Sono trascorsi cento anni dal brutale assassinio di Giacomo Matteotti, ma quanto sappiamo veramente di lui? Era un uomo libero e la sua storia appartiene a tutti noi. Coraggioso innovatore, sapeva cogliere anticipatamente i problemi della società, conflitti, povertà, emigrazione. Colpito dall’estrema miseria della popolazione rurale della sua terra, il Polesine, si iscrisse appena tredicenne alla gioventù socialista e nel 1904 al partito. Da sempre contrario alla guerra, presentata da altri “santa e rivoluzionaria”, pronunciò frasi durissime che gli costarono nel 1916 l’accusa di disfattismo. Diventò ben presto un uomo da sorvegliare, schedato come socialista pericoloso e sottoposto al controllo costante delle forze dell’ordine.
Rovigo omaggia Giacomo Matteotti
Per noi è innanzitutto una promessa di libertà, un nome familiare celebrato in migliaia di piazze e strade, un volto bellissimo che sembra un’icona cinematografica. Una grande mostra a Rovigo propone per la prima volta una selezione di importanti documenti emersi dall’Archivio di Stato del capoluogo polesano, in occasione del centenario del suo assassinio avvenuto il 10 giugno 1924 per mano di cinque squadristi fascisti. GIACOMO MATTEOTTI (1885 –1924) Una Storia di tutti – Palazzo Roncale. Evento a cura del professor Stefano Caretti, tra i massimi studiosi di Matteotti e di storia del socialismo, docente di Storia contemporanea all’Università di Siena.
Il Polesine casa di Giacomo Matteotti
Il Polesine luogo incantato, culla dei miti greci più famosi, è la terra di Giacomo Matteotti che nasce il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine antico gioiello della provincia di Rovigo, celebre per la palladiana Villa Badoer. Nel centenario di quell’efferato omicidio politico che ha segnato la Storia italiana del Novecento, il suo paese natale ne ricorda la figura rinnovando l’insegnamento morale che emerge da una vicenda umana e politica di grande insegnamento per il presente. La mostra di Palazzo Roncale è promossa dal Comitato Provinciale per le Celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Matteotti e dalla Regione del Veneto, con il sostegno della Fondazione Cariparo e la collaborazione dell’Archivio di Stato di Rovigo, della Direzione Musei regionali Veneto del Ministero della Cultura. Ha il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni, della Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze e della Fondazione Giacomo Matteotti di Roma. Inaugurata il 5 aprile sarà visitabile sino al 7 luglio.
Un evento imperdibile. Emoziona profondamente per le immagini che vanno oltre lo spessore storico della documentazione
Il volto celebre di Giacomo Mattotti, la moglie Velia e i tre figli piccoli, scene di vita familiare che stridono con i drammatici avvenimenti successivi. Un pugno sullo stomaco arriva dalle foto che documentano l’agguato: l’angolo tra il Lungotevere e via degli Scialoja dove l’auto dei sicari attende il suo passaggio, la bara trasportata dagli amici, il funerale a Fratta Polesine. Per il regime fascista era troppo scomodo quel giovane deputato socialista che si apprestava a dimostrare in modo dettagliato la corruzione presente nel governo presieduto da Benito Mussolini tra brogli elettorali e tangenti. La mostra di Rovigo nasce con l’intento di far conoscere le complesse dinamiche della nascita di una dittatura al fine di evitare per il futuro gli stessi errori. Il percorso studiato in modo esemplare dal professor Stefano Caretti ci guida alla scoperta dell’intera e breve vita di Matteotti, ha solo 39 anni quando viene assassinato.
I documenti
Preziosi documenti anche inediti e materiale fotografico, dalla militanza politica sino allo scontro frontale con il fascismo che segnerà il suo destino e per il quale con lungimiranza e coraggio aveva previsto tutto. Nel suo famoso discorso fatto alla Camera dei Deputati il 30 maggio 1924 denunciò violenze, abusi e illegalità terminando con la frase profetica: Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”.
A Palazzo Roncale possiamo cogliere gli aspetti salienti della sua vicenda politica che è anche un ampio affresco di vita privata, dalla nascita in una famiglia molto agiata, all’amore sbocciato per Velia, sorella del celebre baritono Titta Ruffo. Legatissimo a Giacomo Matteotti portò a spalla il feretro. In seguito al delitto decise di non cantare più in Italia.
Giacomo Matteotti aveva già capito tutto
Una sezione racconta l’epilogo drammatico del percorso parlamentare di Matteotti che aveva capito prima degli altri la natura totalitaria del fascismo diventando la voce più forte dell’opposizione. Era una voce troppo scomoda e pericolosa. Un caldo pomeriggio del 10 giugno 1924, Matteotti esce dalla sua residenza romana per dirigersi alla fermata del tram che lo porterà a Montecitorio. All’improvviso viene bloccato da cinque squadristi fascisti che lo attendono appostati in una Lancia Kappa nera in via degli Scialoja all’angolo con il Lungotevere Arnaldo da Brescia. Caricato a forza nell’auto tenta di difendersi con grande veemenza sorprendendo gli aggressori che lo pugnalano al cuore. Il suo corpo straziato e denudato, sarà ritrovato il 16 agosto in una fossa a Riano.
Un Comitato per Giacomo Matteotti
Per coordinare le Celebrazioni si è costituito un Comitato Provinciale, presieduto dal Sindaco di Fratta Polesine che riunisce più di 40 istituzioni. Al comitato si affiancano la Regione Veneto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Quest’ultima si è assunta l’onere del completo restyling della Casa Museo di Matteotti a Fratta Polesine in accordo con il Comune e l’Accademia dei Concordi di Rovigo, oggi proprietaria dello storico edificio, riconosciuto come Monumento Nazionale. L’apertura della Casa Museo è prevista per il 10 giugno esattamente a cento anni dalla scomparsa di Matteotti che tra queste mura mosse i primi passi. Luogo della memoria, importante riflessione sulla storia del nostro Paese. Il grande giardino accoglierà il visitatore come uno spazio nel quale meditare e leggere testi e libri reperibili all’interno del Museo.
Il mio viaggio alla scoperta di Giacomo Matteotti
Il mio percorso attraverso questo centenario significativo è iniziato già ai primi di marzo a Roma. Sono andata a visitare la mostra di Palazzo Braschi “Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia”, visitabile sino a metà giugno.
La sua è una morte che turba profondamente le coscienze, quasi non fossimo ancora preparati dopo cento anni, a tali atrocità.
Per questo commuove una delle frasi che ci ha lasciato in eredità: “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”.
GIACOMO MATTEOTTI (1885 –1924) Una Storia di tutti – a cura di Stefano Caretti
Palazzo Roncale – Rovigo, Piazza Vittorio Emanuele II, 25
5 aprile – 7 luglio 2024
co-curatela dello Studio Origoni Steiner (Anna Steiner e Matteo Origoni)
da un’idea di Maria Volpato e Maria Lodovica Mutterle.
Commovente ed inquietante allo stesso tempo. Tante, troppe somiglianze. Uomo straordinario, coerente fino in fondo. Grazie Giacomo Matteotti! Inoltro a tutti.
Complimenti per l’articolo che pubblicherò sulle mie due pagine fb: “Stefano Caretti” e “Matteotti Giacomo”