Il Covid si è portato via pure Raoul Casadei. Il re incontrastato del liscio, dopo aver lottato contro questo malefico virus per alcuni giorni all’ospedale Bufalini di Cesena, ha dovuto cedere.
Chi era il re del liscio
Aveva 83 anni Raoul e per diversi decenni ha fatto ballare generazioni di appassionati di liscio, non solo in Romagna, ma anche in tutta la penisola. Eppure Casadei non iniziò giovanissimo a suonare. Il suo primo lavoro fu il maestro elementare ma la passione per la musica e la discendenza famigliare da suo zio Secondo, fondatore dell’Orchestra Spettacolo Casadei, lo convinse a collaborare col gruppo nel fine settimana e durante le ferie estive. Poi, la crescente popolarità, lo portò a lasciare il lavoro sicuro per dedicarsi anima e corpo al liscio.
Gli inizi
Raoul Casadei iniziò così un percorso artistico che gli fece compiere un’impresa nemmeno immaginabile in precedenza: sdoganare il liscio e trasformalo da musica regionale a musica nazionale. Negli anni ’70, infatti, molti brani di quella che intanto era diventata l’Orchestra Spettacolo Raoul Casadei, raggiunsero la vetta della hit parade. Canzoni come Ciao Mare e La Mazurka di periferia fecero ballare in allegria gli italiani.
Il liscio al Festivalbar
Il vero terreno di conquista del gruppo fu il Festivalbar, dove le canzoni di Raoul riscossero un grande successo che andava di pari passo con la popolarità delle spiagge romagnole. A Casadei va anche riconosciuto il merito di essere stato un ambasciatore della sua terra attraverso la musica, al punto che, non contento del successo in territorio nazionale, sbarcò pure negli States con una serie di concerti.
Negli anni ‘80 Casadei si ritirò dalle scene, lasciando il testimone a suo figlio Mirko e dirigendo l’orchestra da dietro le quinte.
Di lui ci ricorderemo il sorriso contagioso e la voglia di fare musica senza troppe pretese.