogo – che riporta (ma non per tutti, per fortuna) al titolo del romanzo, che in qualche modo richiama il verso di una famosa canzone di De André – ma soprattutto dalla scrittura di Ginevra Lamberti, una scrittura sorvegliata e curata che lascia ammirati e profondamente grati. Pagine scritte usando una lingua pulita ma al tempo stesso raffinata, ricca di immagini sorprendenti senza essere stucchevoli o forzate. Una lingua resa mutevole da molti registri scelti a seconda dei personaggi e delle situazioni, le più diverse, una lingua che sa essere dura e forte, tenera e dolcissima. Una scrittura letteraria, finalmente, piuttosto rara.
Chi è l’autrice
Ginevra Lamberti è nata nel 1985 e vive a Vittorio Veneto. Dopo La questione più che altro, uscito nel 2015 per nottetempo, con Marsilio ha pubblicato Perché comincio dalla fine (2019, premio Mondello 2020) e Tutti dormono nella valle (2022). I suoi romanzi sono stati tradotti in Germania, Cina, Francia, Regno Unito e Brasile. Scrive per Domani.
Ginevra Lamberti, Tutti dormono nella valle, Venezia, Marsilio, 2022.
Avevo letto dell’uscita di questo nuovo romanzo della Lamberti, ma ero indeciso se acquistarlo o meno. Ora, dopo aver letto la brillante recensione di Annalisa Bruni, il mio interesse riguardo a questo romanzo è cresciuto molto e credo che lo leggerò di sicuro. Grazie Annalisa.
Ezio
Grazie per l’apprezzamento!