I fortissimi aumenti di questi ultimi mesi non hanno interessato solo la luce e il gas, ma anche il gasolio per autotrazione. Se un anno fa il prezzo del diesel alla pompa era di 1,35 al litro, oggi è pari a 1,67 euro al litro (+ 23,5 %). Anche in provincia di Venezia, pertanto, il costo del pieno per un mezzo pesante con più di 11 tonnellate è salito di 158 euro. Alla luce del fatto che un Tir percorre mediamente 100 mila km all’anno e fa 3,5 chilometri con un litro, rispetto a 12 mesi fa un autotrasportatore ha subito un incremento di costo di 9.049 euro per ogni mezzo di cui è proprietario.
Grazie agli aumenti del gasolio l’erario ha incassato 1 miliardo in più

A seguito della ripresa degli spostamenti e dell’impennata del prezzo alla pompa della benzina, del diesel e del Gpl per autotrazione, l’Ufficio studi della CGIA ha stimato che nel 2021 l’erario ha incassato un maggior gettito di circa 1 miliardo di euro.
Perché mai il fisco ha beneficiato di questo extra gettito? A fronte dell’aumento dei prezzi del greggio registrato a partire dall’inizio del 2021, per lo Stato, che applica sulla base imponibile dei carburanti l’Iva al 22%, il gettito è aumentato. Se poi teniamo conto che questa base imponibile contiene anche le accise, questo è un tipico esempio di doppia tassazione. Ovvero di “una tassa sulle tasse”.
Interviene Gomiero

“Per questo motivo – segnala il funzionario di categoria della CGIA Giovanni Gomiero – chiediamo al Governo di restituire agli italiani, in particolar modo agli autotrasportatori e a chi utilizza quotidianamente un autoveicolo per ragioni professionaliquesto tesoretto da 1 miliardo di euro. Aumentando, ad esempio, il credito di imposta sui carburanti che ai trasportatori viene riconosciuto trimestralmente”.
Oltre all’aumento il problema delle accise

Si segnala, infine, che il peso delle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti è impressionante. Sulla benzina verde incide per il 41 per cento, per il 37,5 per cento sul gasolio per autotrazione E per il 18 per cento sul Gpl. Va, comunque, segnalato che, come avviene per le altre imprese, l’Iva è un costo che l’autotrasportatore si “scarica”. Ovviamente, questa spesa la deve anticipare. E in momenti di difficoltà come questo, dove la mancanza di liquidità costituisce un serio problema, il pagamento dell’imposta è un serio problema.
Ecco gli aumenti per gli autotrasportatori mestrini
Ricordando che nel nostro Paese il 70 % circa delle merci viaggia su gomma e che l’89 % del traffico merci su strada è ad appannaggio del trasporto nazionale, nell’ultimo anno sulle principali tratte autostradali che realizzano gli autotrasportatori mestrini, un Tir di portata superiore alle 11 tonnellate per percorrere la Mestre-Milano ha subito un incremento di costo, rispetto a un anno fa, di 48 euro. Sale a 73 euro il rincaro sulla Mestre-Torino, a 95 euro sulla Mestre-Roma e a 131 euro sulla Mestre-Napoli
A Padova il più alto numero di aziende di autotrasporto

In merito agli ultimi dati resi disponibili dal Centro Elaborazione Dati-Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, in Veneto sono presenti 9.171 imprese di autotrasporto, pari al 9,3% del dato nazionale. Solo la Lombardia (14.131), l’Emilia Romagna (10.532) e la Campania (9.436) presentano un numero superiore al nostro. A livello provinciale la realtà più “popolata” è Padova che presenta 2.000 aziende. Seguono Verona (1.833), Treviso (1.612), Vicenza (1.559), Venezia (1.367), Rovigo (556) e Belluno (244).
L’aumento del gasolio non riguarda solo le attività con veicoli

Va altresì segnalato che il CED-Ministero delle Infrastrutture segnala che i dati appena descritti includono anche le attività sospese che sul territorio nazionale ammontano a 1.685 attività. Infine, va sottolineato che i dati veneti riportano anche le attività iscritte all’Albo sebbene non abbiano veicoli. Sono imprese su cui da tempo il Comitato Centrale ha avviato procedure di accertamento. Pur essendo previsto dalla normativa vigente l’esercizio della professione anche con veicoli non di proprietà, da una prima analisi è emerso che si tratta in molti casi di imprese che non hanno più i requisiti per essere iscritte all’Albo dell’autotrasporto.