C’è tutto il mondo nella collettiva I-STANZE: il tempo difficile che abbiamo attraversato e che, ancora, in diversa forma, non ci abbandona. Il tempo della violenza e della presa di coscienza. Quello delle radici, la riflessione sul futuro: quello che vorremmo, o che preferiremmo evitare.
Il mondo all’Arsenale
A cura di Spazio Thetis – la parte culturale ed artistica di Thetis spa, società d’ingegneria che sviluppa progetti e applicazioni tecnologiche per l’ambiente e il territorio – nella cinquecentesca Tesa 106 dell’Arsenale Novissimo di Venezia, si è chiesto a undici artisti (più uno, che ha realizzato un’installazione site specific) di mettere in relazione la loro poetica con l’attuale momento storico, con le sue emergenze. Anche se l’esposizione non tocca direttamente il tema della guerra, serpeggia in molti autori un sentimento d’incertezza esistenziale, di sospensione.
Il mondo in una stanza
Undici uffici, temporaneamente liberi, vere e proprie scatole trasparenti in dialogo con le mura secolari, sono divenuti altrettanti capitoli di un abbecedario composito, un parlare di sé che ci racconta tutti. Un’istanza per ogni artista che, oltre a prefigurare il proprio spazio in completa libertà, è stato chiamato ad esprimere un pensiero sul proprio lavoro, una motivazione fondante.
Pellarin ci accompagna
L’installazione di Nicolò Pellarin, Acque Forti, vero e proprio prologo alla mostra, interviene segnando direttamente l’accesso alla Tesa ed integrando con fotografie, diagramma sensibile della ricerca. Riflettere il paesaggio: geografico ed architettonico, fuori e dentro dall’acqua. Trasformando il ritmo stesso dello spazio in una gigantesca, immaginaria camera oscura.
Il mondo di Pellarin
Tra fragilità e mutamento: Pellarin è un designer italiano che vive e lavora tra Amsterdam e Venezia, spazia dalla progettazione agli interventi urbani ed è anche attivo in programmi di curatela ed organizzazione di eventi culturali.
Il mondo visto dagli artisti
Gli artisti coinvolti in I-STANZE sono diversi per età, nazionalità e modalità espressive. L’alto profilo dei partecipanti, tuttavia, assicura un’esposizione interessante, che suscita diverse riflessioni.
Salviamo la natura
C’è chi, come Claudia Buttignol, cerca di mettere in salvo la bellezza della natura, creando erbari improbabili, come li definisce lei. Trevigiana di Orsago, ha svolto ricerche pluriennali sulla poetica di Andrea Zanzotto.
Dal canto suo, Armando Lovato, architetto di formazione, con un interesse specifico per gli interventi di recupero e restauro, ricopre, con una texture fitta e seriale di cavalli al galoppo, il proprio spazio. «Un’ISTANZA assolutamente contemporanea – così si racconta – il desiderio di un ambiente libero …».
Il mondo di Mazzetto e Marini
Studiato nei minimi dettagli, l’allestimento di Roberto Mazzetto – incisore, storico Maestro alla Bottega del Tintoretto – riecheggia invece da un lato la trentennale attività dell’artista come disegnatore, dall’altro auspica la nascita di un racconto fisico-psichico, nello spazio magico dell’ambientazione.
Lorenzo Marini, che vive e lavora tra Milano, Los Angeles e New York, uno dei grandi della comunicazione, gigantizza i propri alfabeti colorati, fino ad occupare interamente l’ufficio che gli è stato assegnato.
Un mondo in polemica
Più polemica la fiber artist Laura GuildA: «Siamo ciechi e immobili di fronte a problemi che minacciano il nostro futuro» sostiene l’artista, cosmopolita, dalla forte connotazione concettuale. Muschi riprodotti con tessiture di cimose di seta, cumuli di mascherine anti Covid e il Pianeta letteralmente appeso ad un filo.
Filippo La Vaccara, catanese trapiantato a Milano, porta nella sua stanza a Spazio Thetis i propri ritratti a tutto tondo in terracotta policroma e piccoli dipinti concepiti come fotografie di luoghi. «Il lavoro stesso è l’oggi, il qui ed ora», afferma.
Il mondo scolpito
Lo scultore Paolo Frascati propone le proprie sculture antropomorfe che riecheggiano, per certi versi, lo spirito di Giacometti: sono «un momento d’introspezione e di ricerca dell’essenza (…), – osserva – dialogano con gli eventi e inducono una riflessione sul rapporto tra corpo, mente e anima …».
Il mondo con le pieghe della carta
Qualcuno, come Ankon Mitra, indiano, architetto appassionato di origami, una visione estremamente personale su un universo che si forma e si dissolve in piegature, si esprime in costruzioni aeree ed illuminate: «Vorrei cristallizzare ogni piccolo istante – dichiara – in cui l’universo si rivela dietro la coltre plissettata e subito diviene nuovamente misterioso».
Tuttavia, al di là del merito di ciascuno, la proposta più radicale e fattiva di I-STANZE è affidata in particolare a tre artiste
Francesca Saccani, fotografa e illustratrice, è stata per me un’autentica, felice sorpresa. Nata a Mestre nel 1985, Accademia di Belle Arti e Master di Fotografia allo IED, si è dedicata, fra l’altro, allo studio e alla rappresentazione del mondo naturale, indagata nell’infinitamente piccolo. È, contemporaneamente, reale ed immaginifica. La sua installazione ECOenergia, in tutta semplicità (ma con eleganza magistrale) vuole far riflettere sull’ «energia nascosta, sotterranea, esistente ma non percepita». Una piccola calcolatrice viene alimentata, ad esempio, dall’energia terrestre. Fonti inaspettate, ma reali. «Ogni realtà può sembrare piccola – sostiene Francesca – se presa singolarmente, ma tante realtà unite generano una grande ricchezza».
Nella stessa direzione va Cristina Treppo, da sempre impegnata nell’andare in profondità, nell’affrontare con i suoi vasi-scultura le radici recondite dei gesti, delle intenzioni. Le sue installazioni, come la stanza a Spazio Thetis, vivono in sinergia con l’ambiente e ne raccolgono echi, impronte, tracce di memoria. «È necessario scavare (…) – ha commentato – portare in superficie quello che non vogliamo vedere». Scavare / To Dig è appunto il titolo scelto da Cristina: visione lucida e, allo stesso tempo, invocazione alla consapevolezza.
Marica Moro presenta invece Sweet Dreams. Una video-installazione dedicata alla violenza sulle donne, alla sua riacutizzazione nel tempo della pandemia. «Le piccole “bambole” plasmate nella creta vogliono far riflettere su questo tema, – spiega – rappresentano una moltitudine di donne pronte a reagire».
Milanese, impegnata in numerosi laboratori di arteterapia e in progetti multidisciplinari sull’ecosostenibilità, Mori – con quest’opera significativa – segnala anche il mutamento perenne che caratterizza il mondo contemporaneo. E trasforma anche il concetto di femminilità.
I-STANZE: un mondo dalle mille sfaccettature
Lo spaccato che la collettiva I-STANZE offre è quello, dunque, di un’estrema frammentazione. Ma, allo stesso tempo, di una ricchezza infinita di spunti, artistici, sociali, politici. Considerati i limiti, e i rischi di qualsiasi pensiero unico, mi sembra già un’ottima premessa di bene.
I-STANZE
26.02 – 07.04.2022
Spazio Thetis – Tesa 106
Arsenale Novissimo, Venezia
Vaporetto linea 4.1 – 4.2 – 5.1 – 5.2 Fermata: Bacini
Da Lunedì a Venerdì, dalle 10.00 alle 18.00
Solo su prenotazione: info@fg-comunicazione.it
Produzione e organizzazione
Spazio Thetis
Grazie e un caro saluto Claudia buttignol
Bella ed interessante selezione.