“Diventare fotografi è un atto di disobbedienza perché la disobbedienza e la curiosità sono i due requisiti principali di questo mestiere”. Robert Doisneau. Il grande fotografo è stato, assieme a Cartier-Bresson, padre fondatore della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Il suo obiettivo ha catturato la vita quotidiana parigina e la banlieue. Ci ha regalato il bacio più celebre della fotografia, icona assoluta di un istante che nasconde invece una lunga preparazione tecnica: “Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris”. I segreti e le meraviglie di questo scatto possiamo ammirarli a Rovigo, grazie alla straordinaria mostra di Palazzo Roverella.
“Robert Doisneau”, una retrospettiva curata da Gabriel Bauret
Oltre 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero di formati diversi, provenienti dalla collezione dell’Atelier Doisneau a Montrouge. In questo leggendario atelier dove si è spento nel 1994, il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, lasciando una preziosa eredità di quasi 450.000 negativi. Visitare questa mostra è come dialogare direttamente con lui, scoprirne il carattere e i molteplici talenti.
Doisneau
“Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”. Così raccontava il suo lavoro, ma la definizione autobiografica più bella è certamente questa: “In realtà la mia vera passione è la pesca; la fotografia è solo un hobby”. Ecco perché è celebrato come “un pescatore di momenti”.
Non è semplice immortalare la felicità, ma è stata la sua prerogativa
Ha saputo narrare con empatia la società parigina del Novecento grazie a libertà d’espressione e leggerezza, prerogative di un grande autore. La mostra di Rovigo coglie perfettamente lo spirito del maestro proponendo tutta la sua opera senza distinzioni cronologiche o tematiche, affiancando vari mondi: le fabbriche, i banconi dei bistrot, le cerimonie, le scene di strada, i passanti. Così anche noi spettatori abbiamo la sensazione di vagabondare per le strade parigine in piena libertà sorpresi dalla poesia dell’istante. Quanto sarebbe stato bello essere tra i soggetti immortalati da uno scatto di Doisneau.
Doisneau e il bacio
Indubbiamente il “Bacio davanti all’Hotel de Ville” del 1950, non smette di calamitare l’attenzione, non solo per armonia e bellezza, ma per segreti e retroscena. La genesi di questa foto è in realtà piuttosto complessa. All’apparenza istantanea rubata, è invece costruita nel minimo dettaglio. A mio parere non fa che aumentarne il fascino, perché l’apporto di originalità e freschezza deriva innanzitutto da un vero tocco da maestro. Solo i due innamorati sono perfettamente a fuoco mentre i passanti intorno appaiono mossi e indifferenti alla scena. Lo sfondo è il Municipio, simbolo importante dei parigini, usciti dalla guerra con una grande voglia di libertà e rinascita collettiva. Il servizio era stato commissionato dalla rivista americana Life.
La tenerezza dietro la macchina fotografica
Mentre perlustrava le strade di Parigi cercando l’ispirazione, Doisneau rimase colpito da un gesto di tenerezza di una coppia in un bar. Erano due giovani attori e il fotografo chiese loro se fossero disposti a posare per lui replicando quel gesto d’amore. Con il tempo l’amore tra i due finì, ma l’immagine si è trasformata in messaggio universale senza tempo. Nel 1992 diventa un caso mediatico e giudiziario. Dopo tanti anni la coppia fotografata reclama un risarcimento legato al diritto di immagine, per una foto rubata che, ovviamente, rubata non era. In ogni caso è noto che parte del compenso per gli attori fu la stampa originale di Doisneau. Venduta all’asta nel 2005, realizzò un profitto di 155.000 euro.
Doisneau pescatore e regista della macchina fotografica
Non era solo un pescatore quindi, ma sapeva trasformarsi in un grande e astuto regista, capace di stupire lo spettatore, dosando sapientemente finzione e realtà. Alle critiche mosse per la foto non spontanea rispose con intelligenza dicendo che a lui piaceva descrivere la realtà non com’è, ma come avrebbe voluto che fosse. Era nato nel sobborgo parigino di Gentilly nel 1912, la sua formazione nasce dall’apprendistato nel laboratorio di un fotografo pubblicitario. Durante la Seconda Guerra Mondiale mette a disposizione le sue competenze di litografo per aiutare la Resistenza partigiana falsificando i documenti.
La mostra
A Palazzo Roverella, maestosa testimonianza rinascimentale affacciata sulla piazza principale di Rovigo, oltre agli scatti più importanti e famosi, possiamo assistere anche alla proiezione del film: “Robert Doisneau -La lente delle meraviglie” realizzato da Clémentine Deroudille, sua nipote. Prezioso documento ricco di immagini e citazioni. Scopriamo così il lato più vero e umano dell’artista: “mi piace restare nell’anonimato, racconta, più riesco a confondermi più sono contento. Le folle mi spaventano, ma quegli individui sullo sfondo, fotografarli mi mantiene vivo”.
C’è davvero la vita dentro le sue immagini, si insinua come una brezza primaverile tra gli abiti dei passanti, tra i giochi dei bambini, scalda i cuori innamorati come una poesia, è una promessa di felicità.
ROBERT DOISNEAU 23 settembre 2021 – 30 gennaio 2022
Palazzo Roverella – Rovigo – Via Giuseppe Laurenti, 8/10
Dal 6 agosto 2021, l’ingresso a musei e luoghi della cultura è subordinato all’esibizione della Certificazione verde Covid 19 (Green Pass). È obbligatorio prenotare la visita, acquistando il biglietto online, oppure chiamando il contact center allo 0425 460093.
Dott.ssa Elisabetta che bel racconto, partendo da questa mostra organizzata a Rovigo con i principali scatti del fotografo Robert Doisneau. Se dovessi scegliere come documentare un fatto, un monumento, un racconto, una novella preferirei certo la fotografia, quella d’autore, quella a cavallo alla metà del secolo scorso. La bellezza del b/n d’autore, la nitidezza del segno, depongono a favore sia del fotografo, ma anche dello stampatore. Del resto in tanti altri settori si apprezza questa foto classica, anche nel mondo della lirica, Ero Piccagliani, ci ha trasmesso le immagini dei grandi cantanti con questa tecnica. Nella a me vicina Senigallia operava un altro fotografo italiano come Mario Giacomelli che troverei simile a Robert Doisneau. Il francese ci ha trasmesso immagini bellissime adatte ad essere divulgate sui giornali, sulle riviste, come Life. I suoi attori, da come leggo per il bacio nei pressi del Municipio e per quanto ne so io, sembrano presi tra la gente comune, però il fotografo cura la messa in scena e fa diventare attori i soggetti fotografati. Quindi Robert Doisneau sembra il regista delle sue foto e all’idea affianca la tecnica fotografica, di sviluppo e stampa. Anche la quotazione del Bacio davanti all’Hotel de Ville è una cifra da capolavoro, una certificazione economica del livello raggiunto. Grazie Dott.ssa Elisabetta per questo racconto e suggerimento per una visita a Rovigo, tra l’altro anche questa città apparteneva a Sua Venezia.
La fotografia d’autore, è poesia, gli occhi restano estasiati e le emozioni raggiungono il cuore. Il famoso bacio, del fotografo Robert Doisneau, trasmette una tenerezza infinita. Tenerezza, vita, umanità, piccole gioie celate, quasi da cercare nei suoi scatti, da “pescare”. Che meraviglia, grazie Elisabetta!
Che meraviglia questo articolo sulla mostra fotografica di Doisneaus che presenta come si possa osservare la vita con la capacità di coglierne i momenti più particolari e fissarli in immagini immortali. Ognuno di noi ha un bagaglio di ricordi di queste istantanee a formare il percorso della propria vita. L’eccellenza di Doisneaus è quella di aver fissato questi attimi. Grazie per la solita capacità di presentazione di Elisabetta