La situazione si è fatta di nuovo difficile e delicata. I numeri dei contagi sono molto alti, è risalito anche il numero dei morti. Ci sono stati nelle ultime settimane troppi ricoveri in terapia intensiva, ci sono state disposizioni nuove tese a riportare le cose dentro limiti che proteggano la popolazione. A molti non è piaciuto l’obbligo del green pass necessario per viaggiare e entrare in tanti locali. C’è chi ha contestato l’obbligo vaccinale per la popolazione oltre i 50 anni. Si discute sulla riapertura delle scuole. Si discute del fatto che negli ospedali intasati sia diventato quasi impossibile procedere con la “normale” amministrazione, che poi quel normale sta, tra l’altro, per interventi chirurgici urgenti a malati oncologici, a cardiopatici…
Ora i morti hanno una voce
Tra chi cerca soluzioni e chi è contrario a qualsiasi regola e lo ostenta spesso perfino con la violenza, c’è chi ha fatto fronte a situazioni familiari davvero difficilissime e chi non ce l’ha fatta ad andare avanti. Mancano le risposte delle istituzioni, mancano le rassicurazioni che uno Stato deve sempre dare, soprattutto quando le cose sono così drammatiche. E’ anche per questo che cerca di dare voce ai troppi costretti al silenzio la Libera Associazione dei Familiari delle Vittime del Covid.
Ecco l’ultimo comunicato dell’Associazione
“Pensa che mio marito ha contratto il covid sul luogo di lavoro , lui era bidello in un istituto superiore qui a Napoli. Dopo la sua morte dato che ho 4 figli di cui uno di 14 anni e mio marito era l’unico ad avere uno stipendio, ho chiesto alla scuola se potevo avere il lavoro di mio marito, e mi hanno detto di no . L’Inail non ha ancora accettato l’infortunio sul lavoro e non si sa se mai lo accetterà, e in tutto questo mi hanno dato una pensione e di reversibilità di 549,40” .
Teresa O. – Napoli
“Mia madre era entrata per un’ustione alla mano ed era negativa, dopo 10 giorni è risultata positiva e non è più uscita inoltre nel pronto soccorso le hanno rubato la fede nuziale. Non la vedevo da più di un anno per rispettare il blocco tra le regioni e per tutelarla”
Luca M. – Taranto
“Mio zio distribuiva le bombole d’ossigeno e si è infettato per aiutare gli altri malati. 5 giorni dopo la positività aveva programmato il vaccino” .
Anna L. – Taranto
“Una direttrice sanitaria dispone che i 3 reparti covid di un ospedale dell’aulss 3 (provincia di Venezia) siano presidiati da un medico di guardia a fronte di un’ottantina di pazienti, nel clou delle feste natalizie (dal 24.12 al 28.12), e a noi familiari risponde che l’ospedale non era sguarnito ma che ha applicato la normativa”
Antonella N. – Provincia di Venezia
Tante voci per i troppi morti
Queste sono solo alcune delle migliaia di testimonianze che giornalmente riceviamo, chi siamo? Siamo gli invisibili, i parenti degli appestati. Siamo figli, mogli, mariti, sorelle, fratelli di persone morte per covid-19.
Grande dignità a fronte di chi usa la violenza
No, non ci avete visto sbraitare in piazza, né assaltare sindacati, divellere panchine. No, noi siamo stati buoni e abbiamo rispettato la legge, ci siamo fidati dello Stato e della sanità, non abbiamo sfondato il Pronto soccorso quando sentivamo i nostri cari urlare disperati.
Abbiamo dimostrato un’enorme dignità in un dolore difficile da capire. Salutare la propria mamma e vederla sparire in un buco nero dal quale ricevi notizie vaghe una volta al giorno senza poterla vedere, toccare, asciugare il sudore, aiutarla a bere. Fino a sentirti dire “ci dispiace, la mamma non ce l’ha fatta”.
Una sola missione: dare la voce a chi vuole chiarezza sui morti per Covid
Come fai ad elaborare un lutto del genere? Un lutto senza morto, un lutto senza che tu abbia potuto prenderti cura del tuo congiunto.
Sappiate però che l’educazione, la pacatezza, la dignità del dolore non significa arrendevolezza o rassegnazione. La missione della nostra vita oramai è quella di ridare voce a tutte quelle povere anime, fare chiarezza e cercare di evitare che altra gente soffra l’inferno che stiamo soffrendo noi tutti.
Non contestiamo gli eroi ma i vertici
Ma attenzione, noi non ce l’abbiamo con tutti quei medici, oss, infermieri, che hanno lavorato con coscienza e competenza, cercando di salvare più vite possibile. Noi contestiamo quei vertici che da anni hanno continuano a tagliare sulla sanità pubblica e a gestire male i soldi che arrivano.
Una voce non silenziosa per i morti
Ci sono stati anche errori nella prevenzione, troppi buchi nella rete dei controlli anticovid, libertà di assembramenti, divieti disattesi, e tutto ha portato a ondate successive che sono state ben più devastanti della prima.
Ci siamo anche noi
Con questo comunicato volevamo solo chiedere un minimo di visibilità ai media, impegnati da 3 mesi a parare di green pass e super green pass e comunicare a istituzioni e partiti politici che esistiamo, siamo morti anche noi un po’ con i nostri cari ma piano piano ci stiamo rialzando e siamo pronti a batterci in tutte le sedi perché questa è una battaglia di civiltà.
Grazie per l’attenzione.
Libera Associazione Familiari Vittime Covid