Quante facce ha il calcio che noi tutti conosciamo? Ne ha molte a quanto pare e mai come oggi, questo sembra evidente. Fa clamore l’iniziativa dei cosiddetti club più “ricchi d’Europa” che non sto a rielencare anche perché nel frattempo l’effetto è uguale alla neve sotto il sole d’agosto! Eppure ci si scandalizza! Eppure ci si indigna! Andrò contro corrente, non appoggio incondizionatamente il progetto Superlega, ma nemmeno lo condanno. Condanno semmai, chi ha creato tutto ciò, perché il vero male è un altro, non lo si dice non lo si racconta. Si sono mossi tutti, dai Capi di Stato, ai vertici delle varie Leghe, Uefa in testa. Ma sta qui l’ipocrisia: uno sport, forse il più amato e seguito nella vecchia Europa, che i vari presidenti che si sono susseguiti negli ultimi 50 anni hanno rovinato in maniera tangibile.

L’ipocrisia di chi sta dalla parte dei soldi
Un carrozzone chiamato “calcio” che produce e procura denaro a coloro che oggi più di tutti si indignano. Certo, ovvio direi, veder sfumare centinaia, migliaia di milioni di euro, sia mai! Però nessuno dice e riconosce o per interesse – le Leghe tutte e l’Uefa – o per la megalomania di certi presidenti di calcio, del mostro che si è creato, in grado di mangiare e produrre debiti miliardari con la stessa facilità, di mangiare caramelle. Guarda caso, le società più indebitate sono od erano quelle che hanno pensato ed ideato la Superlega!
I veri colpevoli
I maggiori colpevoli, siedono sulla poltrona presidenziale delle Leghe nazionali, e soprattutto sul maggior organo europeo che si chiama Uefa. Proprio quell’Uefa che dovrebbe vigilare, che nel settembre 2009 ha introdotto il fair play finanziario ma che evidentemente è più di facciata che di sostanza. Altrimenti non si spiegherebbero le centinaia di milioni di debito che tutte le 12 società “fondatrici” della Superlega hanno a bilancio. Va detto che solo il Milan recentemente ha “pagato” un anno saltando di fatto le coppe; ma forse ha pesato l’incertezza della proprietà cinese, se ci fosse stato un Berlusconi nemmeno il Milan, a mio avviso, avrebbe “pagato”.

L’ipocrisia e la vera ignoranza
Quindi, riassumendo, da un lato le varie Leghe, l’Uefa, ovvero gli artefici dei disastri, dall’altra le società indebitate fino al collo; i primi si arricchiscono sulla montagna di debiti che i secondi producono. Vorrei anche aggiungere, per fortuna vi sono presidenti e società virtuosi, pochi in verità, ma non fanno notizia. Spesso sono piccoli club ai margini (molto) dei poteri forti: dovrebbero essere indicati come esempi da imitare e copiare, perché non producono debiti, ma vengono ignorati con fastidio.
Il mio pensiero

Questo il mio pensiero sui potenti e dei potenti, poi c’è tutto un modo sotto che meriterebbe la vera attenzione da parte delle istituzioni del calcio. Se penso ai settori giovanili, in particolare il mondo dilettantistico, non penso la Superlega tolga loro qualcosa, perchè nulla ricevono queste società. Per loro, con o senza Superlega, nulla cambia.
Se il “calcio” non si da una regolata, se la politica non mette ai vertici persone capaci, affidabili e poteri speciali, andremmo da così a peggio. Prendiamo ad esempio il Campionato di Serie C, non c’è una stagione calcistica che inizi e termini senza che non ci siano delle società con gravi problemi economici. Qualcuno si è posto il problema? Si naviga a vista, senza un progetto e i poteri restano sempre in mano alle solite figure.
Ipocrisia e incapacità

Per questo dico, non ci si può scandalizzare di fronte ad una Superlega della quale, peraltro, lo stesso Aleksandr Ceferin in tempi non lontani discuteva; ci si deve scandalizzare di fronte all’incapacità di chi gestisce un carrozzone che dovrebbe invece essere una grande industria sportiva ed economica, in grado di dare lavoro, e produrre ricchezza da distribuire equamente e proporzionalmente alle società calcistiche. Naturalmente vigilando, seriamente, sulla loro condotta economica, sostenendole e indicando la via giusta e non discriminando.
Il “calcio”, se vuole tornare serio, deve approfittare di questo momento per riorganizzarsi e darsi nuova regole che permettano dalla prima serie ai dilettanti passando per i settori giovanili, vera linfa vitale, di affrontare campionati sostenibili, premiando i virtuosi così da essere l’esempio da seguire.
In tutto questo, c’è molta ipocrisia del calcio…diventata quasi normale, ma normale non è!

Ha pienamente ragione, ma solo alcuni hanno la possibilità di cambiare il mondo del calcio.