E’ finita la stagione dell’atletica leggera, almeno ai massimi livelli, con la due giorni di finali, a Zurigo. Noi eravamo a Losanna e lì abbiamo visto da vicino i campioni, i medagliati di Tokyo, abbastanza diversi dai calciatori, un pizzico più generosi, nelle risposte, negli atteggiamenti, con storie belle.
A Zurigo Gianmarco Tamberi ha vinto la Diamond league nel salto in alto, con 2,35, in 13 anni del nuovo circuito è il primo italiano a portarsi a casa il diamante. E avrà casa anche a nordest, essendo tesserato per la Atl-Etica di San Vendemiano. Fa il solito show, in pedana, e fuori è incredibilmente disponibile, nei confronti di chiunque gli chieda una foto, anzi è lui a prendere in mano il telefono, per accelerare le operazioni.
Arriva sino a 2,30 senza errori, si aggiudica la gara a 2,32, e poi festeggia saltando i 2,34, sempre una
bella misura. “Atl-Etica mi sostiene – ci risponde Jimbo -, con gli sponsor, in tanti mi sono stati accanto. Hanno creduto in me e dato l’opportunità di gareggiare per loro”.
Tamberi, è stato l’anno di Jacobs o più di Tamberi, con l’oro anche in Diamond?
“E’ l’anno dell’Italia, tutta ha fatto qualcosa di fantastico: non dimentichiamo la staffetta, la
marcia, con Antonella Palmisano, siamo stati pazzeschi. Non va tirata fuori una performance, ma la squadra, del tricolore. Siamo orgogliosi di essere italiani”.
Cosa le dà essere allenato da papà Marco?
“Esistono pro e contro, come in ogni cosa. Il padre ti regala tanto come fiducia, con un allenatore che ti segue che è pure tuo genitore. Tanti litigi, viceversa, interrompono l’ingranaggio, ma resta una coppia
vincente, la mia come quella di Mondo Duplantis e di Filippo Tortu. Non sono d’accordo di criticare questo tipo di meccanismo”.

Nel salto triplo, il parmense Tobia Bocchi è quarto con 16,71 nell’ultimo dei sei tentativi, vince il portoghese Pedro Pichardo, confermando l’oro olimpico, in 17,70. Nei 110 ostacoli Paolo Dal Molin quinto in 13”43, rende felice anche la madre di Belluno, nell’anno in cui è andato sul podio agli Europei indoor: il diamante va all’americano Devon Allen, quarto ai Giochi. Ottavo il romano Ahmed Abdelwahed nei 3000 siepi in 8’25”06: il titolo va al Kenya, con Kigen, capace di resistere al rientro dell’oro olimpico El Bakkali, marocchino.
Nel triplo femminile, l’alloro va a Julimar Rojas, con 15,48, a 19 centimetri dal suo record mondiale. “Essere allenata da un grande ex, come il cubano Ivan Pedroso, è davvero la mia forza – ci confessa -. E poi vorrei conoscere il mio mito, Inessa Kravets, dal momento che le ho levato il primato mondiale dopo 25 anni”.
La venezuelana vive in Spagna e può superare i 16 metri. A Zurigo, il pubblico è senza maschera, sui 100 c’è anche Mudiyanselage, dello Sri Lanka, che si allena in Italia. Il titolo va all’americano Kerley in 9’87”. L’asta regala spettacolo con Mondo Duplantis, lo svedese sale a 6,06 e avvicina il record del mondo a 6,19, lo sfiora nel primo dei tre tentativi.
“Bubka – spiega a enordest – è il più grande della nostra disciplina, un mito, averlo superato con il primato di Roma, dopo anche Renaud Lavillenie, mi riempie di gioia”. Splendida Anzhelika Sidorova, la russa vola a 5.01, è la quarta donna a varcare il limite dei 5 metri, dopo Yelena Isinbaeva (Russia, 5,06) e le americane Jennifer Suhr (5,03 indoor) e Sandi Morris (5).
I 100 donne vanno all’olimpionica giamaicana Elaine Thompson-Herah in 10”65, gran tempo, sulla britannica Dina Asher-Smith (10”87) e la svizzera Ajla Del Ponte. La sua grande rivale, Shelly Ann Fraser, è felice per gli anni a Lignano Sabbiadoro: “Sono fondamentali per i nostri successi”.
Spettacolo sui 100 hs, con la nigeriana Tobi Amusan a 12”42 e l’olandese Nadine Visser. Sui 400 Quanera Hayes (Stati Uniti) vola in 49”88. Gran tempo sui 200, lo statunitense Kenneth Bednarek si impone in 19”70, comunque fa meglio del vecchio record di Pietro Mennea. Al femminile vince la namibiana Christine Mboma, in 21”78 fa il record del mondo juniores. I 30mila dollari del premio vanno anche alla serba Ivana Spanovic, 6,96 nel lungo, e all’americana Maggie Ewen (19,41 nel peso).