Il vaccino contro il covid-19 preoccupa, è un fatto piuttosto evidente. Possiamo discutere della diffusione di questa paura nella popolazione, possiamo discutere di quali soglie di timore facciano scattare comportamenti avversi, possiamo discutere di quanto sia legittima, ma partiamo dal presupposto che esiste.

La preoccupazione per il vaccino esiste perché la conversazione pubblica è orientata su questo argomento da tanto tempo, ben prima del Covid. Il fatto che alcuni protagonisti del dibattito pubblico sui vaccini siano stati molto forti nelle loro posizioni ed esposizioni non ha aiutato. Sentire tante e tante volte che i vaccini causano l’autismo può far nascere il dubbio in chiunque, anche se la comunità scientifica risponde che tale correlazione non esiste e i dati che l’hanno fatta emergere per la prima volta erano inventati.
Sono anni che sentiamo questi discorsi, sono entrati anche nella vita politica del paese e in parte ne hanno orientato il presente e il futuro. Abbiamo parlamentari apertamente avversi alle vaccinazioni in generale, abbiamo sentito discorsi pro e contro i vaccini in televisione, abbiamo sentito testimonial più o meno prestigiosi da ambo le parti. Insomma, volenti o nolenti tutti abbiamo partecipato attivamente o passivamente a un dibattito sul presente e sul futuro della scienza.
La battaglia tra fiducia e paura
La battaglia tra fiducia e paura, però, non è ad armi pari. La fiducia si basa su processi consapevoli e si crea nel tempo. Bisogna che la maggior parte delle aspettative in un determinato ambito o da parte di una persona/gruppo si realizzino, si tratta di un muro che va costruito giorno dopo giorno con fatica e attenzione. La paura colpisce la pancia, fa diventare irrazionali. Spesso basta un accenno a possibili, eventuali, rischi o eventi avversi ad attivarla. E quando la paura si impossessa di una persona difficilmente abbandona la presa. Insomma, il muro della fiducia deve essere solidissimo per contenere un attacco orientato a generare una paura più o meno sensata. La sfida, specie su un campione ampio di persone, è impari.

Oggi la situazione è ancora più complessa: c’è di più rispetto ad un martellamento mediatico e una paura radicata. In questo periodo si inizia una campagna vaccinale di massa con un farmaco nuovo. Il vaccino per i Covid è stato sviluppato in tempi rapidissimi: se la parte razionale di buona parte della popolazione può comprendere che si è trattato di un enorme sforzo collettivo, è difficile non avere nemmeno una piccola parte di preoccupazione. Certo, i coronavirus sono un ambito piuttosto conosciuto e per lo sviluppo del farmaco si partiva da una buona base a seguito delle epidemie sars e mers nel recente passato, ma questo non è un fatto universalmente noto. Infine, pochi hanno familiarità con le tecnologie che utilizzano l’RNA e questo è stato un grimaldello che alcuni hanno utilizzato per diffondere il terrore che il vaccino modificasse il nostro DNA per sempre e in maniera imprevedibile.
Ma la paura vera qual è?
Fatta questa (lunga) premessa, la parte psicologica di cui vorrei parlare va ad aggiungersi alla preoccupazione per il vaccino in sé. Si tratta della paura del futuro e dell’ignoto.

Ormai è un anno che siamo dentro l’emergenza covid, e il passato sembra un’altra era. Tutto quello a cui eravamo abituati non è più parte della nostra quotidianità: la quantità di tempo che passiamo online, gli ambiti della nostra vita che stiamo scoprendo possono essere gestiti in modo diverso dal passato, lo sviluppo delle tecnologie… E ci stiamo rendendo conto che il futuro non potrà essere un ritorno al passato.
Troppe cose sono cambiate, troppe cambieranno in brevissimo. Ma per ora c’è l’emergenza, che limita gli spostamenti, che da una ragione concreta per dover fare tante cose online… L’emergenza è quasi un bozzolo, scomodo e difficile, che ci permette di preoccuparci del presente e non del futuro. Ma quando l’emergenza passerà, allora il futuro busserà alle nostre porte: questa può essere la paura più o meno inconscia che va ad associarsi al vaccino, possibile biglietto per l’uscita dalla prigione del Covid.
Come costruire la certezza
Uno dei modi più efficaci per superare la paura è combatterla attivamente, andando a riconoscere con coraggio le ragioni che la generano. Se il futuro fa parte del corredo di paure che viviamo oggi, possiamo liberarcene pensando che l’ignoto è la nostra possibilità. Tante, troppe cose non andavano nel mondo del 2019. Il 2021 può essere un nuovo inizio, l’anno in cui cominciamo a prendere in mano i fondamenti sociali, economici e politici della nostra società in Italia e nel mondo. Trasformiamo la paura in determinazione, e affrontiamo un futuro incerto costruendo certezza e fiducia giorno dopo giorno.