Caro Direttore, vi scrivo per capire cosa sta accadendo sulle vaccinazioni. Vedo tanto caos. Pensavo che il Veneto fosse all’avanguardia, ma ho visto che anche da noi qualcosa non funziona. Posti di vaccinazione aprono con grande enfasi su giornali e tv e chiudono pochi giorni dopo nel silenzio. Dicevano che per l’estate tutti gli italiani sarebbero stati vaccinati e parlavano di possibilità di una ripresa della normalità, ora tutto è slittato alla fine dell’estate, anzi all’autunno. Pensate che le cose cambieranno in tempo?Grazie per l’attenzione
Paolo Ballarin, Venezia

Caro lettore, la situazione è particolarmente difficile e non basta fare i proclami per risolvere i problemi. L’Europa, Italia compresa, è entrata con ritardo e con qualche errore nella battaglia dei vaccini. Nel Continente non ci sono grandi centri di fabbricazione dei sieri e questo lega le speranze ad altri che vendono e spesso non sono correttissimi nel mantenere fede ai contratti. Dipendiamo da colossi farmaceutici americani, inglesi, asiatici, russi e tutto questo si è fatto pesantemente sentire. L’Europa dovrebbe alzare la voce, richiamare al rispetto degli impegni, soprattutto avrebbe dovuto pensare ad aprire centri di produzione. L’Italia, per esempio, è in grado di farlo subito.
I problemi del caos vaccinazioni

Il complicarsi della situazione ha creato a catena disagi e ritardi. Ne stiamo pagando le conseguenze e non credo basti lanciare parole d’ordine una dietro l’altra. Ancora oltre un terzo della popolazione ultraottantenne deve essere vaccinata per la prima volta! Secondo i programmi dovevamo essere già ai cinquantenni. Non dipende da una sola persona, l’organizzazione su tutto il territorio dipende da varianti non tutte catalogabili in un algoritmo. C’è stata qualche valutazione sbagliata, un po’ di fretta, una sottostima della situazione; c’è anche il fatto di un’Italia ancora una volta a due velocità, pur con sorprese nell’area delle presunte eccellenze, si pensi a quanto accaduto in Lombardia.
Il Veneto si difende bene dal caos
Nonostante tutto, però, il Veneto limita i danni, anzi è tra le regioni col maggior numero di vaccinati. Posso raccontarle la mia esperienza. Mi sono appena vaccinato, privilegio dei settantenni. E’ vero che ho dovuto fare un viaggio di un’ora, i posti più vicini erano “esauriti”, ma a Chioggia ho trovato una sorpresa veramente piacevole. Efficienza massima, cortesia, professionalità, rispetto assoluto dei tempi. Sedie per tutti, sale pulitissime, bagni attrezzati. Personale di Protezione Civile disponibile davanti a ogni esigenza. Personale sanitario sempre all’altezza del compito. C’erano tantissime persone, nessuna è stata trascurata, nessuna ha dovuto subire sorpassi spiacevoli o ritardi ingiustificati.
Chioggia: l’esempio da seguire

Non c’era spazio per i soliti furbetti. Ecco, se si doveva dare una dimostrazione di efficienza e rispetto credo che Chioggia col suo Centro Vaccinale nell’area del porto sia stata lo specchio di una Buona Sanità. Certo non basta, ma apre una strada giusta.
Un’ultima considerazione: cosa si aspetta a coinvolgere tutti i medici di famiglia e tutti i farmacisti nella campagna vaccinale? Si potrebbe risolvere la situazione in poche settimane. Naturalmente, occorrono i vaccini!