L’erba di Wimbledon non è stata mai particolarmente favorevole nei risultati per i tennisti italiani quindi, per il momento, è stata nei tempi quasi un tabù. Tutto comincia nelle prime tre edizioni di Wimbledon da quando i tennisti italiani hanno ricevuto la possibilità di parteciparvi e dove hanno raccolto davvero tante sconfitte. Proprio tra il 1968 e il 1970 si sono fermati sempre al primo turno: Nicola Pietrangeli tre volte, Merlo e di Maso nel 1968, Castigliano nel 1969 e, l’allora giovanissimo Adriano Panatta, nel 1970.
Che Wimbledon cambi idea?
Ma proprio ieri l’Italia ha sfatato la tradizione negativa e per la prima volta dal 1955 ha portato due tennisti italiani agli ottavi. Allora furono Beppe Merlo e Nicola Pietrangeli, adesso Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Speriamo sia un bel segnale.

Panatta sull’erba
Proprio Panatta diventò il protagonista indiscusso dei risultati migliori dei tennisti italiani a Wimbledon negli anni ’70. A 21 anni, nel 1971, raggiunse il 3 turno, che sarà poi il miglior risultato per l’intero decennio degli italiani. Nel 1972 raggiunse il quinto set contro il fortissimo statunitense Jimmy Connors (che incontrò nei tornei internazionali ben 11 volte vincendo due volte), nel 1974 un’altra sconfitta contro Connors, nel 1975 uscì in tre veloci set contro Ramirez e nel 1976 fece faticare Charles Pasarel portandolo al quinto set.

Wimbledon e Pietrangeli
Anche Nicola Pietrangeli raggiunse il 3 turno del prestigioso torneo nel 1972, perdendo, purtroppo, nel veloce incontro con Orantes 6-2, 6-2, 6-1. Il primo italiano che raggiunse i quarti di finali di Wimbledon, fu Adriano Panatta nel 1979, battendo in ordine Gimenez, Smith, Bengtson, Mayer per poi dover soccombere, proprio ai quarti di finale, ad un altro tennista fortissimo il belga naturalizzato americano, Pat Du Pré. Un anno dopo, nel 1980, Adriano con le sue inconfondibili ‘veroniche’, chiuse per sempre l’esperienza inglese raggiungendo il terzo turno e conservando il primato nel numero di successi vinti da un tennista azzurro a Londra, ben 16 vittorie!
La caduta degli italiani
Negli anni ’80, la compagine azzurra segnò un incontrollabile declino facendo segnalare la presenza di bravi giocatori come Barazzutti, Canè, Camporese e Claudio Panatta (fratello di Adriano) che però non fecero tanta strada nel tabellone. Addirittura, nel 1986, nessun italiano riuscì ad accedere al tabellone principale di Wimbledon. Solo nel 1988 Diego Nargiso raggiunse il terzo turno perdendo contro il fortissimo australiano Mark Woodforde.
Wimbledon si tinge di azzurro negli anni ‘90

Negli anni ’90 il tabellone principale si arricchì nuovamente di nomi di giocatori italiani tra i quali Camporese, Navarra Tieliman e Bracciali. Fu solo Omar Camporese a raggiungere il terzo turno nel 1991, battuto da Stich, che vinse il torneo mentre, per gli altri partecipanti italiani, l’eliminazione dal torneo fu immediata. Doveroso è segnalare la presenza, nel 1993, di Laurence Tieliman classe 1972 nato in Belgio da padre olandese e madre italiana che, essendo titolare del doppio passaporto, giocò a Wimbledon per i colori italiani battendo Schaller, Simian per poi soccombere allo strapotere di Krajicek che vinse due anni prima il prestigioso torneo. Il giocatore italiano che raggiunse, nel 1998, anche la finale sull’erba del Queen’s di Londra. Proprio nel 1998 Davide Sanguinetti riuscì a eguagliare, quasi vent’anni dopo Panatta, il miglior risultato di Adriano raggiungendo i quarti di finale, dove venne battuto anche lui per mano dell’olandese Richard Krajicek.
Negli anni 2000 i protagonisti italiani furono Nicola Pozzi, che giunse proprio nel 2000 al terzo turno, e Daniele Bracciali che vinse un interminabile incontro contro il croato Ivo Karlovic al quinto set (12-10) per poi doversi arrendere all’americano Andy Roddick, sempre al quinto set. Nota di cronaca, Roddick perse in finale con Roger Federer.

A Wimbledon qualcosa cambia
Fortunatamente, negli ultimi anni è evidente che il vento è cambiato per il tennis italiano a Wimbledon e i nomi sul tabellone più ambito del mondo tennistico, si susseguono come quelli di A. Seppi, S. Bolelli, F. Volandri, A. Starace, P. Galvani, L. Sonego, M. Berrettini e F. Fognini.
Tra le presenze delle nostre tenniste a Wimbledon, la prima apparizione fu quella di Annalisa Bossi che, nel 1941, raggiunse gli ottavi di finale dove perse in due set da Margaret Osbone che vinse anche il torneo.

Lea Pericoli, forse la migliore
Nel 1963 Lea Pericoli raggiunse il secondo turno nel singolare, il terzo nel doppio, in coppia con Silvana Lazzarino, mentre nel doppio misto, in coppia con l’anziano Budge Patty, non andò oltre il primo turno. La Pericoli nel 1964 raggiunge il terzo turno nel singolare e nel doppio, ma stavolta, in coppia con Mary-Ann Eisel. E, nel doppio misto fece coppia con Alberto Lazzarino fermandosi al secondo turno. Nel 1967 disputò uno splendido torneo di singolare raggiungendo gli ottavi di finali e venendo eliminata solo dalla vincitrice Billie Jean King. Nel 1973 tornò nel manto erboso londinese raggiungendo il secondo turno nel doppio, in coppia con Lucia Bassi. Il 1975 segnò l’ultima apparizione in campo della nostra eccezionale tennista che non andò oltre il secondo turno nel singolare e nel doppio (in coppia con Monica Giorgi).
Wimbledon si tinge di rosa negli anni 2000

Sandra Cecchini, bandiera del nostro tennis negli anni ‘80, ebbe poca fortuna in terra inglese non andando oltre il secondo turno nel 1984. Come per gli uomini, anche le donne hanno lasciato il vero segno a Wimbledon dagli anni 2000 come ad esempio con il raggiungimento dei quarti di finale di Francesca Schiavone, proseguendo per Sara Errani al terzo turno e ancora Roberta Vinci e Flavia Pennetta che nel 2013 approdò fino al quarto turno cedendo alla belga Kristen Flipkens. Tutte loro hanno raggiunto risultati eccezionali negli altri tornei del Grande Slam, sono e rimarranno un esempio incredibile per tutte le ragazze che intendono avvicinarsi al grande tennis.