La primavera si avvicina e mentre si va verso la graduale riapertura, si punta tutto sull’avanzamento del piano di vaccinazione per combattere un virus che non smette di mietere vittime e di cui si comincia a temere le numerosi varianti. Al 7 di maggio il numero totale di vaccini somministrati in Italia è vicina a quota 22 milioni mantenendo un ritmo superiore alle 400mila dosi giornaliere, ma stiamo assistendo a un avanzamento che procede a marce diverse da regione a regione. Per citarne alcune, la Lombardia, nonostante sia ancora una delle regioni più colpite dal virus, è la prima in classifica in tema di vaccinazioni, che hanno raggiunto – tra prime e seconde dosi – 1.076.590 persone (utilizzando ormai il 90% delle dosi a sua disposizione). In Lazio sono 2.191.601 coloro che hanno ricevuto il vaccino, per un totale di 681.860 persone completamente vaccinate.
Il piano vaccinazione in Campania
Un discorso a parte e che fa discutere in questi giorni, è il caso della Campania, ricoperta da abbondanti critiche per i ritardi subiti in questi giorni nei confronti delle fasce più fragili e a rischio, ma che accelera in termini proporzionali, sulla fascia delle persone di mezza età, (da tenere conto che la Campania è la regione più “giovane” d’Italia e questo ha influito nel numero di dosi a lei assegnate ossia 2.383.725).
Piano vaccinazione e politica
Certamente la pressione sulle regioni anche a livello politico per mettere in atto scelte efficaci è molta, ma il piano vaccinale non deve diventare una corsa all’oro o una competizione, bensì un percorso ragionato che mira a salvare più vite possibili e, certamente, a fare in modo di avvicinarci sempre di più a quello che potrebbe tornare ad assomigliare a uno stile di vita “normale”, facendo anche in modo di dare il necessario respiro all’economia da troppo tempo in affanno.
Interviene Nello Musumeci
A tal proposito è di pochi giorni fa la considerazione con cui ha dovuto fare i conti il governatore Nello Musumeci e rilasciata alle testate nazionali: “Per un mese abbiamo lanciato appelli per fare il vaccino, ma molti sono riottosi verso AstraZeneca, mentre tanti cittadini di diverse fasce di età ci invitano ad accelerare e non possiamo certo aspettare che gli incerti si convincano”. La Sicilia comunque il 6 maggio ha aperto le prenotazioni nella fascia 50-59 anni.
Un piano vaccinazione da affrontare su più fronti
I governatori delle singole regioni quindi, hanno in tal senso una forte responsabilità e molti fattori da tenere in considerazione con cui fare i conti. Per esempio, assistiamo a scelte diversificate nelle regioni che diventano, soprattutto nel periodo estivo, mete turistiche attrattive per connazionali e non. Come il caso appunto della Sicilia che sta intraprendendo la via dell’immunizzazione dei più giovani sopra i 18 anni residenti nelle isole promuovendo quindi quelle che potremmo definire isole “covid free” anche in vista della bella stagione che avanza.
In Veneto
Per quanto riguarda il Veneto – quarta regione più vaccinata in Italia dopo appunto Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna – al 7 maggio sono 2.192.070 le dosi somministrate da inizio della campagna per un totale di 569.635 persone cha hanno già ricevuto la seconda dose. Il presidente Luca Zaia dichiara: “sono soddisfatto e voglio ringraziare tutti gli operatori che ci stanno mettendo l’anima. È un bel risultato e rimango convinto che la vaccinazione è la via d’uscita da questa pandemia”.
Piano vaccinazione e farmacie?
I singoli capoluoghi nel frattempo, da fine aprile si stanno adoperando per la somministrazione dei vaccini coinvolgendo anche le farmacie. “Siamo pronti a fare la nostra parte” ha dichiarato a tal proposito il presidente di Federfarma Vicenza Giovanni Battista Scaroni. E sono già 120 le farmacie che vicentine che hanno manifestato la volontà ad aderire all’accordo regionale.
Sulla stessa linea anche Verona. Dove sono 150 i presidi disponibili grazie all’accordo quadro tra Federfarma, Assofarm, Governo e Province autonome che sta rendendo il coinvolgimento delle farmacie possibile.
Cooperazione e collaborazione
La vera sfida risiede nella cooperazione e nella collaborazione. Talvolta la difficoltà del tradurre efficacemente le direttive a livello centrale nelle diverse realtà locali risulta importante. Le regioni e le singole unità ospedaliere e sanitarie, anche se a ritmi e con criteri diversi, nei prossimi mesi dovranno arrivare a raggiungere il numero più ampio possibile di persone. Forse la mascherina non smetterà di farci compagnia molto presto. Ma l’obiettivo è quello di non sacrificare troppo per il secondo anno pandemico e magari tornare a guardarci con aria meno sospettosa.