Caro Direttore, mi presento, mi chiamo Roberto e sono genitore di un ragazzo di 13 anni escluso dalla sua attuale società di calcio per non aver fatto il vaccino. Tengo a precisare, però, che la nostra è stata una scelta dettata dalle condizioni di salute di mio figlio che sconsigliava la vaccinazione per il Covid, il problema però è che a voce i dottori ce lo sconsigliavano ma nessuno si è preso la responsabilità di esentarlo con un certificato ufficiale e di conseguenza mio figlio è rimasto vittima di un sistema malsano.
Dopo questa breve introduzione, vengo al punto del perché vi scrivo
Innanzitutto ringrazio quelle società che in provincia di Verona, dove vivo, e del Veneto, si sono esposte pubblicamente riguardo a questa questione, dando la possibilità a tutti questi ragazzi che per un motivo o per l’altro non possono più partecipare alle attività con le società. Società, sia chiaro, che non si sono dette contrarie al vaccino, anzi. Ma che hanno tenuto conto di una serie di situazioni che hanno finito per penalizzare decine di ragazzini incolpevoli. Se c’è stata una defezione, c’è stata in buona fede, non certo per aderire a idee che personalmente non condivido. Chi scrive, infatti, si è vaccinato.
La mia idea
Ma torniamo alla vicenda di mio figlio. Due mesi fa ho creato dei gruppi sportivi con l’intenzione di trovare qualche compagno di allenamento con cui mio figlio potesse continuare a giocare. Per farla breve, in così poco tempo, con l’aiuto di altri genitori, domenica siamo riusciti ad organizzare un piccolo torneo con 5 squadre di ragazzi esclusi provenienti da tutta Verona e provincia.
Nel dettaglio avevamo:
2 squadre di Cavaion,
1 squadra di Verona città,
1 squadra dell’Alpo.
Poi 1 squadra di S.Bonifacio.
Tutto per i nostri ragazzi
Anche per questo abbiamo scritto ad alcune società per chiedere se in qualche maniera avevano modo di darci una mano a dare visibilità a tutta questa cosa che siamo riusciti ad organizzare. Ovviamente non per noi adulti ma per tutti i nostri ragazzi.
Io intanto vi ringrazio in qualunque modo vada, e vi ringrazio a nome dei ragazzi che, senza loro colpa, in maniera discriminatoria e con poca logica sono stati allontanati dai loro gruppi e stanno affrontando un periodo difficilissimo della loro vita in un’età che dovrebbe essere a rigor di logica spensierata e felice.
Un padre
La risposta
E’ una situazione che si è ripetuta in ogni settore. Qualche settimana fa abbiamo risposto a un gruppo di scuole di danza penalizzate dalla lunga chiusura e dal fatto che bambini e bambine hanno sofferto del prolungato divieto di ritrovarsi e di fare attività sportiva e artistica. E’ il risultato di una pandemia imprevista e di provvedimenti presi e talvolta improvvisati perché mancavano precedenti. Tutto era da inventare, spesso in fretta, e talvolta senza riflettere sulle conseguenze. Specie per i bambini e i ragazzi. Tanto che è appena stato approvato il bonus perché gli adolescenti possano rivolgersi a uno psicologo. Un mutamento così radicale di vita lascia tracce non facili da cancellare.
L’eccesso di rigore era giustificato dalla gravità della situazione e travolgeva anche persone incapaci di difendersi. Ma non bisogna dimenticare i mesi nei quali la pandemia ha provocato decine e decine di migliaia di morti, spesso vittime che non potevano nemmeno ricevere l’ultimo saluto da una persona cara.
Anche il calcio (ma non solo) ha vissuto momenti difficili, specie il calcio giovanile praticato in un’età nella quale si ha più bisogno di aggregazione, di imparare, di fare squadra. C’erano degli obblighi, uno era e resta quello del vaccino.
Lei porta un caso differente, certo i legislatori avrebbero dovuto contemplare anche questi casi. Suo figlio è rimasto fuori da tutto, forse qualche medico avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di firmare un certificato che avrebbe reso più semplice la vita del ragazzino. Soprattutto tenendo conto che la famiglia non aveva alcun atteggiamento contrario alla vaccinazione.
Di sicuro i bambini e i ragazzini hanno pagato troppo e in maniera che avrà per loro conseguenze anche in futuro. Forse è il momento di rivedere certe disposizioni alla luce della situazione attuale fortunatamente migliorata, pur mantenendo alta la guardia. Senza trascurare il fatto che l’invasione dell’Ucraina ha drammaticamente spostato l’attenzione dalla pandemia alla guerra che è tanto vicina da sentirne il tragico rumore.
Ma anche in questi momenti chi ci governa deve prestare attenzione ai bambini e agli adolescenti che dovrebbero essere la prima preoccupazione di un Paese. Farli crescere scontenti, isolati, chiusi in loro stessi, è già come privare di entusiasmo un pezzo del futuro. Però lei come padre sa benissimo che i figli devono crescere conoscendo le regole e imparando soprattutto a rispettarle. Non c’è libertà senza regole e la nostra libertà è soprattutto rispetto degli altri.