Chi ha avuto l’occasione di partecipare all’inaugurazione della Libreria Coop a Mestre, precisamente sotto i portici di Piazza Ferretto, ha avuto in dono un libro di successo, ripubblicato per l’occasione nella collana Oscar Bestsellers di Mondadori, il romanzo di Alessandro Barbero, Gli occhi di Venezia, che vide la luce per la prima volta nel 2011.
Considerato il numeroso pubblico che ha affollato l’apertura di una libreria nel cuore della città, abbiamo creduto opportuno dedicargli una recensione, pur non essendo una novità editoriale.
Si tratta, come ha più volte dichiarato l’autore, di un romanzo storico d’appendice, in cui si intrecciano tre storie, due inventate e una vera fondata su documenti d’archivio.
Barbero e le sue storie
Le due storie inventate sono quelle di due giovani di diciassette anni, Michele e Bianca, marito e moglie. Lui muratore, lei lavandaia. La loro vita, per quanto faticosa e molto modesta, ma comunque tranquilla nella parrocchia veneziana di Sant’Agnese, viene stravolta da un incidente, nel luglio del 1588. Un lavorante del padre di Michele, in cantiere, cade dall’impalcatura e muore. Questo tragico evento darà l’avvio a una serie di disavventure che porteranno alla morte del padre, mentre cerca di scappare all’arresto, e alla scelta improvvisa, ma obbligata di Michele, per salvare la pelle, di imbarcarsi su una nave che lo porterà lontano dalla madre e dalla sua donna, che di lui per molto tempo non sapranno più nulla.
Le storie dei due giovani si sviluppano parallele. Michele affronterà molte avventure, fatte di lunghe giornate incatenato al remo, di fughe dai pirati, di assalti a navi nemiche, di tempeste, ma anche di crimini efferati, tradimenti, segreti.
Anche per Bianca la vita sarà dura. Rimasta sola dopo che la suocera ha deciso, per sopravvivere alla fame, di affidarsi alla carità pubblica della Serenissima, conosce la realtà della strada, inizialmente mendicando, per poi ottenere lavoro come cameriera presso la famiglia patrizia dei Bernardo, e godendo della protezione della padrona, Clarice.
Nelle due storie parallele molta importanza rivestono gli incontri: Michele, che non era quasi mai uscito dal suo Sestiere, viaggia attraverso il Mediterraneo, vede Napoli, Palermo, Creta, Cipro, Costantinopoli, spesso trascinato dal caso. Si confronta con persone diverse da lui: musulmani, ebrei, rinnegati. Diventa uomo.
Bianca sperimenta la solidarietà femminile che le permetterà di aspettare il suo uomo senza prendere brutte strade. Anche per lei le vicende che affronta saranno fondamentali: la faranno maturare e crescere.
Una storia vera
La terza storia è la storia “vera”, quella realmente accaduta, di cui parlano i documenti d’archivio e i libri storici, quella di uno degli uomini più potenti di Venezia, il bailo di Costantinopoli Girolamo Lippomano, che aveva l’incarico, in un periodo di carestia e di fame nera, di acquistare grano per la Repubblica. Ma anche allora, come oggi – e le cronache rendono questo aspetto del romanzo attualissimo – i politici cedevano alla tentazione di guadagnare alle spese dello Stato, e Lippomano barava sul prezzo d’acquisto per tenersi la differenza. Venne incaricato di risolvere la questione proprio Lorenzo Bernardo, lo sposo di Clarice, inviato a Costantinopoli per la delicata missione di riportarlo in patria.
Questo romanzo, basato su solide competenze storiche che dipingono con realismo e tinte vivaci un mondo estremamente articolato e vicende appassionanti, è la lettura perfetta per gli ultimi giorni di un’estate torrida, affidandosi ai venti che gonfiano le vele di galere, golette e scialuppe, alle onde che si rovesciano sui ponti delle navi e che inzuppano i poveri rematori, e alle bevute nelle osterie dei porti dove le imbarcazioni trovavano ricovero per la notte.
Scritto in modo scorrevole e convincente, per i Veneziani rimarrà la stranezza di sentir parlare Michele e Bianca, ma anche i loro nobili padroni, in perfetto italiano, senza ricorrere al dialetto. Ma si comprende la necessità dell’autore di farsi capire da tutti, non solo con chi ha dimestichezza con la lingua veneziana.
L’autore
Alessandro Barbero, storico e scrittore, è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università del Piemonte Orientale e collabora ai programmi televisivi “Superquark”, “a.C.d.C.” e “Passato e presente”. Tra le sue pubblicazioni: Lepanto. La battaglia dei tre imperi (Laterza, 2010); Gli occhi di Venezia (Mondadori, 2011); Il divano di Istanbul (Sellerio, 2011); Dietro le quinte della Storia. La vita quotidiana attraverso il tempo, con Piero Angela (Rizzoli, 2012); Le Ateniesi (Mondadori, 2015); Costantino il vincitore (Salerno Editrice, 2016).
Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco (Laterza, 2016); Caporetto (Laterza, 2017); Dante (Laterza, 2020); Alabama Sellerio, 2021); Inventare i libri (Giunti, 2022); Brick for stone (Sellerio, 2023). Ha realizzato già nel 2012 una visionaria app multimediale dedicata a Canne, la storica battaglia tra Romani e Cartaginesi; il film d’animazione Waterloo (Rai Fiction, 2015); e, in collaborazione con Frame, la fortunatissima serie podcast Le grandi battaglie della storia (Audible, 2020) e un episodio dei Perché (Audible, 2020).