Delle quattro porte ‘regales’ della cinta muraria medievale di Padova oggi rimangono solo Porta Altinate e Porta Molino. C’era però anche Porta delle Navi, in via Euganea, dove ancora oggi rimane il Ponte delle Navi, di origine romana, ricostruito nel 1285.
Il porto fluviale

Spesso sono proprio i toponimi a darci qualche indizio sul passato e in questo caso l’appellativo ‘delle Navi’ lo dobbiamo alla presenza di un porto fluviale con annessa barriera daziaria. Qui trovavano un punto di approdo le barche che navigavano il fiume Bacchiglione verso Este e Monselice. L’antica casa della Dogana esiste ancora, all’incrocio tra via Euganea e Riviera San Benedetto, ed è considerata una delle più belle case duecentesche di Padova. Se si attraversa la strada e si alza la testa si vede bene la struttura tipica delle case porticate, con una bifora chiusa da un arco di scarico e decorata con traforo a losanghe sulla ghiera tra le più semplici monofore. Sulla facciata in Riviera San Benedetto sono ancora visibili gli stemmi del podestà Morosini e del Comune di Padova.

Un delitto efferato a Padova al tempo dei Carraresi
Proprio questo luogo nel Duecento fu teatro di uno dei delitti efferati del tiranno sanguinario Ezzelino III da Romano, vicario dell’imperatore Federico II. A lui si era opposto un certo Iacopo Da Carrara, antenato di quei Carraresi che avrebbero poi dominato con la loro signoria Padova per quasi un secolo. Nel 1237 le cronache ricordano che avvenne una furiosa lite tra Iacopo Da Carrara e Ezzelino, in cui Iacopo lo schiaffeggiò proprio davanti agli occhi dell’imperatore. Ezzelino, per vendicarsi di un gesto così impudente, esiliò Iacopo, che però non si perse d’animo e anzi raccolse delle truppe al castello di Agna per poi rientrare in armi in città. Ezzelino allora mise sotto assedio Agna e fece prigioniero Iacopo. Fu portato in catene a Padova e per evitare rivolte della popolazione, prima di varcare la Porta San Giovanni delle Navi, nel 1240, fu decapitato sul Ponte delle Navi. Le spoglie sono ancora conservate nella chiesetta di San Giovanni alle Navi.
La chiesetta di San Giovanni alle Navi

Proprio di fronte alla casa della Dogana, in via Euganea, passa inosservata tra le case una piccola chiesa, di cui è visibile la facciata con due ampie lapidi dedicate ai caduti della prima guerra mondiale e un piccolo campanile a vela. Della struttura antica non si conserva se non il ricordo e c’è chi sospetta che la chiesa originariamente si trovasse non in questo luogo ma all’inizio della via, più a ridosso del ponte. Intonacata a rosso pompeiano e avorio, la facciata è quasi del tutto coperta dalle lapidi commemorative e occupata dal grande portale settecentesco, e presenta sulla destra una antica colonna crociata in pietra. Nel XVII secolo divenne chiesa commenda dei Cavalieri di Malta, insieme alla chiesa della Madonna Immacolata (o chiesa di Santa Maria Iconia) di via Belzoni, al Portello, entrambe dipendenti dal priorato di San Giovanni di Malta di Venezia. Dal tempo delle soppressioni napoleoniche fino ad ora fu oratorio soggetto alla Cattedrale. L’interno è settecentesco, con volta a botte; ai lati una grande pala gotica del XIV secolo raffigurante la Madonna con Bambino e angeli e tele del XVII secolo. Sull’altare barocco una pala tardo cinquecentesca con il martirio di San Giovanni Battista (‘San Giovanni Decollato’) sostituisce dal 1770 la pala con Battesimo di Cristo portata all’altra chiesa dei cavalieri di Malta al Portello per salvarla dall’umidità.
L’organo
Sulla cantoria si trova l’organo a canne ancora pressoché intatto più conservato di tutta la provincia di Padova: costruito da Francesco Dacci (costruttore anche dell’organo nella chiesa della Salute a Venezia) nel 1783 e modificato nel 1860 da Angelo Agostini con l’asportazione di due canne, a tutt’oggi mancanti. Integralmente a trasmissione meccanica, con una tastiera di 45 note e una pedaliera a leggio costantemente unita al manuale, è inserito all’interno di una cassa lignea decorata con festoni e putti e il busto di un santo.
La regata a Padova

Fin dall’epoca medievale, il 24 giugno, giorno di San Giovanni, c’era l’usanza di fare una processione di barche verso la chiesa di San Giovanni delle Navi, sede della confraternita dei barcaroli. Anche i barcaroli del Portello, che avevano come protettrice la Madonna, organizzavano ‘processioni fluviali’ simili e dall’unione di queste due comunità nacque l’antica tradizione della regata domenicale, conservata intatta fino al XIX secolo e negli ultimi quarant’anni riportata in luce dagli ‘Amissi del Piovego’, con ‘mascarete’, gondole e ‘caorline’, tipiche barche usate in laguna.