La storia delle sale cinematografiche a Mestre è legata come una sorta di cordone ombelicale al nome della famiglia Furlan, a partire dall’inizio del Novecento quando aprirono la prima sala cinema nei pressi della Torre del centro mestrino. Una dinastia che nel corso degli anni ha sempre operato in questo settore.
A portare avanti il “marchio” Furlan nell’imprenditoria cinematografica è Gianantonio Furlan che oltre ad essere titolare delle sale mestrine (Candiani e Palazzo) a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila ha aperto cinema anche a Vittorio Veneto, Trieste, Udine, Limena ed è stato anche vicepresidente nazionale dell’Associazione nazionale esercenti cinema.
Furlan secondo lei questa decisione di riaprire le sale cinematografiche il 26 aprile è fattibile?
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“Direi che si tratta di una decisione alquanto astratta in quanto presa senza un minimo di preavviso. Le dinamiche che muovono attorno al mondo e a tutto il settore cinematografico sono tantissime e complicate. A cominciare dalla ricalendarizzazione e programmazione dei film da porre in visione. Bisogna pensare ad un’operazione complessa con tutti i distributori anche perché in fondo i film sono un prodotto che si vende e bisogna farlo nel miglior modo possibile. Se pensiamo di poter aprire con un “coprifuoco” alle ore 22 diventa quasi impensabile in quanto essendoci film che durano due ore-due ore e mezza, saremmo tenuti a programmare l’ultimo spettacolo alle ore 19 e questo non è possibile. E poi anche il fatto che non possiamo vendere all’interno alimenti e bevande tipo pop corn, caffè, coca-cola diventa paradossale. Quindi attendiamo i prossimi protocolli e poi vediamo. In questo momento e con queste modalità, prima della seconda settimana di maggio difficilmente potremo aprire”.
Le regole legate al distanziamento vanno bene?
“Quello sì, l’avevamo detto anche dopo la precedente riapertura. Il distanziamento che prevede il cinquanta per cento dell’occupazione va bene. L’uso della mascherina con la distanza inferiore ai due metri, la sanificazione della sala e tutte queste misure di sicurezza sono giuste e si possono fare”.
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Quando riapriranno i cinema, che film potranno vedere gli appassionati cinematografici?
“Sicuramente porteremo i film americani e britannici in quanto negli Stati Uniti le sale sono già aperte da tempo e il loro calendario è già avviato. Per quanto riguarda i film italiani molti sono già passati nelle varie piattaforme, vedi Sky o Netflix eccetera, e punteremo su quelli rimasti a disposizione. Per esempio “Tre piani” di Nanni Moretti che però lo vedremo a settembre o il tanto atteso “Diabolik” che uscirà a dicembre. Ma ho deciso che già giovedì 29 aprile aprirà il cinema Palazzo di Mestre con in programma due film: “Nomad Land” con Frances McDormand , attrice vincitrice del Leone d’Oro a Venezia, e “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati con Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli””.
In tutto questo caos si è vociferata la voce del ritorno ai drive-in. Lei cosa ne pensa?
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“Una gran bufala è sicuramente una voce giornalistica, una “boutade”. E’ impensabile, improponibile parlare di “drive-in”, un’operazione tecnologicamente parlando fuori completamente, irrealizzabile. Per i privati sarebbe un’operazione fallimentare, forse possiamo ancora pensare alle arene all’aperto gestite dagli enti pubblici”.
La Mostra del cinema di Venezia come sarà quest’anno?
“Non posso e non sta a me dirlo, ma sicuramente sarà migliore rispetto all’anno scorso in quanto se la pandemia darà un certo respiro c’è più tempo a disposizione per organizzare le cose al meglio sotto tutti i punti di vista”.
Lo scrittore Alessandro Baricco ha detto che “nulla sarà più come prima” nel senso che la gente difficilmente si recherà al cinema, al ristorante, al teatro come prima. E’ d’accordo?
“Non sarei così pessimista, il tempo comunque ci darà una risposta. Però dico che se questa brutta storia finirà e non dovremo più essere costretti a girare con la mascherina, credo che la gente avrà ancora più voglia di socializzare e tornare alla vita di sempre. Poi va detto che per quanto riguarda il cinema molta gente in questo periodo ha “scoperto” le piattaforme e quindi guarda molti film da casa. Ma questo è un altro discorso non strettamente legato alla pandemia”.
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Un’ultima domanda, qual è la situazione attuale dell’ex cinema Excelsior?
“E’ molto complicata, abbiamo deciso all’epoca di chiudere il nostro stabile come sede cinematografica con la volontà di venderlo ad uso commerciale, ma ci siamo trovati di fronte a molte difficoltà. In primis i costi molto elevati per gestire un edificio così grande nel centro di Mestre e fino ad oggi non abbiamo trovato nessuno in grado di voler investire. Questo ci fa pensare vedendo anche attorno che grandi catene, grandi marchi hanno abbandonato la nostra città, basti pensare al centro Le Barche dove OVS ed H/M hanno gettato la spugna. Quindi o bisogna abbassare gli affitti oppure c’è proprio poca voglia di investire a Mestre”.