“Le cicale non hanno un nido. Sono loro stesse il loro nido. […] Restano sotto terra, rannicchiate, come morte. Per dieci lunghi anni l’oscurità e l’umidità della terra è tutto il loro mondo. […] Quando sono mature, le ninfe larvali iniziano a scavare nel terreno che le ha custodite per tutto il tempo. Scavano ed escono nella luce, per iniziare a trasformarsi. E alla fine, quando il loro nido diventa inospitale, le ninfe si evolvono, ed escono dalla loro crisalide. Il coraggio dimostrato ha fatto loto un dono: perché a differenza di prima hanno delle bellissime ali, per librarsi nell’aria” (p.75).
Le cicale e Anna Martellato
Questa bella metafora, che dà il titolo al secondo romanzo di Anna Martellato, Il nido delle cicale ( Giunti, 2020) – uscito a soli due anni di distanza da quello d’esordio, La prima ora del giorno, sempre per i tipi di Giunti – esprime ciò che dovrà attraversare la protagonista, Mia, giunta a una svolta decisiva della sua vita.

La storia dietro le cicale
La scoperta di un segreto che Alessio, il suo compagno, architetto di successo, conserva da anni e che sconvolge improvvisamente la sua esistenza dorata e confortevole – un’esistenza che ci ricorda in qualche modo quella di Nora, la protagonista di Casa di bambola di Ibsen – la porta ad abbandonare quello che la coppia chiama da sempre il “Nido”, una casa elegante e perfetta in ogni dettaglio, costruita nella grigia Stoccarda apposta per lei, un nido che però rappresenta una sorta di prigione dorata.
Il ritorno alla villa di famiglia sul Lago di Garda, un ritorno che sarebbe meglio definire una fuga, ci proietta in un altro “nido”, se vogliamo, un rifugio cupo e cimiteriale in cui vive la madre Vittoria, una donna eccentrica e autoritaria, indurita dalla morte prematura del figlio Mattia, gemello di Mia, per un incidente in mare.
Un passato che ritorna
Il passato ritornerà attraverso i ricordi e anche per l’incontro con Luca, amico d’infanzia, un giovane imprenditore che coltiva piante officinali e si dedica alla produzione di prodotti biologici per la cosmesi.
Lavanda e cicale
Anche in questo romanzo, quindi, come nella prima prova narrativa, Anna Martellato ci regala un profluvio di essenze e profumi: ne La prima ora del giorno quello dei fiori di ibisco che crescono nei cortili dell’isola di Rodi, ora quello della lavanda e insieme del rosmarino, del timo e di molte altre piante officinali, rigogliosa vegetazione tipica del territorio gardesano.
Ma il rifugio, dove Mia credeva di trovare pace e serenità per prendere decisioni importanti sulla sua relazione con Alessio, si rivelerà custodire un altro segreto, tenuto nascosto per molti anni da Efra, la tata ormai ultranovantenne che con sorprendente agilità ed energia continua a sfornare torte di mele, occuparsi della casa e proteggere con le sue attenzioni Vittoria, rimasta sola dopo la separazione dal marito, che si è rifatto una vita in un paradiso esotico.
La verità, dolorosa, arriverà, travolgente, coinvolgerà tutti, ognuno in modo diverso, e ciascuno dovrà uscire dal nido che si era creato, per rinascere a nuova vita.

Chi è Anna Martellato
Anna Martellato è nata nel 1981 a Verona, dove vive. Laureata in Scienze della comunicazione è stata allieva della scuola di scrittura creativa Palomar ed è giornalista professionista. È una “project generator journalist”: crea format televisivi, progetti web ed editoriali. Ha fatto della propria passione, raccontare, il suo mestiere: collabora con testate giornalistiche, aziende ed enti come ufficio stampa e storyteller.
Grazie per aver accolto e raccontato con queste splendide parole il libro.
Grazie a te, Anna!