Chi l’avrebbe mai detto che nel Trentino dalle verdi e maestose montagne, la prima volta sarebbe stata in acqua. Nelle acque del Giappone, a migliaia di chilometri di distanza dalle verdi (o bianche, a seconda della stagione) cime trentine. La prima volta si chiama Ruggero Tita, velista nato a Rovereto, cresciuto a Trento, divenuto grande sui laghi di Caldonazzo e Garda e in cima al mondo grazie alla medaglia d’oro conquistata ai Giochi di Tokyo. Prima volta trentina e prima volta per la vela azzurra dopo 13 anni di digiuno.
La compagna di barca Caterina Banti nella classe Narca 17
Assieme alla compagna di barca Caterina Banti, il velista trentino ha concluso il suo vittorioso percorso nella classe Nacra 17 portando così in trionfo la vela azzurra. Serviva un sesto posto nel match race finale, al termine di una settimana praticamente perfetta di regate, e così stato. Una gioia immensa per Ruggero e Caterina, una gioia pazzesca per l’Italia, che conquista la sua quinta medaglia d’oro, e una gioia senza precedenti per tutto il Trentino che ora aspetta il suo campione per festeggiarlo alla grande.
Ruggero Tita è l’ex timoniere di Luna Rossa
Per l’ex timoniere di Luna Rossa e per la sua compagna di avventura, dunque, un successo straordinario che resterà negli annali non solo della vela azzurra, che tanto ha atteso questa medaglia, ma di tutto lo sport italiano. Grande festa anche per genitori, parenti e amici di Ruggero Tita, che hanno seguito la Medal Race nell’abitazione di famiglia a Sant’Agnese di Civezzano, in Valsugana.
Argento ai britannici John Gimson e Anna Burnet, la medaglia di bronzo è andata ai tedeschi Paul Kohlhoff e Alica Stuhlemmer
“Siamo molto fieri di quello che abbiamo fatto, è stato un percorso lungo cinque anni durante i quali abbiamo conquistato molte vittorie ma siamo venuti qui per ottenere quella più importante. Sono stati cinque anni di vittorie e anche sofferenze ma questo risultato paga di tutti gli sforzi fatti – ha raccontato il velista trentino – vogliamo ringraziare chi ha fatto il tifo per noi, il nostro staff e chi ci ha supportato anche in silenzio. Abbiamo cercato di pensare alla nostra prestazione senza pensare alla medaglia, il campo di regata si adattava bene alle nostre caratteristiche e alla fine è andata”. Ad aspettare Ruggero a casa, a Civezzano, a Trento, in tutto il Trentino, gli amici, la sua famiglia e i tantissimi trentini pronti a festeggiare la prima medaglia d’oro trentina alle Olimpiadi estive.
Medaglia d’oro nella vela 21 anni dopo Alessandra Sensini
Ruggero è stato seriamente tentato dallo sci («Da buon trentino la neve ha rappresentato il mio primo sport»), lei ha frequentato l’equitazione («Oltre a scherma e ritmica») prima di ritrovarsi, da adulti, negli spazi ristretti del Nacra 17, il catamarano misto da competizione voluto ai Giochi dal Cio per spingere l’eguaglianza di genere, con il quale avevano già vinto tutto. Su questo oggetto volante non identificato, derivazione degli esperimenti sui multiscafi della Coppa America (madre di tutte le innovazioni) e sulla nuova classe Ac75 con cui Luna Rossa ha conteso la vecchia brocca a Team New Zealand lo scorso marzo a Auckland, lui, Ruggero Tita, e lei, Caterina Banti, hanno lanciato l’arrembaggio al Sacro Graal della vela, quell’oro che all’Italia mancava dall’impresa in windsurf (all’epoca si chiamava ancora così) di nostra signora della tavola Alessandra Sensini a Sydney 2000. Ora la personalissima collezione dell’ineffabile coppia di fatto (Europei, Mondiali, Giochi) è al completo.
Chi sono Ruggero Tita e Caterina Banti
Ruggero, il timoniere, è nato a Rovereto 29 anni fa, un’estate in vacanza viene messo in barca sul lago di Caldonazzo e non scende più. Nel 2019 si è guadagnato una chiamata alla base di Luna Rossa di Cagliari, l’esperienza in America’s Cup con il team di Max Sirena gli è servita per allargare gli orizzonti e mettere altra acqua, e vento, in cambusa. Caterina, il prodiere, è romana de’ Roma, quartiere Flaminio, ha 34 anni, si è avvicinata alla vela per caso sul lago di Bracciano, amore a prima vista: «Adoro la sensazione di libertà — racconta —, con Ruggi le strade si sono incrociate nel 2016: il feeling è stato immediato, non abbiamo dovuto costruirlo». Un dettaglio fondamentale, in questa storia. Banti: «Io ho cinque anni più di Ruggero – risponde Caterina -, siamo diversi in tutto, però alla base della nostra collaborazione sportiva avverto forte la volontà condivisa di fare tanto, e farlo bene».
La felicità di Giovanni Malagò, Presidente del Coni
Felice anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Sono passati 21 anni dall’oro di Alessandra Sensini a Sydney e ben 69 da quello precedente di Saulino e Rode a Helsinki: questo per far capire la portata dell’impresa di Caterina e Ruggero. Ancora piu’ importante, il fatto che questa sia la prima medaglia di sempre dell’Italia in una specialita’ mista: mai era successo prima, in nessuno sport. Tita e Banti sono due ragazzi troppo seri, la federazione e i tecnici hanno fatto un lavoro eccezionale. Quando il Cio mi ha fatto scegliere quale cerimonia andare a premiare, ho scelto la loro. Non avevo dubbi che avrebbero vinto. Il loro oro farà da traino a tutto il movimento della vela, vedrete che boom di tesserati. Viva la vela».
Ciclismo: sicura medaglia nell’inseguimento a squadre
Ci prepariamo a domani per la medaglia nell’inseguimento a squadre su pista, la gara si svolgerà alle ore 11.06. Con la superstar Filippo Ganna e Simone Consonni, corrono i nordestini Francesco Lamon, di Mirano e Jonhatan Milan di Buja. Il preparatore è Diego Bragato di Motta di Livenza (Treviso). Corrono sul bici Pinarello, di Treviso. Duello con la Danimarca, ex detentrice del record del mondo. Adesso il world record ce l’ha l’Italia realizzato nella prova di oggi con la Nuova Zelanda.