E adesso è il turno del ciclismo, del Giro d’Italia, che un quarto di secolo fa il giornalista veneziano Claudio Pea, inviato de “Il Giorno”, chiamava il Ghiro d’Italia, sostenendo insomma che faceva dormire. Ora ha il blog claudiopea.com e fa satira, come vannizagnoli.it, nei video.
Ebbene, il Giro non è stato soporifero, tutt’altro, meritava di essere seguito con attenzione.
Il Giro alla radio

In buona parte l’ho seguito alla radio, Rai, 1, con le voci di Cristiano Piccinelli, inviato, con Manuel Codignoni, con Giovanni Scaramuzzino in studio e con l’ex azzurro Roberto Ghirotto sulla moto.
E’ stato spettacolo e le pagelle di Ghirotto, domenica sera, sono state emozionanti.
Il giro ad un australiano

Ha vinto un australiano, Hindley, è bello che lo sport sia sempre più planetario, che le pedivelle non siano unicamente belghe. Con Carapaz, ecuadoregno, protagonista alle spalle del vincitore e bronzo a Mikel Landa, spagnolo, sul podio 7 anni dopo.
Soprattutto è quarto Vincenzo Nibali che ha annunciato il ritiro. Nibali, dunque, mi offre l’opportunità di essere tassonomico, nella mia cultura dei piazzamenti.
Nibali e il giro

I tifosi, soprattutto, ma anche gli sportivi, dimenticano la magia del quarto posto, dei piazzamenti da finale. Purtroppo si parla della famosa medaglia di legno, quasi si arriva a irridere il primo fuori dal podio, oppure si parla di medaglia di cartone.
Pensate alla Champions league, arrivare quarta è stato un grande traguardo per l’Udinese, il minimo per la Juventus, che pure da due anni lo festeggia. Ha festeggiato con Pirlo la Champions raggiunta all’ultima giornata e con Allegri la Champions ripresa da metà girone di ritorno, quasi più dello scudetto con Maurizio Sarri, per molti antipatico e caustico.
I piazzamenti
Dipende dai regolamenti, certo, ma anche il quinto, il sesto e il settimo posto sono signori piazzamenti. Sono come le squadre che escono ai quarti di finale di una grande manifestazione, la differenza si capisce forse solo nel calcio, quando l’Italia non si qualifica per due mondiali in sequenza e dunque non rientra fra le migliori 32.
Il ciclismo è festa, gratis, per le strade, è la generosità dei corridori e in parte di chi gli sta attorno.
Il Giro in Tv

Il ciclismo è bello perchè è gratis, sono emozioni, gratis, su Raisport, sempre all’altezza, con Francesco Pancani e Marco Saligari, detto il commissario, con Beppe Conti da anni in studio a metà settimana, assieme ad Andrea di Bella, e con la voce di personalità della padovana Giada Borgato, 33 anni, ex pistard, che smise nel 2014. Buoni servizi Mediaset, con Davide de Zan, su Sky a Verona c’è stato l’inviato Christian Giordano, già voce della serie B, mentre il pensionato Giovanni Bruno, ex direttore, continua a imperversare sugli sport olimpici, con maestria.
Aspettando il Tour
Al solito, a luglio ci sarà il Tour, de France, a fine estate la Vuelta, a Espagna, peccato che quella non sia così valorizzata, dai media italiani. E poi i mondiali. Che non vinciamo dal 2008, da Alessandro Ballan, trevigiano, voce anche di Raisport.
La grandezza di Nibali

Tornando a Nibali, Ghirotto ha spiegato la sua grandezza, è fra i 7 vincitori di tutti e tre i grandi giri e fra i 4 che hanno trionfato anche alla Milano-Sanremo e al giro di Lombardia.
Il mio parere

A me piace molto perchè è normale, composto, non sbruffoneggia, non provoca, non è insomma Valentino Rossi o Alberto Tomba. Ecco, Nibali è un uomo normale, non è un sex symbol, non è da copertina patinate, con la famiglia.