I protagonisti del nuovo romanzo di Tullio Avoledo sono come cani nella pioggia. Camminano senza meta, si muovono nel nulla, senza una direzione. La pioggia ha lavato via le loro impronte, il loro odore. Se non conoscete la canzone Rain Dogs di Tom Waits, andate a cercarla e ascoltatela perché ha ispirato il titolo del libro: I cani della pioggia (Venezia, Marsilio, 2023), una storia dove avventura e attualità si intersecano. L’autore dice di essersi divertito a far incontrare due personaggi ben noti ai suoi lettori, già al centro di romanzi precedenti e molto amati: Marco Ferrari (Come navi nella notte, Marsilio 2021) e Sergio Stokar (Nero come la notte, Marsilio, 2020 e Non è mai notte quando muori, Marsilio 2022). Escamotage che in genere è utilizzato nel fumetto e che qui diventa felicissima invenzione narrativa.
Avoledo e i suoi personaggi
Si tratta di due personalità molto differenti: il primo è un ex poliziotto che ha dovuto trasferirsi in Germania e lì si è reinventato come autore di romanzi gialli, il secondo è uno sbirro corrotto e spregiudicato. Tutto prende avvio dalle ultime pagine di Come navi nella notte: il ruggito di una tigre ha interrotto l’ultima telefonata di Magda, la compagna di Marco Ferrari, una giornalista inviata al confine tra Ungheria e Ucraina per un servizio fotografico, della quale da due mesi si sono perse le tracce. Nel tentativo di ritrovarla, i due si incontrano e danno vita a una rocambolesca indagine che attraversa scenari di guerra e territori divenuti per noi atrocemente familiari dal 24 febbraio 2022, quando le truppe russe hanno invaso l’Ucraina.
Avoledo e la casualità
Avoledo, in un’intervista, ha raccontato che, mentre stava accingendosi a scrivere questo suo nuovo romanzo ambientato in quel territorio, è scoppiata la guerra. Ha dovuto perciò documentarsi con ogni fonte possibile e la storia si è evoluta contemporaneamente all’andamento del conflitto. Lo scenario in cui si muovono i due protagonisti mentre seguono le tracce di Magda – venduta a un gruppo paramilitare dall’ungherese che doveva farle da guida lungo il Muro di Orban – assomiglia molto all’immagine che abbiamo della Prima Guerra Mondiale: trincee immerse nel fango, postazioni scavate nella terra, cecchini nascosti in una campagna devastata dai bombardamenti, cadaveri abbandonati sul terreno o malamente sepolti in fosse comuni.
Morte e disperazione ovunque. Popolazioni abbandonate a se stesse che si aggirano tra le macerie. Fame, freddo e paura
Avoledo descrive delle forze armate russe molto arretrate, giovani soldati mandati allo sbaraglio senza addestramento, scarso coordinamento tra fanteria e artiglieria, pessima mira nei bombardamenti.
Ferrari e Stokar affrontano questa mission impossible tra mille rischi con coraggio e incoscienza, con l’obiettivo di ritrovare Magda ma anche di uscirne vivi. E durante la folle impresa si trovano a scoprire anche un traffico di bambini e di droga. Il plot quindi si trasforma presto da romanzo di guerra a noir, atmosfera congeniale all’autore e molto apprezzata dai suoi lettori. La scrittura qui ha delle tinte “caravaggesche”, ricche di luci e di ombre, assumendo al tempo stesso tonalità drammatiche e ironiche.
Le dinamiche tra i due protagonisti danno vita a dialoghi dalla vivacità fulminante immersi in una prosa che sa colorarsi di poesia e di humour e dalla quale è impossibile staccarsi fino all’ultima pagina che ci conduce ad un epilogo inatteso, come sempre accade nelle storie che ci racconta Avoledo.
Chi è Avoledo
Tullio Avoledo, friulano, è nato nel 1957. Dopo aver esordito con L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi 2003, Einaudi 2003, Marsilio 2021), ha pubblicato Mare di Bering (Sironi 2003, Einaudi 2004), Tre sono le cose misteriose (Einaudi 2005), Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi 2007), La ragazza di Vajont (Einaudi 2008), L’ultimo giorno felice (Edizioni Ambiente 2008, Einaudi 2011), Le radici del cielo (Multiplayer.it 2011) e La crociata dei bambini (Multiplayer.it 2014) – due romanziambientati nel Metro 2033 Universe inventato da Dmitrij Gluchovskij –, Furland® (chiarelettere 2018). Insieme a Davide Boosta Dileo ha scritto Un buon posto per morire (Einaudi 2011). Oltre all’Anno dei dodici inverni (2009) e a I cani della pioggia (2023) , per Marsilio sono usciti anche i romanzi Chiedi alla luce (2016), Lo stato dell’unione (2020), Nero come la notte (2020, premio Scerbanenco), Come navi nella notte (2021) e Non è mai notte quando muori (2022).
Tullio Avoledo, I cani della pioggia, Venezia, Marsilio, 2023.