Si sta concludendo un anno difficile, ma che rispetto al 2020 ha permesso di fare qualcosa in più grazie alle disposizioni in termini di sicurezza e del green pass. In particolare a Longarone il Palazzo delle Mostre è stato finalmente animato dalle due manifestazioni più importanti e più storiche: l’edizione numero 43 di Arredamont e quella numero 61 del MIG, la mostra internazionale del Gelato. Facciamo un bilancio di un anno difficile col Presidente della Fiera, Gian Angelo Bellati.
Bellati, qual è il primo risultato?

“Longarone Fiere Dolomiti sta terminando quest’anno molto difficile a causa delle note problematiche legate all’emergenza sanitaria, quindi al Covid che ha fatto tra le più grandi vittime proprio il settore fieristico. Il più colpito perché in molti casi l’attività delle fiere è scesa del 100%, praticamente annullata. Ma nonostante questo Longarone Fiere è contenta, perché siamo riusciti a portare a casa delle rassegne importanti come Fiera & Festival delle Foreste, Dolomiti Show – Buy Veneto speciale Montagna, Arredamont e la Mostra Internazionale del Gelato. La fiera più importante perché Longarone è la Città del Gelato e le Dolomiti una delle patrie più importanti di questo alimento, che è conosciuto proprio con il nome “gelato” in tutto il mondo”.
E rivolgendo lo sguardo al prossimo anno?
“Noi guardiamo con occhi ancora più ottimistici a quello che sarà il 2022. La situazione generale sicuramente non è positiva, tant’è che lo Stato è dovuto intervenire a favore del settore fieristico, ma non solo in Italia, in tutto il mondo. In particolare vogliamo ricordare è intervenuto fortemente in un Paese vicino a noi come la Germania. Ma possiamo dire che anche da noi ci sono stati interventi importanti. Non sono stati completamente sufficienti a risolvere i problemi, ma hanno contribuito a dare una mano al settore fieristico”.
Bellati, le fiere hanno dovuto confrontarsi con un’emergenza pandemica che non si può considerare conclusa…
“Il 2022 non è ancora in discesa, perché effettivamente il covid c’è ancora. Chi avrebbe immaginato una quarta ondata così imponente? Quindi la gente e gli imprenditori hanno ancora timori. Non parliamo poi dei viaggi. I viaggi all’interno dell’Unione europea sono un conto, perché ci sono delle regole abbastanza comuni. C’è questa libertà di movimento. Esiste quindi una struttura che è l’Unione europea che garantisce la possibilità di poter viaggiare più tranquillamente, anche fuori dell’Unione europea stessa. Mentre il problema resta per quelle aziende e visitatori che vogliono arrivare in Europa dai Paesi extra europei. E questo per noi, per le fiere internazionali, non solo per la Mostra Internazionale del Gelato, ma per tante altre fiere italiane resta un problema. Un problema che riduce il fatturato, riduce il guadagno, riduce le attività del sistema fieristico”.
Bellati, per fare fronte a questo cosa ritiene si dovrebbe fare?
“Tutte le fiere devono reinventarsi. Devono trovare altri strumenti. Devono attirare le imprese con altri sistemi. Per esempio la fiera digitale, per esempio il fatto che terminata una fiera si continua a promuovere le imprese che hanno partecipato con tutti i sistemi social in internet, con altri sistemi anche, che possano permettere alle aziende di dire: “Siamo stati ad una fiera che è durata due, tre giorni, una settimana ma il rapporto con la fiera continua lungo il corso dell’anno. Perché la fiera ci promuove, fa in modo che i nostri prodotti e servizi vengano conosciuti nel mondo intero”. E’ questo uno dei ruoli innovativi oggi delle fiere”.
Grazie all’Unione europea c’è qualche certezza in più: Longarone Fiere Dolomiti quest’anno è diventata partner del nuovo Centro Europe Direct Montagna Veneta e risulta tra i partner di spessore, vincitori di diversi bandi europei. Che ruolo possono avere questi progetti?

“Longarone Fiere si fregia del fatto che partecipa a tanti bandi europei. E sono tutti sinergici e complementari all’attività. Facciamo l’esempio del grande Life Vaia che abbiamo vinto. Dal nome della tempesta che ha colpito le nostre montagne (acrostico di Valuing Afforestation of damaged woods with Innovative Agroforestry). Un progetto importante di svariati milioni di euro che ha come obiettivo proprio quello del risorgimento, della rinascita dopo questa tempesta delle zone più devastate da quel terribile evento. Ecco quindi che anche lo strumento europeo, gli aiuti europei diventano fondamentali per un 2022 che sia appunto per Longarone Fiere Dolomiti un anno ancora migliore del 2021 appena passato. Ci stiamo dando da fare con le nuove fiere previste: fine febbraio Ri-Costruire, fine marzo Agrimont, e poi tutte le altre che seguiranno fino alla MIG 2022. Ci lavoreremo già da gennaio e quindi avremo sicuramente una grandissima partecipazione da parte delle aziende del settore. Questi sono gli elementi che sicuramente ci inducono all’ottimismo. Ma anche la ferma volontà che abbiamo di individuare sempre nuove soluzioni, sempre nuove idee che facciano capire al mondo delle imprese che senza le fiere non si può avere quella promozione e quell’aiuto alla crescita del mondo economico che le fiere stesse danno”.
Bellati, alla presentazione della Mig si è visto un ampio sostegno a dimostrazione che piace e interessa non solo la filiera del gelato artigianale. Chi altro ha voluto fortemente l’organizzazione di questa importante fiera?

“Tutte le aziende turistiche del territorio. In molti alberghi non si trovava più posto. Eravamo in bassa stagione, turisti e clienti sono arrivati grazie alla fiera. Ecco perché Longarone Fiere Dolomiti, con quote importanti possedute da Enti pubblici, si occupa anche del territorio circostante. Nonostante la drammaticità e le difficoltà che abbiamo avuto in questo periodo, abbiamo pensato anche al servizio, al ruolo che noi abbiamo nei confronti del territorio. E siamo ben felici nel nostro piccolo di aver attuato quell’effetto moltiplicatore che ogni fiera porta con sé. Ogni milione di euro investito, dieci milioni ricadono sul territorio. Un fattore di moltiplicazione di 1 a 10. Quindi noi pensiamo alla fiera, alle aziende che la frequentano, ma anche al territorio e in particolare quindi al territorio del bellunese”.