Il nostro Paese nelle situazioni d’emergenza tira fuori spesso il meglio di sé. Il banco di prova del COVID-19, che ci vede purtroppo ancora sotto esame, lo ha dimostrato. Tra le istituzioni, i gruppi di ricerca, i semplici cittadini e l’imprenditoria sono emersi giornalmente esempi positivi. Tra questi vogliamo parlare di un caso emblematico dell’imprenditoria in campo sanitario e per farlo ci spostiamo in Toscana, dove ad Asciano è attiva da decenni la Prophydent. Che si è riconvertita. Adesso dietro la mascherina c’è l’argento.
L’azienda e la mascherina
L’azienda è immersa in quella fetta di Toscana chiamata “crete senesi”. Un territorio magico e unico caratterizzato da una distesa di argilla dove si alternano, come se fossero state modellate da uno scultore, colline e avvallamenti. Dove è facile ammirare quei fenomeni di questa terra chiamati calanchi. I calanchi sono delle profonde cicatrici, simili a solchi, tipiche dei terreni argillosi prodotte dall’azione delle acque pluviali. E’ qui che incontriamo il cavalier Enzo Bernini, 70 anni, il titolare della Prophydent, un’azienda attiva da mezzo secolo decenni in campo dentale e di sanificazione, che, con l’emergenza COVID, ha saputo riconvertirsi producendo mascherine di alta qualità e prodotti per igienizzare gli ambienti.
Siete andati avanti così per molti anni poi è arrivato il COVID. Adesso dietro la mascherina cosa c’è?
“Sì, per 50 anni abbiamo seguito l’evoluzione del settore dentale, cercando di rimanere sempre al passo coi tempi, a volte pure anticipandoli. Con l’arrivo del COVID abbiamo capito che il nostro settore e la nostra esperienza potevano dare una mano. Noi avevamo una grande esperienza nel campo delle mascherine di protezione, la cui qualità è fondamentale per i dentisti. Con l’arrivo drammatico del virus, subito una richiesta di mascherine, così abbiamo pensato di riconvertirci mettendo a disposizione le nostre conoscenze. In magazzino avevamo un’enorme quantità di mascherine per dentisti e abbiamo iniziato a studiare, col nostro gruppo di ricerca, come cambiarle e modificarle per fronteggiare l’emergenza”.
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“Il prodotto che avevo in mente doveva avere questi requisiti: essere per prima cosa sicuro, ma qui voglio aprire una parentesi. Ho trovato immorale come alcuni si siano approfittati all’inizio dell’emergenza della disperazione delle gente, offrendo materiale scadente a prezzi altissimi. Così – tornando ai requisiti che volevo dare al prodotto – ho pensato che dovesse avere anche un prezzo contenuto. Per far ciò, ho pensato che la soluzione ideale fosse quella di mettere sul mercato una mascherina lavabile, quindi utilizzabile per più volte, senza che perdesse le sue capacità di difesa e protezione. Abbiamo così creato un prodotto in TNT (tessuto non tessuto) con particolari caratteristiche di filtraggio, lavabile e capace di offrire protezione per più di 96 ore. Il nostro prodotto ha superato i test giustamente severissimi dell’università di Siena ed ha ottenuto una capacità di filtraggio pari al 98%, come e anche meglio delle FFP3 con costi, però, nettamente inferiori. Il nostro prodotto è tutto fatto in Italia e siamo in grado di produrre 9.000 mascherine al giorno.”
Avete anche creato una serie di prodotti anti Covid? Adesso c’è la mascherina
“La mia esperienza e quella dei miei collaboratori, su tutti mia figlia Gessica, è soprattutto nel campo della sterilizzazione e disinfezione. Ho sentito e letto tante inesattezze che giustamente la gente non può sapere o verificare. La vera barriera al Covid, oltre che dal nostro comportamento, è data dagli strumenti che usiamo per difenderci. Disinfettarci in modo giusto è quindi la prima protezione. Ci sono state molte inesattezze: ad esempio l’alcool, visto da molti come la soluzione a tutti i problemi. L’alcool etilico in qualità di solvente non è idoneo per le superfici porose. In più, l’azione sanitizzante si esaurisce con l’evaporazione in un paio di minuti. Penso anche all’ipoclorito di sodio, la candeggina, che è uno dei migliori disinfettanti ma anche tra i più pericolosi. La candeggina, inoltre, non pulisce; è’ altamente tossica, irritante e non si può utilizzare in miscela perché si possono generare reazioni pericolose e senza risciacquo corrode le superfici.”
E voi cosa proponete?
“Più che io, lo propone anche il Ministero della Salute che, in occasione dell’emergenza Covid-19, ha classificato l’acido lattico come l’unico principio attivo a basso rischio. Sulla scorta di ciò, mi sono attivato per trovare un disinfettante a basso rischio per la popolazione ma che avesse anche un’alta capacità disinfettante. L’ho trovato negli Stati Uniti e la mia ditta, al momento, è l’unica che lo distribuisce in Italia. Si tratta del Silverion 2400-argento citrato e sanilac-acido lattico naturale che rientra tra i prodotti noti come biocidi. L’argento, poi, usato da secoli come disinfettante.”
Ma cosa sono i biocidi? E le mascherine
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“Il biocida è un prodotto disinfettante contenente i principi attivi approvati ai sensi del regolamento UE 528/2012. La relativa autorizzazione viene rilasciata dalla Commissione Europea oppure, come è stato per noi, dal Ministero della Salute, previa valutazione tecnico-scientifica dei dossier da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Una volta superati questi esami, abbiamo lanciato sul mercato una serie di prodotti che non possono recare nessun danno per il cattivo uso. Abbiamo così preparato il Security (contenente il citato Silverion 2400), un igienizzante per ambienti e superfici, ideale per uffici, scuole, fabbriche, autovetture e abitazioni. Il nostro fiore all’occhiello è aver rifornito il Ministero dell’Interno e l’Arma dei Carabinieri. Il pubblico poi sta iniziando a conoscerci.”
Che previsioni fa per il futuro?
“Premesso che mi auguro che questa emergenza finisca, credo che si debba imparare a difenderci e per farlo è necessario essere informati e saper informare. Quello delle mascherine è stato un caso emblematico. La gente non va terrorizzata. Ma informata e messa in grado di attuare le giuste contromisure. Le nostre mascherine particolarmente richieste soprattutto nelle regioni colpite maggiormente: Lombardia e Veneto.”